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Festival: reportage e articoli

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Gabbato lo Santo – Gli Omini tra ironia toscana e sketch televisivi

Gabbato Lo Santo è la seconda tappa della trilogia Memoria del tempo presente con la quale la compagnia Gli Omini intende indagare la realtà dei piccoli comuni Italiani. Formatosi nel 2006, il gruppo è stato immediatamente accolto per lo spettacolo Crisiko, finalista del premio scenario 2007 e primo episodio di questo percorso di ricerca. Gli Omini costruiscono il proprio copione attraverso settimane di interviste svolte immergendosi nella realtà popolare italiana. Ignoranza e luoghi comuni emergono facilmente...

E al settimo giorno, Teatri di Vetro non si riposa: meno uno all’alba

Potere di certi incontri. Oggi arrivo un po’ prima che devo trovare il teatro 15 dove fanno i Sineglossa, così passeggio dopo aver chiesto nel foyer mi avvio lungo la salitella che porta in alto, sul promontorio di Garbatella che nessuno sa essere un luogo d’altura: curioso un quartiere cresciuto in altezza che l’edilizia ha sviluppato con palazzetti giardino, mentre lo sviluppo cementizio del resto della città è in altezza, sì, ma seguendo un altro progetto di assembramento strutturale. Case come celle d’alveare. A metà strada incontro due giovanetti con la reflex ultima generazione che fanno fotografie ai murales, mi chiedono se ce ne sono altri, io penso che per chiedermi questo non hanno mai visto il quartiere, così li porto nei lotti, gli dico fotografate qua che un borgo dentro la città quando lo vedete. La vista gli incanta l’obiettivo, li perdo mentre si perdono loro, dentro cunicoli e vicoletti...

Sineglossa – Primi passi di un’eresia

La recensione dell'ultimo studio di Federico Bomba. La qualità prima degli studi, ossia dell’apertura al pubblico delle varie tappe di costruzione di uno spettacolo teatrale, è sicuramente quella del confronto. Sineglossa utilizza questa pratica all’interno di Teatri di Vetro 4 per lanciare dei piccoli semi, pochi frammenti visivi che costituiscono la prima base del progetto Eresia, con il quale il gruppo intende indagare la figura di Giovanna D’Arco...

Non facciamone una tragedia – Nostalgia e colori fiabeschi nello spettacolo di Progetto Brockenhaus

La scena spoglia, se non per i toni di rosso di due tende che oscillano sullo sfondo, è una sala da ballo dimenticata e abbandonata a se stessa insieme ad oggetti ormai inutili, sedie bucate, legno marcio. In questo spazio si muovono personaggi anacronistici, figurine piene di polvere, frammenti di colore proiettati da uno sguardo nostalgico, ironico e grottesco, permeato da una soffice e dolce sensazione di morte....

L’urlo degli Omini invade il sesto giorno di Teatri di Vetro

E finalmente! Erano giorni che me ne stavo assopito in un limbo percettivo in attesa, m’ero accucciato negli angoli bui di un festival per dirne non solo i fiumi principali, ma tutti gli affluenti torrenti e ruscelletti che al mare ci vanno pure loro, e finalmente all’alba del sesto giorno di Teatri di Vetro, che lo dico solo per l’ampollosità della frase, ecco arrivare l’urlo che aspettavo. Lo fanno Gli Omini, quattro spericolati megalomani pistoiesi...

E il quinto giorno Teatri di Vetro si fece performativo…

Oggi per me è quasi vacanza. E lo sanno tutti. Quando arrivo trovo gente che mi dice Oggi siamo venuti solo per darti supporto…ché io e la danza non ci prendiamo lo sanno tutti, ormai. Così mi stanno vicini e, se possibile, mi spiegano dove mettere i piedi, come un cane per i ciechi. Ché a me hanno fatto due occhi, gemelli a guardarli: uno per il teatro, l’altro per la danza. E però è strabico. Che ci posso fare. Ma andiamo con ordine. Oggi la vetrina coreografica di Teatri di Vetro, nemmeno una goccia di pioggia. Meno male, penso, altrimenti a danzare con l’acqua si scivola. Resto perplesso della mia stessa battuta. Ma sono giorni strani questi, ieri ho visto l’ottimo sindaco di Angelo Tanzi, così oggi per associazione mentale con la danza m’è tornato su il sindaco, quello vero, di questa città, quello che l’altra settimana s’è visto schiacciare sotto le punte di Carla Fracci...

