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Pink me & the Roses: al Teatro Palladium la rivincita di Codice Ivan

La recensione dello spettacolo vincitore del Premio Scenario 2009 Lo spettacolo Pink me & the roses vuole farsi portavoce di tali dicotomie incarnate nei meccanismi della rappresentazione teatrale e dunque distruggibili, almeno quanto basta per mostrare la vera natura del teatro stesso. Passato sotto forma di studio nei più importanti festival italiani, da Drodesera a Short Theatre, Pink me & the roses, vincitore dell’ultima edizione del Premio Scenario...

Pathosformel e La prima periferia dove l’artificiale diventa umano

La recensione dell'ultima ricerca del gruppo fondato da Daniel Blanga Gubbay e Paola Villani. Ne La prima periferia, presentato al Teatro Palladium nelle serate dedicate agli artisti di Fies Factory, l'umano torna totalmente visibile in scena seppur rinchiuso in un'ambiguità narrativa e formale che è a mio avviso uno dei temi più interessanti della ricerca. Qual'è il suo ruolo? Qual'è il compito di questi infermieri/burattinai che in jeans e felpa grigia ridanno vita alle articolazioni artificiali di codesti modelli?

Dies Irae: Teatro Sotterraneo e la perdita di senso in cinque episodi

La recensione di DIES IRAE 5 episodi intorno alla fine della specie, ultimo lavoro del gruppo toscano prodotto da Fies Factory One e portato in scena al Teatro Palladium. Prima materia è la morte: su una parete di sangue in cronaca diretta dipingono una guerra e il suo prodotto, poi ci mettono la firma come opera loro, non d’arte ma di morte; dopo il crimine in termini giornalistici viene raccontato mentre gli altri ricoprono la scena, finché il crimine di fronte a chi ascolta non esiste più...

La “Città di M.” secondo Sinigaglia al Teatro Furio Camillo: tra noir e inchiesta la tetra foto della realtà metropolitana

La recensione dello spettacolo di apertura della rassegna Transiti al Teatro Furio Camillo Abitare una città, viverne la frenesia, l’indecifrabilità, gli ambigui e contraddittori rapporti umani, significa probabilmente far sì che lo spazio urbano penetri la nostra personalità e la plasmi a sua immagine e somiglianza. Qui città di M. è un racconto cupo e tetro, tratto dall’omonimo romanzo di Piero Colaprico, che tenta di descrivere la realtà dei dinamismi metropolitani con sguardo critico, ma mai giudizioso, verso i meccanismi perversi dei media. Diretto da Serena Sinigaglia, lo spettacolo, che ha aperto la rassegna Transiti al Teatro Furio Camillo di Roma, narra le vicende di sette personaggi coinvolti in un duplice omicidio, oscillando tra toni ironici e drammatici, fiabeschi e noir...

The Problem: la coppia secondo A.R.Gurney Jr nell’interpretazione di Saba Salvemini e Annika Strohm

La recensione dello spettacolo che è stato in scena all'Arvalia durante la rassegna Mutamenti Qual è il problema? Sembra che l’unica strada per le coppie moderne sia crearsene, annientare la bontà dell’unione, dei sentimenti semplici, corroborando il rapporto di storture ogni volta sempre diverse, perché se ne abbia il rinnovamento. Di questo si nutrono i legami moderni, oggi che perduto è il metro per comprendere la reale urgenza alla coesione e alterato il sintomo che la sincerità sia davvero – perdono per il bisticcio – sincera. E di questo si nutre questo The Problem, drammaturgia originale in commedia di A.R.Gurney Jr. per la prima volta in Italia...

Al Teatro Palladium 5 storie per uno spettacolo irrisolto

La recensione del secondo progetto portato da ZTL al Palladium Dopo un micro conto alla rovescia, i personaggi di questo racconto corale entrano in scena mentre sui due teli scorrono i video delle loro vite in città. [...] La drammaturgia costruita da Setteteste sembra rimanere irrisolta, annichilita dall’uso del video che, incapace di integrarsi sulla scena, si dà come elemento a sé stante...

L’assurdo da Terzo Millennio di Fabio Massimo Franceschelli

La recensione dell'ultima produzione di Olivieri Ravelli Teatro. Un maiale e un pescatore si incontrano in un luogo imprecisato, si accennerà poi ad una improbabile isola, ma senza crederci troppo, qui i due personaggi, sempre coscienti del loro essere personaggi, dunque creature di invenzione, e nella totale immobilità fisica, in questo spettacolo vi è un azzeramento di qualunque fisicità esteriore...

Al Duncan 3.0 scoprendo i Fratelli Broche

E' piacere la scoperta, è un piacere trovarsi seduti insieme ad una manciata di altri spettatori in un posto confortevole lontano dal giro dei soliti appuntamenti, dove non si conosce nessuno e ogni stretta di mano è un guadagno. Dove l'ambiente si struttura nelle mille declinazioni laboratoriali del teatro-danza, dove di aperture serali se ne fanno solo un paio al mese, all'interno di rassegne rigorosamente dedicate ai giovani artisti, e in quelle serate, forse proprio perché centellinate con la parsimonia artigianale di un rito tutto casalingo, il rischio di scoprire qualcosa di toccante è altissimo. E quello che è successo a me un paio di sere fa quando immergendomi nello spazio polifunzionale mi sono imbattuto nei Fratelli Broche...

