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Vedendo Danio Manfredini al Teatro Secci di Terni: l’emozione e i due padroni

La recensione di Tre studi per una crocifissione, uno degli spettacoli che ha inaugurato il Teatro Secci di Terni. L’intenzione, in verità, non era che un tentativo, che credo già abortito: poter raccontare cosa sta a significare, oggi in particolare, essere nella sala che ospita sulla scena Danio Manfredini. Questo spettacolo, su cui l’artista emiliano lavora dal 1992, è un lavoro sull’opera omonima di Francis Bacon...

Il teatro di strada di Andrea Cosentino: il vuoto visto da un trapezista

Io sono abbastanza convinto che in questa cosa che sto facendo per strada ci sia un grumo di senso insieme sociale e artistico e politico forte, che il nostro teatro da teatranti non riesce più ad affrontare”. Questa, lo avverto, è un’affermazione rubata. E se cerco onestà sopra il palco la prima deve essere la mia. Ho rubato per bisogno, come sempre accade, bisogno che venisse dalla sua voce viva quel che un poco avrei tentato di dire...

Fiori d’Arancio di Saggiomo: tra cinema e teatro… né l’uno né l’altro

Si può intravvededere anche una strada nella ricerca di Saggiomo, la volontà insomma di creare un'interazione tra il cinema e il teatro, tra l'immagine semovente e la fisicità tutta esplosa dei giovani performer, ma rimane uno sterile esperimento, uno studio purtroppo senza anima. Eppure la compagnia di Andrea Saggiomo ha vinto prima, nel 2007, Nuove Sensibilità con lo spettacolo Canti di Maldoror e poi Cantieri Teatrali per Fabbrica Europa proprio con lo spettacolo di cui parliamo, hanno avuto insomma i mezzi e le opportunità per affinare il proprio lavoro...

L’ottavo giorno chiude Teatri di Vetro, il primo e fuori stagione dei festival estivi

Oggi, per concludere, gli spettacoli sono soltanto due, perché poi ci sarà la festa finale all’Angelo Mai, musica fino a notte. Ma sul palco tocca a Vincenzo Schino, regista di Opera cresciuto all’ombra della Valdoca che sta cercando di uscire al sole, e lo fa scontrandosi con un suo Limite...

Gabbato lo Santo – Gli Omini tra ironia toscana e sketch televisivi

Gabbato Lo Santo è la seconda tappa della trilogia Memoria del tempo presente con la quale la compagnia Gli Omini intende indagare la realtà dei piccoli comuni Italiani. Formatosi nel 2006, il gruppo è stato immediatamente accolto per lo spettacolo Crisiko, finalista del premio scenario 2007 e primo episodio di questo percorso di ricerca. Gli Omini costruiscono il proprio copione attraverso settimane di interviste svolte immergendosi nella realtà popolare italiana. Ignoranza e luoghi comuni emergono facilmente...

E al settimo giorno, Teatri di Vetro non si riposa: meno uno all’alba

Potere di certi incontri. Oggi arrivo un po’ prima che devo trovare il teatro 15 dove fanno i Sineglossa, così passeggio dopo aver chiesto nel foyer mi avvio lungo la salitella che porta in alto, sul promontorio di Garbatella che nessuno sa essere un luogo d’altura: curioso un quartiere cresciuto in altezza che l’edilizia ha sviluppato con palazzetti giardino, mentre lo sviluppo cementizio del resto della città è in altezza, sì, ma seguendo un altro progetto di assembramento strutturale. Case come celle d’alveare. A metà strada incontro due giovanetti con la reflex ultima generazione che fanno fotografie ai murales, mi chiedono se ce ne sono altri, io penso che per chiedermi questo non hanno mai visto il quartiere, così li porto nei lotti, gli dico fotografate qua che un borgo dentro la città quando lo vedete. La vista gli incanta l’obiettivo, li perdo mentre si perdono loro, dentro cunicoli e vicoletti...

Sineglossa – Primi passi di un’eresia

La recensione dell'ultimo studio di Federico Bomba. La qualità prima degli studi, ossia dell’apertura al pubblico delle varie tappe di costruzione di uno spettacolo teatrale, è sicuramente quella del confronto. Sineglossa utilizza questa pratica all’interno di Teatri di Vetro 4 per lanciare dei piccoli semi, pochi frammenti visivi che costituiscono la prima base del progetto Eresia, con il quale il gruppo intende indagare la figura di Giovanna D’Arco...

Non facciamone una tragedia – Nostalgia e colori fiabeschi nello spettacolo di Progetto Brockenhaus

La scena spoglia, se non per i toni di rosso di due tende che oscillano sullo sfondo, è una sala da ballo dimenticata e abbandonata a se stessa insieme ad oggetti ormai inutili, sedie bucate, legno marcio. In questo spazio si muovono personaggi anacronistici, figurine piene di polvere, frammenti di colore proiettati da uno sguardo nostalgico, ironico e grottesco, permeato da una soffice e dolce sensazione di morte....

