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Giro di boa sotto la pioggia, nel quarto giorno di Teatri di Vetro

Giro di boa. Il quarto giorno a Teatri di Vetro coincide con la fine della prima settimana: è domenica e tutti sono andati al mare a prendere acqua da sopra invece che da sotto, la stessa acqua temporalesca che induce a restarsene chiusi in casa, poi domani è lunedì e si lavora di nuovo, in più oggi è domenica di maggio e c'è l'ultima di campionato in serale e se non per la partita dopo una giornata in giro ad imprecare nel traffico del ritorno, davvero a chi va di uscire? Questo devono aver pensato tutti quelli che invece della Garbatella, stasera hanno scelto altre zone, presumibilmente quelle dei loro quartieri dentro le loro case, a giudicare dalla desolante carenza di pubblico – strana per il festival – da dover annotare. Ed è un vero peccato perché l'auspicio era dei migliori, proponendo due tra i lavori sulla carta più interessanti dell'intera programmazione...

Interiors: Lenton e il grande freddo dell’anima

La recensione di Interiors di Matthew Lenton andato in scena al Teatro Eliseo di Roma. Arriva a Roma al Teatro Eliseo una riuscita e fortunata creazione del collettivo scozzese Vanishing Point. Interiors prende le mosse da un testo del 1895 firmato da Maurice Maeterlinck, naturalista e letterato inscrivibile in quella copiosa corrente simbolista che invase il Nord-Europa al giro del secolo scorso...

Terzo giorno a Teatri di Vetro: la storia in fuga, di una storia d’amore

Non si fugge mai davvero, dai grandi amori. Il progetto mi balenava già dal mattino del sabato, quando mi sono trovato fra le mani un pezzo di Franco Cordelli, rintracciato sull'archivio del Corsera, di qualche giorno fa (16 maggio), in cui tracciava un parallelo splendido per valutare gli ultimi film di Nanni Moretti e di Emidio Greco. Finito l'articolo una tristezza infinita, a dirmi da quanto tempo non riuscivo, per una sorta di teatrodipendenza, ad andare al cinema. Meditabondo corro di nuovo, a sera, verso la Garbatella e questo terzo giorno di Teatri di Vetro. Susanna mi dice che oggi è un giorno in cui c'è molta danza, Susanna è una ragazza che cerchia e sottolinea, Susanna è un giornalino che sembra una stampa clandestina...

Secondo giorno a Teatri di Vetro: buoni e cattivi sentimenti nell’Italia dei vecchi

Comincia tutto dalla platea, dove tutto finisce. Nei festival c'è questa speciale capacità comunitaria che si articola nei luoghi meno consoni, quelli in cui si dovrebbe stare in silenzio, e invece l'atmosfera familiare penetra anche oltre la sacralità dell'evento: sedersi di fianco è come scambiarsi una bottiglia di vino, ognuno è al centro di filamenti sorridenti ad ogni lato, parole come monetine lanciate in una fontana, per di nuovo tornare qui. È nella platea di questo secondo giorno di Teatri di Vetro 2011, il primo spettacolo di questo festival urbano. Nell'attesa che MusellaMazzarelli diventino Figlidiunbruttodio, il critico di quotidiano stretto in mezzo da due (non più troppo) giovani della rete...

Una promessa rimandata, l’accoglienza del primo giorno di Teatri di Vetro

È dall'accoglienza che misuri l'intero soggiorno, ma non ci si può fermare lì. Prende per mano uno per uno gli spettatori, questa Quinta Edizione di Teatri di Vetro, li accompagna dal buio di una percezione non ancora esprimibile al buio della sala, dove percezione sarà.

Il buio è per i sessanta minuti di Asprakounelia di ErosAntEros, giovane compagnia ravennate che ha pensato bene di permettere la migliore percezione fin dal principio, dalla lettura del titolo di questo testo scritto nel 1991 da Philip Ridley (Killer Disney), per cui forse bastava dire Treno Fantasma. Il buio è la condizione naturale di uno spettatore, la sua incoscienza è disarticolata, immersa in una stagnante mancanza cui l'arte si pone di sopperire...

HIC IACET CORPUS: Riccardo Caporossi in mostra – Una riflessione sullo statuto dell’arte teatrale partendo dal confronto con le arti figurative

La mostra Hic iacet corpus, ospitata dal museo Bilotti, mette in luce il confronto tra un artista visivo, Alfredo Pirri (prestato al teatro all’inizio della sua carriera con la compagnia Kripton…) e un’artista performativo, Riccardo Caporossi, che abitualmente assorbe l’arte visiva in quella scenica, chiamato, nel suggestivo spazio dell’aranciera di Villa Borghese, ad esprimere la propria visione in una forma ed in uno spazio statici, quello espositivo...

