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Sans Objet: se la scena ipertecnologica di Romaeuropa è in realtà un barocco meccanismo

La recensione dello spettacolo di Aurélien Bory visto al Teatro Vascello. La tecnologia è ormai presente anche in teatro in modo quasi costante, vi è ad esempio tutta una generazioni di nuovi artisti italiani che ha trovato nella musica elettronica e nel video, entrambi elaborati dal (e al) computer, elementi essenziali del proprio linguaggio. Ma ciò che sempre prevale anche in molti di questi nuovi gruppi, è l'artigianalità...

Il libro della vita – la storia di Alì della Compagnia della Fortezza

La recensione dello spettacolo visto a Quirino Revolution 2010. “Ah! Questa è l’ora che annuvola e smemora”. Mi ricordo, qualche anno fa, di aver visto in un documentario d’annata Giuseppe Ungaretti nel suo studio che leggeva le sue poesie. Questa, il suo Ricordo d’Affrica, in cui le nuvole tradiscono la memoria. Aveva una voce che sembrava venire da una caverna, un graffio sulla pelle di anime sottili, parole tremanti e lancinanti...

Io provo a volare – omaggio a Domenico Modugno di Gianfranco Berardi

La recensione dello spettacolo visto durante la rassegna Revolution Mad al Teatro Quirino. Volare. Gli uomini scoprono dal vento di avere le ali, la propria dimensione da quel che gli accade di vivere. Mi ricordo quando lessi L’albatro di Baudelaire la prima volta, tra le prime pagine dei Fiori del male. Mi ricordo un’emozione vibrante, un lucido riverbero sulla chiglia di quella nave, dove i marinai catturavano il grande uccello dei mari...

Lear: Antonio Latella e lo spettacolo testamento di Giorgio Albertazzi

La recensione del lavoro che ha aperto la stagione del Teatro India. La tensione generazionale, l'eterna rivalità tra i giovani e i vecchi, segnata nel nostro paese da un'ostinata vittoria di questi ultimi, il soffocamento a cui le giovani generazioni sono sottoposte, non è ormai onnipresente nel dibattito socio-politico? I giovani, come capitani a cui hanno dato stelline e diplomi sono costretti ad aspettare sottocoperta...

Todo: al Quirino Revolution le domande di Rafael Spegelburd

La recensione del primo dei due spettacoli presentati dalla compagnia El Patrón Vázquez al Teatro Quirino di Roma. Dell'uso ancora possibile, attuale e attuativo della parola, dell'attore in quanto corpo recitante, della finzione e della sua crisi nel raccontare la realtà, della drammaturgia come contenitore da agitare, mescolare e far risuonare in modulazioni diverse...

Ammazzando il tempo: l’Odin in meno di mezz’ora al Quirino Revolution

La recensione della performance in scena al Quirino per Revolution Mad. La maggior parte delle volte si cerca di dare una definizione di quello che si vede, molte volte crediamo sia giusto creare dei recinti per imprigionare la materia così come si fa con gli animali, neanche avessimo paura che quel pulsare artistico impazzisca come un toro drogato e cominci a schizzare via da tutte le parti...

Revolution MAD, la Cerimonia. Cronache di un teatro in transito

Una cerimonia è un rituale, un movimento a riconoscere gli obiettivi di chi la celebra, per attestazione degli stessi che ne fanno parte. Questa Cerimonia che ha aperto la seconda edizione di MAD Revolution curata da Lorenzo Gleijeses, pre-stagione del teatro Quirino dedicato ai maestri dell’avanguardia e in genere al teatro sperimentale (ma vedremo che anche questa definizione è incompleta…), è un rito iniziatico...

Short Theatre chiude bottega, ma qui apre la stagione del mestiere delle arti

Quando è il giorno di smontare il tendone c’è sempre un po’ di tristezza, il clown piange senza la forza di riderci insieme, la donna cannone si mette a dieta, il trapezista lo vedi camminare per terra perché non ci sarà più il filo, sospeso a mezz’aria, per sentieri della vertigine. Ma c’è un momento in cui tutti si guardano, si spiano l’emozione che non scompare, e uno sguardo solo basta a esplodere tutti per l’ultima sera del più grande spettacolo che si può...

Cartoline da Kilowatt 2010

Ogni anno a Sansepolcro Luca Ricci con la sua compagnia Capotrave mette in piedi Kilowatt, un festival che cerca di indagare la scena contemporanea partendo dal pubblico. Dopo la prima serata dedicata alle nuove produzioni Kilowatt, inizia il festival creato dai Visionari. Sono spettatori non assuefatti, sono volontari cittadini appassionati di teatro che hanno scelto 9 spettacoli tra centinaia di video. Poi entriamo in gioco noi, i "critici", ovvero...