L’urlo degli Omini invade il sesto giorno di Teatri di Vetro

E finalmente! Erano giorni che me ne stavo assopito in un limbo percettivo in attesa, m’ero accucciato negli angoli bui di un festival per dirne non solo i fiumi principali, ma tutti gli affluenti torrenti e ruscelletti che al mare ci vanno pure loro, e finalmente all’alba del sesto giorno di Teatri di Vetro, che lo dico solo per l’ampollosità della frase, ecco arrivare l’urlo che aspettavo. Lo fanno Gli Omini, quattro spericolati megalomani pistoiesi...

E il quinto giorno Teatri di Vetro si fece performativo…

Oggi per me è quasi vacanza. E lo sanno tutti. Quando arrivo trovo gente che mi dice Oggi siamo venuti solo per darti supporto…ché io e la danza non ci prendiamo lo sanno tutti, ormai. Così mi stanno vicini e, se possibile, mi spiegano dove mettere i piedi, come un cane per i ciechi. Ché a me hanno fatto due occhi, gemelli a guardarli: uno per il teatro, l’altro per la danza. E però è strabico. Che ci posso fare. Ma andiamo con ordine. Oggi la vetrina coreografica di Teatri di Vetro, nemmeno una goccia di pioggia. Meno male, penso, altrimenti a danzare con l’acqua si scivola. Resto perplesso della mia stessa battuta. Ma sono giorni strani questi, ieri ho visto l’ottimo sindaco di Angelo Tanzi, così oggi per associazione mentale con la danza m’è tornato su il sindaco, quello vero, di questa città, quello che l’altra settimana s’è visto schiacciare sotto le punte di Carla Fracci...

Macadamia Nut Brittle: la disperata ricerca dell’ amore in un purgatorio mediatico e consumistico

La recensione dello spettacolo in scena al Piccolo Teatro Eliseo di Roma Fisicità: gli attori di Ricci e Forte sono già in scena quando il pubblico entra, in fila, uno dietro l'altro mimano la classica partitura gestuale degli assistenti di volo. Durante tutto lo spettacolo non si risparmieranno mai, recitando col fiato corto, declamando al microfono col battito a mille, rincorrendosi, sudando vivranno i loro corpi come fosse uno solamente...

Quarta giornata a Teatri di Vetro: le parole sono importanti…

Le parole sono importanti, diceva qualcuno tempo addietro. E infatti la mattina del quarto giorno di Teatri di Vetro, il giorno della ripresa, del ritorno in campo infrasettimanale dopo il fine settimana che sembrava un matrimonio napoletano: tre giorni di festa in cui conosci e balli con tutti, quella mattina con la tv distrattamente accesa ascolto Umberto Croppi su La7...

Teatri di Vetro: terzo giorno fuori dai confini dell’espressione

La giornata di un cronista inizia molto presto, un caffè una scorsa alle prime pagine in rete, un po’ di radio accesa per sentirsi in compagnia, poi ci si mette a scrivere, nel momento in cui i fumi e le polveri del giorno precedente rischiarano e si comincia a ragionarci su, nel punto di contatto cioè fra vedere e riannodare pensieri, quelli di ieri, quelli di oggi. Finito mandi il pezzo, poi si passa alla seconda fase, aspettare che squilli il telefono o arrivino messaggi minatori di chi non è d’accordo. Ma lo so, lo sapevo. Succede come quando ai bambini si dice non correre che poi sudi e poi prendi freddo e t’ammali. Sì va bene, ma se non m’ero ammalato era perché non avevo preso freddo e non avevo sudato e insomma non avevo neppure corso. Esporsi dà poco scampo, niente da dire. Quando poi te ne torni al festival inizia il terzo giorno con un po’ di sole...

Le metamorfosi di Città di Ebla: per liberare il corpo dalle prigioni della quotidianità

La recensione dell'ultimo lavoro di Città di Ebla. La mutazione corporea corrisponde, per la compagnia Città di Ebla, ad una liberazione dell’istinto animale all’interno delle soffocanti prigioni della quotidianità. Presentato durante la quarta edizione del festival Teatri di Vetro, negli spazi del centro sociale Angelo Mai di Roma, Le metamorfosi è la rilettura dell’omonimo racconto di Franz Kafka nel quale si narra della trasformazione in scarafaggio del giovane Gregor Samsa...

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Laura Curino. Un teatro di ispirazione, per e con il pubblico

A Genova è da poco passato lo spettacolo Alfonsina Alfonsina, con la regia di Consuelo Barilari e il testo di Andrea Nicolini. Abbiamo intervistato...

 | Cordelia | dicembre 2024