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Non tutto è risolto, o forse sì: un mese di Franca Valeri al Teatro Valle

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro valle fino al 23 gennaio. ...restiamo incantati dalla sorpresa di trovarci invece uno spettacolo straordinario, di quelli che restano nella memoria per proprio le caratteristiche contrarie a quelle immaginate. Ecco allora che tutto cambia, ci si sente diversi uscendo dalla sala, uno strano senso rinfrescante, dissetante, coglie dopo uno spettacolo con queste premesse...

Il Teatro delle Apparizioni incanta il Piccolo Eliseo con il Pinocchio di Pommerat

La recensione dello spettacolo in scena fino al 9 gennaio nell'ambito di Eliseo Bambini. Per fortuna che la drammaturgia contemporanea si chiama così e sconfigge certi retrogradi tentativi di considerare alcune opere maestose come immutabili e non sottoposte a giudizio critico. In questo ragionamento il teatro sta come scudiero della coscienza più nuova...

Ricordati di chiudere bene la porta: ovvero un racconto civile senza il teatro di narrazione

La recensione dello spettacolo in scena fino al 9 gennaio al Teatro Lo Spazio di Roma. Ricordati di chiudere bene la porta. Un consiglio, un ammonimento chissà quante volte ricevuto dai nostri genitori. Una di quelle frasi che all'interno nascondono tutta una seconda dimensione di preoccupazioni, timori, ma anche dimostrazioni di fiducia...

Napoleone di Bustric al Vascello: la disonestà della meraviglia

La recensione dello spettacolo in scena al Vascello fino al 16 gennaio Lo stupore della diversità, sconvolge le abitudini. La prima cosa diversa è il pubblico, non eccessivo per una prima, niente pellicce né vere né sintetiche – ché all’immagine la differenza è minima – niente parlottare fitto fra piccoli gruppi, non è un debutto degli “amici di tutti” come gli altri: prima di entrare incontro Antonio Rezza e Flavia Mastrella...

Ricci/Forte – volti angelici per un Natale underground (molto molto trendy)

La recensione dell'ultima performance firmata Ricci/Forte per la Fondazione Fendi. Gli attori si alzano, prendono con loro piccoli gruppi di spettatori e, cercando continuamente un contatto, raccontano velocemente piccoli stralci della loro vita - natalizie riunioni familiari, regali, tavolate, parenti, amici, zii, solitudini, gioie, lettere a Babbo Natale -, mentre tra istallazioni, video e fotografie continua la rapida discesa in questo inferno...

7 14 21 28: la violenza espressiva è drammaturgia

“E 'n su la punta de la rotta lacca / l'infamïa di Creti era distesa / che fu concetta ne la falsa vacca; / e...

A tua immagine: ritrovando Odemà a TeatrInScatola

Quando la mente rimane colpita da ciò che ha visto la sera prima, qualunque cosa possa essere accaduta durante la notte, in una mattinata piena di stanchezza richiudendo per un attimo gli occhi (anche solo quelli della mente) l'immagine rimane impassibile lì, impressa come quel baluginare stampato sulla retina dopo l'incauto sguardo verso un sole d'estate...

Collettivo Cinetico – Riflessioni coreografiche fra denti osceni ed immaginario pop

Visto durante le finali del Premio Equilibrio 2010 (spazio dedicato alla nuova danza italiana all’interno del Festival Equilibrio di Roma) XD - Scritture retiniche sull’oscenità dei denti, era apparso come una vignetta opaca in cui sembrava ancora poco risolto il rapporto tra ricerca estetica e prassi coreografica. Un limbo in cui idee sostavano inermi ricalcando spesso il teatro dei Kinkaleri e modalità sceniche degli anni Novanta...

Le Scarpe di Teatro Minimo: come si svela il mancato svelamento?

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Arvalia. Che effetto fa un rompicapo sul suo creatore? La sua costruzione rischia di coinvolgere anche lui? Con parole più precise: l’idea che sottace a una creazione, quanto influisce sulla creazione e sullo stesso creatore? Mi lascia la domanda questo Le Scarpe, spettacolo di Teatro Minimo in formazione over, con drammaturgia di Michele Santeramo, regia di Michele Sinisi...

Al Valle il Teatro delle Albe imprigiona l’Avaro in una tragicomica oscurità

La recensione dello spettacolo in scena al Valle per la Monografia dedicata al Teatro delle Albe di Ravenna. In primis mi preme sottolineare la gioventù con cui si riempiva il Teatro Valle alla prima de L'avaro, certo se voi non sapeste che si parla del Molière secondo Ermanna Montanari e Marco Martinelli, giustamente mi dareste del pazzo o gridereste al miracolo. E invece no, non dovrebbe essere un miracolo, dovrebbe essere la norma...

Meno uno…Armunia Anno Zero: stupore, silenzio, visione di Andrea Nanni nuovo direttore

Il diario del 3° giorno di Armunia 2010. Sono le parole, a dare senso all’accadere, a rammentare i fatti, a tramandarne l’intima discendenza. L’avventura di Massimo Paganelli ad Armunia, in quattordici anni, ha avuto in dote tre parole su tutte: lo stupore, il silenzio, la visione. Dello stupore mi ha ricordato uno spettacolo visto l’ultima sera...

Cristicchi e Li romani in Russia: scoprendo Elia Marcelli e uno spettacolo da non perdere

La recensione del monologo in scena nei teatri Quarticciolo e Tor Bella Monaca. L'inaspettato. Prima di tutto vi è una bella sensazione quando uno spettacolo inverte i timori iniziali (o sinceri pregiudizi). Timori fatti forse di una inevitabile paura di annoiarsi, di assistere a qualcosa di vecchio di già visto: l'ennesimo monologo sulla sgangherata truppa italiana durante la seconda guerra mondiale. Però c'è il lavoro di Simone Cristicchi...

Inequilibrio giorno meno due: e il naufragar m’è dolce, in Una tazza di mare in tempesta

Il diario della seconda giornata di Inequilibrio 2010 Scusate, potreste allontanarvi tutti un po’ dallo schermo? No, perché insomma…questi son fatti privati, questa è una dichiarazione d’amore che mi vergogno a fare davanti a tutti…tu no, tu, quella ragazza che avevo di fianco, gli occhi chiusi e la testa reclinata indietro, poggiata al legno corroso della stiva del Pequod, all’orecchio di Ismaele, dentro il mare di Moby Dick...

Preparatio Mortis: Jan Fabre al Romaeuropa Festival

Il teatro è ancora un avvenimento. Entrare in una sala, sedersi e aspettare che sul palco accada qualcosa è ancora una dimensione che ha tempi propri, una propria vitalità. Se è rimasto ancora un elemento ad accomunare tutto ciò che si vede su questi palchi è proprio il momento che precede la performance, quando tutti prendono posto in attesa di qualcosa. Ecco. Qualcosa che non sempre arriva. Questo è il caso di “Preparatio Mortis” di Jan Fabre...

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Nell’architettura di vetro di Williams/Latella

Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Antonio Latella per la produzione greca di di Technichoros e Teatro d’arte Technis. Visto al teatro...