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L’assurdo da Terzo Millennio di Fabio Massimo Franceschelli

La recensione dell'ultima produzione di Olivieri Ravelli Teatro. Un maiale e un pescatore si incontrano in un luogo imprecisato, si accennerà poi ad una improbabile isola, ma senza crederci troppo, qui i due personaggi, sempre coscienti del loro essere personaggi, dunque creature di invenzione, e nella totale immobilità fisica, in questo spettacolo vi è un azzeramento di qualunque fisicità esteriore...

Al Duncan 3.0 scoprendo i Fratelli Broche

E' piacere la scoperta, è un piacere trovarsi seduti insieme ad una manciata di altri spettatori in un posto confortevole lontano dal giro dei soliti appuntamenti, dove non si conosce nessuno e ogni stretta di mano è un guadagno. Dove l'ambiente si struttura nelle mille declinazioni laboratoriali del teatro-danza, dove di aperture serali se ne fanno solo un paio al mese, all'interno di rassegne rigorosamente dedicate ai giovani artisti, e in quelle serate, forse proprio perché centellinate con la parsimonia artigianale di un rito tutto casalingo, il rischio di scoprire qualcosa di toccante è altissimo. E quello che è successo a me un paio di sere fa quando immergendomi nello spazio polifunzionale mi sono imbattuto nei Fratelli Broche...

Un piccolo gioco senza conseguenze: l’ennesima commedia sulla crisi della coppia

La recensione dello spettacolo in scena fino al 25 aprile al Teatro Italia Spinto dal successo (messo in bella mostra in fase di promozione) ottenuto all'ultimo Festival di Spoleto e dalla positiva esperienza avuta con il precedente Nemico di Classe mi sono trovato seduto per la seconda volta nella platea di quello storico edificio che fu del dopo lavoro ferroviario (dotato di un'acustica incomprensibilmente inadeguata) cosciente di trovarmi sì di fronte a un intrattenimento leggero, ma anche a una commedia francese vincitrice di 5 ambiti Premi Molière. Pretendevo troppo dunque nell'aspettarmi qualcosa che colpisse nella risata, ma anche nel cuore e nell’intelletto?

Medea e la luna: Krypton tra musica e mito

La recensione dello spettacolo in scena fino al 17 aprile al Teatro India Il fondatore della compagnia Krypton riesce nel suo intento (rievocando beninteso e non rappresentando) senza cadere nella didascalia (se non per un uso, a mio avviso, inopportuno e ridondante di alcune proiezioni): la scena è infatti minimalista sul fondale e ai lati pedane di metallo creano un percorso per gli attori (forse non completamente sfruttato), sul pavimento e su queste piattaforme grandi lenzuola coprono di bianco la scena e sul fondale stilizzano un ipotetico paesaggio sul quale all'occorrenza compare e scompare il romantico satellite del titolo.

Killer Joe: quando il teatro pulp di Letts diventa kitsch rincorrendo la Tv

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Vascello fino al 25 aprile Se qualcosa di Grotowski ci rimane, indelebilmente a sintesi di un immenso lavoro sulla teoria e pratica del teatro, oltre all'indiscutibile studio sull'attore, quest'essenza potrebbe essere proprio nell'incapacità del medium teatrale di competere con il cinema e la televisione. In questo senso per Grotowski, e  naturalmente è ciò che vale per tutti gli assertori di un teatro artistico, la pratica scenica deve trovare una sua autenticità in un linguaggio altro che non ricalchi i "modi" di media onnivori e campioni di realismo.

E' questo uno dei problemi che subito saltano agli occhi vedendo uno spettacolo come Killer Joe, in scena al Teatro Vascello fino al 25 aprile, sia chiaro fin dall'inizio il pubblico non manca, nella replica alla quale ho assistito si sfiorava il sold-out, ma non può essere solo questo il metro di giudizio, sarebbe troppo facile...

U Tingiutu. Aiace di Calabria di Scena Verticale

La recensione dello spettacolo di Scena Verticale in programmazione il 1 e 2 aprile al Teatro Sybaris di Castrovillari. Aiace. Il nome dell’eroe. Per le rive dell’impero acheo il suo viaggio, simbolo di un destino che si fa sull’uomo, sul suo divenire e infine, morire. Aiace è paradigma della resistenza asfittica e pur necessaria dell’uomo al destino...

Tappa: Gli Omini dal progetto socio-umanistico all’emozione del teatro umano

Se qualcuno provasse ad analizzare questo lavoro de Gli Omini a posteriori, in maniera distaccata come avviene per la maggior parte delle recensioni, ne risulterebbe uno sforzo critico parziale e in ogni caso superficiale. Non basterebbe ad esempio raccontare il primo monologo di Riccardo Goretti nel quale descrive la divisione in zone di Tor Bella Monaca, le famose “R”, sul palco il nastro isolante disegna la geografia, Luca Zacchini mi aveva rivelato che il nastro lo volevano fosforescente, dovevamo comprarlo insieme, ma poi l'abbiamo dimenticato...