Quarta giornata a Teatri di Vetro: le parole sono importanti…

Le parole sono importanti, diceva qualcuno tempo addietro. E infatti la mattina del quarto giorno di Teatri di Vetro, il giorno della ripresa, del ritorno in campo infrasettimanale dopo il fine settimana che sembrava un matrimonio napoletano: tre giorni di festa in cui conosci e balli con tutti, quella mattina con la tv distrattamente accesa ascolto Umberto Croppi su La7...

Teatri di Vetro: terzo giorno fuori dai confini dell’espressione

La giornata di un cronista inizia molto presto, un caffè una scorsa alle prime pagine in rete, un po’ di radio accesa per sentirsi in compagnia, poi ci si mette a scrivere, nel momento in cui i fumi e le polveri del giorno precedente rischiarano e si comincia a ragionarci su, nel punto di contatto cioè fra vedere e riannodare pensieri, quelli di ieri, quelli di oggi. Finito mandi il pezzo, poi si passa alla seconda fase, aspettare che squilli il telefono o arrivino messaggi minatori di chi non è d’accordo. Ma lo so, lo sapevo. Succede come quando ai bambini si dice non correre che poi sudi e poi prendi freddo e t’ammali. Sì va bene, ma se non m’ero ammalato era perché non avevo preso freddo e non avevo sudato e insomma non avevo neppure corso. Esporsi dà poco scampo, niente da dire. Quando poi te ne torni al festival inizia il terzo giorno con un po’ di sole...

La nube si addensa sul secondo giorno di Teatri di Vetro

Quarantotto ore di filata. La pioggia non ha lasciato Roma nemmeno per un minuto. Farci un festival sotto è un azzardo temerario, eppure anche ieri la macchina di questo Teatri di Vetro ha funzionato davvero bene. Peccato soltanto che la sua ragione originaria, legare gli eventi all’ambiente, al quartiere, alla vita che si fa ogni giorno per le piazze e nelle case della gente, in questo modo non riesca a venir fuori con la forza che poteva avere...

In arrivo Argot Off: dal 4 giugno a caccia di nuove drammaturgie

Non una semplice rassegna a margine della stagione ufficiale, ma quasi una seconda stagione per quantità di proposte e modalità di presentazione: 8 saranno gli spettacoli, ogni settimana se ne alterneranno così due per settimana e ognuno avrà a disposizione 3 repliche. Andando poi a leggere nello specifico le schede dei singoli lavori, notiamo anche con piacere, come nella mescolanza della varietà linguistica dei lavori si sia determinato un aspetto comune che può essere riconosciuto nella “tematica sociale”. quest'anno la rassegna, è impreziosita dai lunedì di Suite_Argotmentando, ovvero una serie di spettacoli, a ingresso gratuito, messi in scena dagli allievi della Master Class tenuta da Roberto Latini, Ilaria drago e Maurizio Panici... Dal 4 giugno 2010 al Teatro Argot. All'interno il programma completo

Teatri Di Vetro 2010: il diario della 4° edizione

Il Festival organizzato da Triangolo Scaleno nello storico quartiere romano raccontato nelle intense narrazioni di Simone Nebbia...

Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini 2010

Qualche giorno fa, un collega con più esperienza e vocazione di me m’ha detto: “Ma tu non hai fatto in tempo a vedere Rumori fuori scena di Attilio Corsini?”. Al mio dire di no ha fatto un viso come dire: che ti sei perso…e non posso saperlo, no, che mi sono perso, però mi ricordo di quel giorno che Corsini morì, ero con quello che da allora sarebbe diventato il mio compagno di battaglia all’Argot Studio... All'interno il programma completo

Programma Argot Off 2010

Il calendario con tutti gli spettacoli della rassegna che per il secondo anno accende l'estate del teatro diretto da Tiziano Panici, Francesco Giuffrè, Francesco Frangipane

Teatri di Vetro prima giornata: un’arca nel diluvio della Garbatella

Il racconto giorno per giorno del Festival organizzato da Triangolo Scaleno nello storico quartiere romano. Sotto la tempesta agonizzava la Garbatella, un festival bagnato dicono sia fortunato ma a giudicare dalle facce viste in giro non sembrava così tanto, ma vederli correre intervenire provarci comunque, è stato probabilmente il miglior modo per questo battesimo decisamente fuori portata… E tutto, o quasi, alla fine è stato salvato. Mancava solo Caterina Moroni e la sua Traccia 03-Espantos, che aveva bisogno di un prato e la luce del giorno per la sua istallazione, che era davvero chiedere troppo. Nel piazzale Painting Tango di NUfactory avrebbe sparso vernice rossa fino a Piramide, così è stato spostato nel foyer e credo ridotto nella capacità...

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