Un piccolo gioco senza conseguenze: l’ennesima commedia sulla crisi della coppia

La recensione dello spettacolo in scena fino al 25 aprile al Teatro Italia Spinto dal successo (messo in bella mostra in fase di promozione) ottenuto all'ultimo Festival di Spoleto e dalla positiva esperienza avuta con il precedente Nemico di Classe mi sono trovato seduto per la seconda volta nella platea di quello storico edificio che fu del dopo lavoro ferroviario (dotato di un'acustica incomprensibilmente inadeguata) cosciente di trovarmi sì di fronte a un intrattenimento leggero, ma anche a una commedia francese vincitrice di 5 ambiti Premi Molière. Pretendevo troppo dunque nell'aspettarmi qualcosa che colpisse nella risata, ma anche nel cuore e nell’intelletto?

Medea e la luna: Krypton tra musica e mito

La recensione dello spettacolo in scena fino al 17 aprile al Teatro India Il fondatore della compagnia Krypton riesce nel suo intento (rievocando beninteso e non rappresentando) senza cadere nella didascalia (se non per un uso, a mio avviso, inopportuno e ridondante di alcune proiezioni): la scena è infatti minimalista sul fondale e ai lati pedane di metallo creano un percorso per gli attori (forse non completamente sfruttato), sul pavimento e su queste piattaforme grandi lenzuola coprono di bianco la scena e sul fondale stilizzano un ipotetico paesaggio sul quale all'occorrenza compare e scompare il romantico satellite del titolo.

Killer Joe: quando il teatro pulp di Letts diventa kitsch rincorrendo la Tv

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Vascello fino al 25 aprile Se qualcosa di Grotowski ci rimane, indelebilmente a sintesi di un immenso lavoro sulla teoria e pratica del teatro, oltre all'indiscutibile studio sull'attore, quest'essenza potrebbe essere proprio nell'incapacità del medium teatrale di competere con il cinema e la televisione. In questo senso per Grotowski, e  naturalmente è ciò che vale per tutti gli assertori di un teatro artistico, la pratica scenica deve trovare una sua autenticità in un linguaggio altro che non ricalchi i "modi" di media onnivori e campioni di realismo.

E' questo uno dei problemi che subito saltano agli occhi vedendo uno spettacolo come Killer Joe, in scena al Teatro Vascello fino al 25 aprile, sia chiaro fin dall'inizio il pubblico non manca, nella replica alla quale ho assistito si sfiorava il sold-out, ma non può essere solo questo il metro di giudizio, sarebbe troppo facile...

U Tingiutu. Aiace di Calabria di Scena Verticale

La recensione dello spettacolo di Scena Verticale in programmazione il 1 e 2 aprile al Teatro Sybaris di Castrovillari. Aiace. Il nome dell’eroe. Per le rive dell’impero acheo il suo viaggio, simbolo di un destino che si fa sull’uomo, sul suo divenire e infine, morire. Aiace è paradigma della resistenza asfittica e pur necessaria dell’uomo al destino...

Tappa: Gli Omini dal progetto socio-umanistico all’emozione del teatro umano

Se qualcuno provasse ad analizzare questo lavoro de Gli Omini a posteriori, in maniera distaccata come avviene per la maggior parte delle recensioni, ne risulterebbe uno sforzo critico parziale e in ogni caso superficiale. Non basterebbe ad esempio raccontare il primo monologo di Riccardo Goretti nel quale descrive la divisione in zone di Tor Bella Monaca, le famose “R”, sul palco il nastro isolante disegna la geografia, Luca Zacchini mi aveva rivelato che il nastro lo volevano fosforescente, dovevamo comprarlo insieme, ma poi l'abbiamo dimenticato...

Brugole di Lisa Nur Sultan: assemblaggio senza istruzioni di una generazione

La recensione dello spettacolo visto a Inequilibrioesploso, la rassegna primaverile al Castello Pasquini. L’intero spettacolo ha il pregio di correre via facilmente con una leggerezza davvero incisiva, che tuttavia non perde mai in eleganza e mai cede alla trivialità; l’uso della scena a fini drammaturgici è però forse il dato che più colpisce, dove si nota maggiormente la compromissione delle intelligenze, di una qualità troppo spesso in disarmo come la fantasia, di nuove e sempre dense soluzioni...

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Premi Ubu 2024. Le terne finaliste

Premi Ubu 2024. Le premiazioni avverranno il 16 dicembre al Teatro Arena del Sole di Bologna. Qui le nomination delle terne finaliste. Ecco tutti i nomi degli artisti e degli spettacoli più votati dai giurati, con i link alle nostre recensioni.