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Recensioni

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Senza Lear: per ora solo uno studio di Isola Teatro

Con la sua compagnia, Isola Teatro, la Gilmore affronta Re Lear, o meglio la sua assenza, come in realtà si tratta di Shakespeare senza Shakespeare. Del dramma elisabettiano rimangono le tre sorelle. Marta Gilmore se le immagina in un'anticamera prima dell'incontro con il padre, Lear, onnipresente nella sua assenza. Sono tese, si tengono il diaframma, hanno il riso nervoso.

“Crollo!” al Sala Uno: quando lo spettatore si salva dalla catastrofe

La recensione dello spettacolo con la regia di Giulio Stasi. La realtà della crisi finanziaria che in breve tempo nel il sud est asiatico generò una vera e propria catastrofe umanitaria, la violenza del regime di Suharto in Indonesia, la pulizia etnica sulle ragazze e le donne di origine cinese, come rendere palpabile tutto questo in scena? Riuscito è ad esempio il lavoro sul coro di broker, incarnano il male, ma in maniera buffonesca, sono un'astrazione. Ma appena il pathos comincia a muovere i suoi primi passi sulla scena capiamo che quel meccanismo con il quale lo spettatore accetta la finzione della scena rompe. Sia la recitazione che la scansione del ritmo con cui la crudeltà del reale cerca di trovare un proprio spazio nel momento teatrale lasciano perplessi.

Antonio Rezza in 7 14 21 28: paradossi fisici e verbali per non raccontare

La recensione dell'ultimo lavoro firmato Rezza-Mastrella. In questo 7 14 21 28 , in scena al Vascello fino al 3 gennaio, come nei suoi spettacoli passati, non c'è una trama, una storia certa a cui aggrapparsi, ma uno studio sfaccettato su alcuni esemplari di umanità. Rezza presta voce e corpo, Flavia Mastrella crea “l'habitat”.

Anima: Triangolo Scaleno Teatro alla ricerca di Brecht

L'atmosfera visiva creata dalla Nicolai, ovvero gli abiti (che poi cadranno tutti insieme di colpo) illuminati dal basso e il tappeto sonoro, funziona; come d'altronde è molto interessante una certa interpretazione del testo di Brecht che sposta l'accento sulla relazione uomo-unico Dio, sostituisce la presenza dei tre Dei brechtiani con un conseguente grido a un unico Dio incapace di ascoltare; e poi colpisce anche la disgregazione dei personaggi nella coralità della compagnia, dove, come in una girandola si cambia personaggio ad ogni scena.

Sequestro all’italiana: la crudeltà del reale e la finzione di Teatro Minimo

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Orologio fino al 20 dicembre. In Teatro Minimo, compagnia del vivace panorama teatrale pugliese, nata nel 2001, messa in scena e testualità vanno di pari passo, ed ecco che la regia di Michele Sinisi (protagonista con Vittorio Continelli) visivamente si costruisce sull'astrazione. Nella sala grande del Teatro Orologio è stato ricostruito un pavimento in mattonelle...

Being Hamlet, ovvero follia e coraggio di CK Teatro

Poco mi interessa un impatto drammaturgico, una trama riconoscibile che tanto di sé sappia raccontare, e non mi interessa perché non interessa neanche loro. Per un mio vizio di forma dirò che accostare il dubbio di Adamo di fronte alla mela all’amletismo del famoso monologo è scelta che ho apprezzato molto; dirò del testo di Carvelli, assetato, scritto interamente in sesta rima; dirò dell’uso estremo del video in una sala di teatro, come oscurità travestita da rivelazione, e per questo la dirò più pura...

Ascanio Celestini: Il razzismo è una brutta storia

La recensione dell'ultimo lavoro di Ascanio Celestini. Sul suo teatro si è detto molto. La sua voce fatta di cadenze ritmiche e quasi rimiche, la sua misurata complicità con la fantasia, mai debordante ma di rara incisività, poi la tecnica strutturale a cellula concentrica, cui stavolta concede qualche apertura in più nella scansione di solito estremamente puntuale, qualche lucido inciampo in cui far passare, dall’esterno, la musica che lo accompagna.