Christa Wolf nelle mani di Frattaroli: il dolore nell’anima della pietra

La recensione dello spettacolo andato in scena al Taetro India di Roma. Nella pietra è conficcato l'uomo, nella pietra l'anima si strugge di libertà e il corpo n'è carceriere: l'anima della pietra dibatte con la materia e il suo uso, si plasma la forma per mano del suo correttore di asperità, emerge di vitalità fuori dalla misura in cui è confinata. Enrico Frattaroli porta in scena Nella pietra di Christa Wolf, il testo della separazione tra corpo e anima parlante...

Il Craxi di Trevisan e Shammah, con Haber la solitudine del potente sconfitto

La recensione dello spettacolo con Alessandro Haber. Una notte in Tunisia messo in scena da Andree Ruth Shammah al Quirino fino a fine settimana è probabilmente il lavoro più interessante passato nel cartellone di via delle Vergini e lo è proprio nonostante quell'immobilismo di azioni e personaggi. Perché, parafrasando le parole della regista in una recente intervista, qui è la forza della parola a scaturire dalla scena...

Bim Bum Bang! Il talento di Elena Vanni a Riunione di Condominio

La recensione dopo lo spettacolo visto a Riunione di Condominio. "Commedia leggera sulla leggerezza della armi", così l'attrice bresciana, formatasi alla Galante Garrone e al Teatro della Limonaia di Firenze, vincitrice del Premio Dante Cappelletti nel 2004, con un paradossale quanto ossimorico sottotitolo presenta il proprio lavoro. La leggerezza del sottotitolo abilmente ribalta la pesantezza del tema...

Il grande bianco opaco: L’origine del mondo di Lucia Calamaro

La recensione dello spettacolo andato in scena al Teatro Palladium. Si potrebbe stare giorni, a parlare del solo titolo di uno spettacolo. È forse questa una delle caratteristiche più forti della ricerca: spargere segni negli angoli più rabbuiati, disseminare pertugi di luce per veri speleologi. L'origine del mondo, ritratto di un interno è la nuova fatica di Lucia Calamaro – con in scena Daria Deflorian e Federica Santoro – di lei si porta la volontà di essere in scena anche quando è dietro i comandi della regia ed è questa una sua cifra ormai riconoscibile. L'origine del mondo è il titolo di un'opera famosa quanto lo scandalo che generò e genera ancora: Gustave Courbet...

Odetteodile investigation – Il lago dei cigni secondo Enzo Cosimi

La recensione dopo lo spettacolo in rassegna a Istantanee. OdetteOdile investigation, coreografia del visionario ed eccentrico maestro della danza contemporanea italiana Enzo Cosimi, non è una semplice variazione del celebre balletto tardo-romantico Il Lago dei Cigni, quanto, piuttosto, l’interpretazione di frammenti di immaginario... [continua la lettura su Sguardi Istantanei]

Dialogo interrotto fra Martone e il suo pubblico: le Operette Morali di Giacomo Leopardi

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Argentina di Roma fino al 15 maggio. Giacomo Leopardi compose le Operette Morali negli anni tra il 1824 e il 1832, cercando seguito a progetti letterari vivi già negli anni precedenti di prosette satiriche, in grado di intercettare una lettura meno che erudita d'una materia filosofica e insieme dar vita a una lingua adeguata a tale materia...

Ubu Rex e la follia degli Scarti: se il teatro invade la città

Ci hanno abituato a pensare in piccolo, mortificati dai tagli allo spettacolo sanati con magie petrolifere da alchimisti improvvisati, ci hanno costretto a navigare a vista, ad accontentarci dei nostri piccoli spazi, ci hanno convinto di non poter arrivare al grande pubblico, che quello è della televisione e se rimane è appannaggio del cinema o delle aperture serali di lobotomizzanti centri commerciali...

La precarietà secondo Casales e Lisma

Tra sfumature di apatia e determinazione, entusiasmo e frustrazione, è un affresco amaro quello che si è osservato nella prima serata del Festival Pre-visioni al Teatro della Tosse di Genova. Con La squadra di bowling di Beppe Casales e L'Operazione di Rosario Lisma viene rappresentata la generazione dei trentenni di oggi, divisa tra la voglia di veder riconosciuto il proprio lavoro, sentirsi appagati e la noia in cui si ricade quando un'occupazione non la si ha.

La realtà irrompe in tutta la sua comica amarezza ne La squadra di bowling, scritto da Beppe Casales: tre amici passano le loro giornate sul divano di casa vestiti con la divisa per partecipare ai tornei del loro sport, il bowling. Giocano per gareggiare e vincere trofei, continuano a indossare sempre la stessa maglietta della squadra, ma in fondo non vanno al bowling da due anni... [continua la lettura su Il Tamburo di Kattrin]

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