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Al Teatro Valle il Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea

L’ultima assemblea al Valle Occupato, quella del 19 Luglio, ha ospitato i portavoce del C.Re.S.Co. (Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea), composto da strutture, compagnie, festival, teatri, artisti e operatori. Il coordinamento si fonda a Bassano nel Settembre 2010 e ha come presidente Luca Ricci ed Elena Lamberti come coordinatrice nazionale...

Avamposti di resistenza nell’epoca delle videolottery. Cronache dall’ex Cinema Palazzo – sala Vittorio Arrigoni

«Dobbiamo resistere fino in fondo e dobbiamo resistere sempre». Queste non sono le parole di una vittima di qualche regime sperduto nel sud del mondo, l'occasione in cui sono state pronunciate non è quella di un' occupazione militare, non sono uscite dalla bocca di un giovane ed eroico partigiano col moschetto in spalla e il fazzoletto rosso al collo. Questa frase, certo volutamente ricca di rimandi all'antifascismo che fu...

Al Quirinale la proposta Per il Nuovo Teatro Valle, ma esistono ancora i Beni Culturali?

Ieri al Teatro Valle Occupato c'è stata conferenza stampa chiamata dall'interno, in reazione ai nuovi sviluppi che hanno definito l'impegno economico del Comune di Roma, in raccordo con le opposizioni, per stanziare 1 200 000 euro di copertura finanziaria in relazione all'anno di gestione cui è chiamato il Teatro di Roma...

“Non entrare in Olanda”. La lotta senza vincitori di chi vuole la cultura in Europa

Come preannunciato già dall'insediamento, nell'autunno 2010 del governo liberale, un consistente taglio governativo si abbatte sull'Olanda. Diversi autorevoli esponenti del teatro e della danza internazionale danno il via a una protesta contro il governo, la cui politica di “alleggerimento” avrà effetto soprattutto ai danni delle arti performative...

Pubblico e privato di uno Stato Nazionale: la ripartizione dei chicchi di riso

C'era un volta lo Stato Nazionale, bene comune dei cittadini di un paese. Questo Stato era detto pubblico, un organo di gestione delle spese per il mantenimento di tutti i cittadini, che in cambio nello Stato lasciavano i soldi per tenerlo in piedi, eleggendo per questo i suoi rappresentanti. Tutto cambia con l'inserimento della cultura che è pubblica in una rete di gestione privata. Qui, dunque, sorge l'emergenza della cultura...

Con Lavia e Cutaia per un modello di gestione del Valle: ma è con loro che si deve parlare?

Nelle stanze della Torre di Babele, dove le lingue si confondono e la discordia si fa sovrana, quando si entra da fuori se ne resta contagiati. Non tanto perché la discordia non sia produttiva, quanto perché la confusione è generatrice di consenso e dissenso, smettendo di focalizzare gli obiettivi principali e ineludibili. All'ingresso di Ninni Cutaia – ex direttore generale dell'ETI – e di Gabriele Lavia direttore del Teatro di Roma, la platea brulica di lingue anche già morte e sepolte e inizia a raffinare la sua percezione dell'evento che sta per iniziare: la grande assemblea pubblica per un'idea di gestione del Teatro Valle. L'introduzione dell'assemblea indica i punti programmatici dei modelli di gestione che la stessa assemblea ha iniziato a focalizzare...

Una Repubblica fondata sulla conoscenza: Stati Generali della cultura al Valle occupato

Quando si sente parlare di Stati Generali c'è sempre un ombroso velo di diffidenza, connesso al desiderio di partecipare che è in parte attiva urgenza e in altra parte quella spinta passiva di soltanto didascalizzare un'inclinazione. Questi Stati Generali della Cultura, chiamati gridati urlati al Valle Occupato da tutti i germogli dell'arte che gravitano attorno a questa città capillare, si sono invece aperti con l'incisività ben augurante che spetta ad ogni riunione così partecipata, sviluppando i tre punti fondamentali apparsi ad inizio assemblea ed esplicati con precisione: politica culturale, con essa intendendo una rimodulazione del rapporto potere/cultura, oggi così degradato, poi l'organizzazione e quindi una scelta programmatica di azioni da fare, in ultimo la questione welfare, che attiene decisamente alla possibilità di rintracciare risorse per la cultura e la conoscenza da altri settori fin troppo agevolati.

Seconda settimana del Valle occupato: arriva Gabriele Lavia e torna Babele

Io non c'ero. Ma c'era un cronista come me. Mi ha chiamato all'una di notte, Graziano Graziani, per dirmi cos'era stato, poi s'è messo a scriverne per pubblicare il giorno successivo su Paese Sera. Cercava in me una sponda di credibilità a una modalità d'ingaggio che lo lasciava perplesso, cercava di dirsi dicendomi dell'ingresso di Gabriele Lavia al Valle occupato, dei fischi che sottolineavano le sue parole, di quella che sentiva una certa mancanza di rispetto per l'uomo, incapaci di scinderlo dal ruolo. Lo sconcerto e la frustrazione nascono in chi segue e osserva per la mancanza di una comprensibilità piana degli eventi, ma anche per un curioso andirivieni di intenti che lascia il cronista ora al fianco di chi pone in atto l'azione, ora nel canto di testimonianza che illumina gli accecamenti.