Babilonia Teatri “Pornobboy” : siamo schiavi di un’informazione di plastica

La recensione dello spettacolo in scena fino al 29 novembre al Teatro India Si attaccano manifesti del proprio spettacolo, megalomania, senso della grandezza, moltiplicazione del proprio ego e della propria immagine. L'importante è esserci, non fa niente se il manifesto è messo per storto, non dipende dal motivo o dal movente...

Nella carne il silenzio. L’ Amleto di Roberto Bacci in un deserto di spade e fantasmi

La recensione dell'ultimo lavoro della Compagnia Laboratorio di Pontedera sul dramma shakespeariano. La Compagnia Laboratorio di Pontedera ha creato un Amleto esemplare. In scena, fino al 29 novembre al Teatro India di Roma, i sette attori non si prendono un attimo di pausa, la loro è una prova soprattutto fisica, sin dall'inizio combattono, volteggiano, si arrampicano...

“Si l’ammore no” di Elvira Frosini e Daniele Timpano: in gioco ci sono i sentimenti

La recensione dello spettacolo visto al Teatro Colosseo di Roma. In scena ci sono loro stessi e non due personaggi di fantasia, ci sono i loro corpi, i loro nomi, la loro vita, c'è il loro matrimonio stilizzato, c'è la loro forza, ma anche la loro personale fragilità. Poi però, fortunatamente, c'è anche il teatro...

La Madeleine di Muta Imago imprigionata in un incubo senza uscita

La recensione dell'ultimo spettacolo del gruppo formato da Riccardo Fazi, Claudia Sorace, Massimo Troncanetti e Glen Blackhall. In scena al Palladium fino al 22 novembre grazie al Romaeuropa Festival, il lavoro ha un carattere barocco dato dalla presenza e dall'animarsi di una struttura costituita da pannelli in plexiglass.

A cena con amici: al Vascello Zuccari mette in scena Margulies

La recensione dello spettacolo in scena fino al 22 novembre. Ci sono due coppie: Gabry e Chiara, Betta e Tommy, sono amici da sempre. Fu grazie a un appuntamento organizzato dai primi che i secondi si conobbero. Ora entrambe le coppie sono arrivate al fatidico giro di boa: i quarant'anni.

Autobiografia della vergogna (Magick) : tra le piaghe della memoria di Lucia Calamaro

La vergogna. Cosa di più caratterizza una caduta nella propria intimità, nella biografia che ha il compito di raccontarla? Di questa vergogna si nutre ogni racconto in prima persona, o dovrebbe qualora onesto: ognuno di noi ha una vergogna da stemperare, un pudore essenziale di ingenuità fatta coscienza, il suono che lasciano, appena dopo averle pronunciate, le parole di un’offesa.

Zio Vanja: Gabriele Vacis al Teatro Valle ci riavvicina a Cechov

La recensione dello spettacolo in scena nella sala romana dell'Eti fino al 23 novembre. La bravura degli attori è evidente, ma lo è anche il lavoro fatto da Gabriele Vacis su di essi e sul testo che nell'adattamento realizzato insieme a Federico Perrone trova un piglio di modernità molto efficace. Sin da quando gli spettatori devono finire di prendere posto nella platea tutti gli attori sono già sul palco, parlano tra loro, si vestono, guardano tra il pubblico e questa sarà una costante della scrittura scenica di Vacis per tutto lo spettacolo.

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Tim Crouch. L’immaginazione aumentata

Alla Biennale Teatro 2024 Tim Crouch porta Truth’s a Dog Must to Kennel, riflessione sulla relazione tra reale e virtuale, indagando il potere dell'immaginazione...