Brugole di Lisa Nur Sultan: assemblaggio senza istruzioni di una generazione

La recensione dello spettacolo visto a Inequilibrioesploso, la rassegna primaverile al Castello Pasquini. L’intero spettacolo ha il pregio di correre via facilmente con una leggerezza davvero incisiva, che tuttavia non perde mai in eleganza e mai cede alla trivialità; l’uso della scena a fini drammaturgici è però forse il dato che più colpisce, dove si nota maggiormente la compromissione delle intelligenze, di una qualità troppo spesso in disarmo come la fantasia, di nuove e sempre dense soluzioni...

Amleto: il Teatro del Carretto lo costruisce come un incubo misterioso

In scena oggi al Festival Castel dei Mondi di Andria Amleto del Teatro del Carretto, di cui riproponiamo la nostra recensione. Testo molto rischioso l'Amleto, per qualunque compagnia: è una trappola per i registi che cercano di creare una macchina tragica senza eguali, ed è una trappola per gli attori

Furie de sanghe: giovani e vecchi tra evoluzione e arcaismo

In scena oggi al Festival Castel dei Mondi di Andria Furie de Sanghe di Fibre Parallele, di cui riproponiamo la nostra recensione. Quando Ray Bradbury pensò di coronare la parabola nata con L’estate incantata cinquant’anni prima con un’altra Estate, cui dire Addio, aveva in cuore di costruire una storia legata alla lotta fra i giovani e i vecchi...

La notte poco prima della foresta: Santamaria e Puerta Lopez non convincono, anzi annoiano

La recensione dello spettacolo in scena al Piccolo Teatro Eliseo di Roma e poi all' Elfo Puccini di Milano Lo spettacolo al quale assistiamo non decolla, Santamaria rimane appeso a una cantilena fatta sì e no di tre note, ripete per tutta la durata dello spettacolo le stesse pause, i medesimi ritmi e respiri...

Incubi del Teatro delle Apparizioni

Gli incubi sono sogni al contrario. Sono presenze oscure di una notte da rendere meno buia. La notte è una cellula che accoglie a distogliere, chiama nel suo tessuto come in un sentiero fra i rami degli alberi, come quei fumetti di rami ondulanti che sembrano tante mani ad afferrare, così l’incubo si prende i sentieri della notte, dall’alto come mani ossute e grinzose. Dietro questo sentimento, gli Incubi. L’età dell’incertezza di Fabrizio Pallara, regista del Teatro delle Apparizioni, in scena per le presenze di ottimo effetto di Paola Calogero, Valerio Malorni, Maria Zamponi...

L’Antigone dei Motus: nel fuoco della ribellione

La recensione dello spettacolo portato dal gruppo di Rimini all'Angelo Mai L'Antigone nel suo mito racchiude un'analisi deflagrante delle dinamiche che sono alla base dell'eterno contrasto tra la morale umana e la ragion di stato, la prima rappresentata dalle nuove generazioni, la seconda da coloro che non essendo più giovani non possono far altro che difendere il proprio potere usando la legge come arma di sopruso, utile per far tacere le ribellioni del pensiero e dei popoli. E allora in questo non-luogo che è il capannone dell'Angelo Mai, abbandonato dall'umanità pragmatica e diventato luogo dell'arte che immagina, pensa e rappresenta, il salto nella realtà dolorosa e recente è inevitabile. La felpa più grande di due o tre taglie dell'inizio lascia il posto a una tuta grigia, in testa un casco, L'Eteocle della Calderoni si prepara alla battaglia. "Vergogna, assassini" urla Benno/Polinice al megafono...

Su Angelica di Andrea Cosentino: se la realtà riprodotta è di per sé stessa mistificazione

Il realismo si copia, ma la realtà si produce”. La poetica di Andrea Cosentino è espressa da queste parole, tratte dal testo di Angelica, con una straordinaria efficacia: la realtà riprodotta è di per sé stessa mistificazione, è ricerca di senso oltre il senso intimo, senso tradotto potrei dire, è il tentativo di far coesistere atto e potenza, nel momento in cui il pensiero si fa azione, la realtà si vivifica a del tutto nuova esistenza...

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Laura Curino. Un teatro di ispirazione, per e con il pubblico

A Genova è da poco passato lo spettacolo Alfonsina Alfonsina, con la regia di Consuelo Barilari e il testo di Andrea Nicolini. Abbiamo intervistato...

 | Cordelia | dicembre 2024