Nel penultimo giorno a Short Theatre: desideri di un atlante sentimentale

Atlante di un viaggio teatrale. Spunto è il sottotitolo del libro O/Z su Fanny & Alexander che Ubulibri ha dedicato al loro percorso sull’opera di Lyman Franz Baum, che ieri Chiara Lagani e Marco Cavalcoli, hanno presentato in questo terzo giorno testaccino di Short Theatre, all’ora dell’aperitivo. Atlante. Una mappatura del teatro che esiste. Quanto sarebbe bello poter fare un viaggio simile. Scrivere un racconto picaresco e onirico che racconti tutte queste diversità, poetiche in contrasto, amori e dolori che dell’arte sono forze generatrici. Una fiaba, una fiaba ci vorrebbe. E invece non ne scriviamo che didascalia. L’attraversiamo parlando di tutto: spazi, ruoli, finanziamenti. Ma parlare dei contenuti, questo mai. Perché lì sarebbe il dolore di non trovarne. E un teatro pieno di gente che lo fa, non si dirà mai da solo di essere vuoto. La forza della persuasione, quella della massa...

Pinter’s Anatomy: Ricci/Forte e lo smascheramento dello spettatore

La recensione dell'ultimo lavoro di Ricci e Forte. Immagina te stesso costretto a stare in piedi stretto in fila con altre persone che non conosci, allontanato dai tuoi amici, divorato da emozioni, scavato per mezz'ora da occhi tristi, amichevoli, amorevoli, violenti, patetici; immagina di non poter scappare perché prima o poi dovrai fare i conti con quello che ti gira intorno, non potrai sederti per questo ti faranno lasciare...

Secondo giorno a Short Theatre: riapre per un giorno, il Mattatoio di Testaccio

La storia è drammaturgia. Ormai ne sono convinto. La penso così appena giro l’angolo lungo il corridoio parrucchiere-shiatsu-biglietteria e alla fine anche la libreria “portatile” di Editoria&Spettacolo, Maximilian La Monica, che sta ovunque, è diventata un po’ come la libreria di casa dove sai che libri ci sono, perché ce li hai messi tu…ma resiste Maximilian, in quest’epoca in cui pubblicare libri e oltretutto sul teatro è di per sé fantascienza. La storia di questo posto è letteralmente pelare i suini, da qui il termine poco glamour e perso nei tempi di Pelanda. Qui ha deciso di spostare il suo Short Theatre Fabrizio Arcuri, pioniere di uno spazio in fondo da riassegnare alla città. Fare un festival di teatro al mattatoio nell’epoca del digiuno finanziario e dell’annientamento culturale è quanto mai ridondante, ma il teatro si occupa della verità, come tale non può non tener conto della storia dei luoghi...

Short Theatre 2010 schiude La Pelanda: la città recuperata dalla città

“Cos’è, cos’è che fa andare alla Pelenda è chiara la faccenda…”. È da stamattina che mi gira in mente questa canzone, mi pare di Milva, avevo giurato di non scriverla, che non ne avrei avuto il coraggio, poi non ce l’ho fatta a censurarmi. Perché quest’anno Short Theatre sposta la sua seconda settimana in questo nuovo spazio recuperato alla città dalla città: splendida dicotomia che lascia intendere molto di quanto gli eventi culturali innestino nello spazio urbano, ma la città delle poltrone non se ne accorge mai; bello che sia il teatro a farlo, l’arte in genere: riprendersi spazi, riconquistare terreno nella battaglia al consumismo e alle mode del capitale, riannettere territori come a Risiko, battaglie sul confine con i carri armati rossi contro i blu, il colore dell’arte contro quello delle auto del privilegio, gli investimenti tolti ai primi contro quelli confermati ai secondi. A volte va così, cominciare un articolo. Sorprendersi a canticchiare una piccola canzone che si trasforma e diventa un concetto.

BMotion OperaEstate Festival Veneto 2010:la storia passa sopra e sotto, il ponte di Bassano

Me l’avevano detto, che avrebbe fatto caldo. Ma quando si va in montagna ci si prepara sempre al peggio delle intemperie peggiori, così il saluto all’estate si fa direttamente usciti di casa, all’alba, perché ti aspettano sei ore di viaggio per arrivare fino a Bassano del Grappa, dove OperaEstate Festival Veneto tiene una finestrella neanche troppo angusta sul teatro contemporaneo, che si chiama BMotion, che non è la serie B, ma il lato B del teatro italiano...

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