Quinto giorno a Valle: la sfida nazionale di un teatro – non ancora – romano

Squilla, squilla il telefono di un'occupazione. Fin da ieri uno strano cortocircuito s'è insinuato nelle reti telefoniche: al mattino e in diversi momenti, da Andria Michele Sinisi prima, Michele Santeramo poi, entrambi di Teatro Minimo, per far sentire la propria voce m'hanno chiamato per ribadire l'importanza della cronaca per chi è lontano dall'accadere, dopo un paio d'ore torna a vibrare il telefono e la voce è quella di Ermanna Montanari, attrice e co-fondatrice del Teatro delle Albe, quest'anno direttrice del Festival di Santarcangelo, che ribadisce – ma a me – la sua adesione: tante telefonate per dire una cosa soltanto, dal nord al sud, si sta facendo qualcosa di straordinariamente importante su scala nazionale, perché tale il Teatro Valle è sempre stato: il teatro nazionale della città. Proprio ieri listavo a lutto il mio articolo tricolore...

Quarto giorno al Valle: Babele studia le lingue, ma il potere ne parla una soltanto…

Il giorno della chiarezza. Ieri mi trovavo a ragionare attorno a questa occupazione del Teatro Valle, al suo quarto giorno, chiedendo a voce alta che prima di tutto si parlasse del Valle, il cui destino appare sempre di più come un ago della bilancia di straordinaria efficacia, come gli stessi occupanti dichiarano fin dall'inizio. Finalmente l'assemblea di ieri venerdì si è svolta ricercando proprio un ponte di raccordo fra la protesta e l'opportunità propositiva che ne segue. Ma ancor di più l'assemblea ha finalmente sgomberato il campo da un fraintendimento colossale: il confine fra gestione e autogestione. È stato cioè puntualizzato con forza che gli obiettivi erano e sono quelli di discutere progetto artistico e copertura economica per affrontarlo...

Terzo giorno a Babele: il Valle occupato si occupi di tutto, ma prima si occupi del Valle

Questa riunione si è aperta in nome delle rimostranze a proposito di welfare, di diritti, contributi, giornate lavorative, di riconoscimento categoriale per i lavoratori dello spettacolo; ognuno ha portato le proprie informazioni e le proprie esperienze associative, sindacali, di lotta generica collettiva e individuale, qualcuno si è spinto a proposte concrete di rinnovamento etico del proprio lavoro in un ambito decisamente vituperato, tenuto in uno stato normativo che fa riferimento ad altre categorie di lavoratori, non conciliabili con le esigenze e le modalità di questa particolare categoria.

Teatro Valle occupato: seconda giornata sulla Torre di Babele

In questo secondo giorno di occupazione del Teatro Valle, durante l'assemblea (che si ripeterà oggi dalle 16) le diverse anime cercano una conciliazione molto difficile: teatranti, cineasti, artisti visivi, scrittori, musicisti, ognuno racconta il suo e quasi nessuno compone una proposta di ordinamento oggettivo, ognuno il suo particolare, tutti si affannano a dichiarare il sovvertimento della categoria generalista, riaffermando invece subito dopo l'orgoglio di categoria. La propria. Intanto arriva in diretta la notizia che il Comune di Roma (che lo darà al Teatro di Roma) gestirà per un anno il Valle in attesa di un bando (rivolto al pubblico o al privato? Questa è la domanda).

Scroscia l’applauso per gli occupanti: il Valle in festa ma cerca subito proposte concrete

Piove. Piove dentro il Teatro Valle. O è questa la sensazione a sentire lo scroscio dell'applauso che saluta l'avvio della conferenza stampa delle ore 14: un gruppo che non si identifica, che non cerca rappresentanze e ne fugge un dialogo che reputa interrotto, denominato soltanto Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, dopo aver occupato lo storico stabile romano, ha dato vita all'iniziativa che ancora adesso, mentre sto scrivendo, è viva e sta per organizzare la sua prima serata occupata. Il dato più importante della conferenza è l'assenza di contenuti, là dove dovesse apparire un disvalore, ha invece il pregio di rimandare ogni discussione ideativa all'assemblea chiamata per le 16, soltanto lasciando questo spazio al respiro finalmente quieto di chi ha compiuto l'azione e di fronte alla stampa se ne difende l'incidenza.

Occupato questa mattina il Teatro Valle! Conferenza stampa alle ore 14

Era nell'aria da giorni, questa mattina alle 10 in punto un gruppo auto-organizzato di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, ha occupato lo stabile del Teatro Valle. Il gruppo non si firma per testimoniare la mancanza di un organo che rappresenti i tanti lavoratori attorno allo spettacolo, sia in ambito artistico che tecnico, e chiede la partecipazione dell'intero movimento delle arti di questa città alle discussioni sulla destinazione dello stesso teatro (presumibilmente in quota al Teatro di Roma del nuovo direttore Gabriele Lavia), che ha concluso la sua ultima stagione assieme alla grande avventura del soppresso ETI, attraverso una commissione che ne difenda il suo carattere storico e la sua vocazione al teatro d'arte. Il movimento è condiviso inoltre da musicisti, artisti contemporanei, scrittori, buona parte del panorama culturale ha firmato e sottoscritto l'appello per questa azione che ha portato i manifestanti nella sala in questi anni ricca di tanti e straordinari spettacoli.

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