Setteteste è un’associazione composta da individualità artistiche diverse che spaziano dal teatro alla danza, dalla musica al video e alla grafica. L’ibridazione dei diversi linguaggi artistici, d’altronde, sembra oramai una delle caratteristiche peculiari delle giovani compagnie che si affacciano nel panorama della ricerca teatrale contemporanea. La prospettiva a cui il teatro si apre è sicuramente quella di un coinvolgimento poli-sensoriale dello spettatore partecipe a nuove costruzioni drammaturgiche, a nuove strutture sceniche, alla frantumazione e ristrutturazione di segni e significati. 5, lo spettacolo proposto al Palladium di Roma e inserito nel progetto ZTL, punta la sua attenzione proprio a questa capacità di percezione dell’essere umano: cinque sono i personaggi in scena testimoni di una stessa tragedia, cinque le loro memorie sensoriali e le diverse modalità di percezione della realtà. Sulla destra e sulla sinistra del palco, Setteteste inserisce due pannelli sui quali lampeggia il numero del titolo. Dopo un micro conto alla rovescia, i personaggi di questo racconto corale entrano in scena mentre sui due teli scorrono i video delle loro vite in città. Una donna incinta, una ragazza immigrata che lavora per dare i soldi alla sorella aspirante cantante, un ragazzo timido ed emaciato terrorizzato dalla collettività, un uomo anziano e dedito al gioco d’azzardo e un altro ragazzo immigrato che sogna di fare lo chef, si ritrovano ad assistere ad un incidente in metropolitana, probabilmente un attentato, per ritrovarsi poi in questura, nello stesso claustrofobico spazio, sottoposti ad un interrogatorio. Qui le loro storie si ribalteranno e ricostruiranno nonostante i protagonisti rimarranno incapaci di trovare un punto d‘incontro.
La drammaturgia costruita da Setteteste sembra rimanere irrisolta, annichilita dall’uso del video che, incapace di integrarsi sulla scena, si dà come elemento a sè stante, uno sfizio creativo che a tratti ridicolizza i linguaggi televisivi, a tratti scimmiotta la video-art. Un elemento che sembra voler mascherare l’incapacità degli attori di dare valore allo spazio scenico. Dialoghi e racconto alternano momenti ironici e drammatici permeandosi di retorica, giovanilismo, e lezioncine morali e demolendo le potenzialità dell’intreccio corale costruito nell’incipit della pièce teatrale.
Pur se presentato in forma di studio, 5, mette in scena una mancanza di integrazione tra gli elementi che compongono la scrittura scenica dello spettacolo: la potenzialità delle immagini e degli strumenti utilizzati rimane priva di collante e lo stesso percorso narrativo attraverso i cinque sensi percettivi una buona idea ancora da sviluppare.
Matteo Antonaci
visto il 18 aprile 2010
al Teatro Palladium [Vai al programma 2009/2010 del Teatro Palladium]
Roma
5
a cura di
ZTL – Zone Teatrali Libere
corealizzazione
Palladium Università Roma Tre, Romaeuropa
col sostegno di
Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali
direzione
Simona Senzacqua
drammaturgia
Giulio Marzaioli
con
Mariano Aprea, Michaël Ounsa, Francesco Roffini, Laura Sampedro, Simona Senzacqua
musica dal vivo
Antonia Gozzi
video e luci
Igor Renzetti
produzione
Setteteste, Nutrimenti Terrestri, Teatro Forsennato e Riunione di Condominio, Istituto d’istruzione Liceo Scientifico “Azzarita”, ZTL_pro