Abbiamo visto in anteprima nazionale al Festival delle Colline Torinesi l’ultima regia di Valter Malosti: “Ifigenia in Cardiff”, un testo di Gary Owen. Recensione
Già l’Ifigenia di Euripide è consapevole dell’antica sventura di essere donna – «il destino della donna è ben misero» – e, memore dei drammi familiari, conosce il mal di vivere e sa bene che cercare la propria felicità è ancora più doloroso che rinunciarvi. Tuttavia, nella sua apparente rassegnazione all’ordine paterno, Ifigenia riscatta il proprio diritto di decidere e trasforma il sentimento di inadeguatezza che prova di fronte alla guerra nella scelta deliberata e senziente di assumere il ruolo della vittima.
In uno tra gli spazi della Casa del Teatro Ragazzi di Torino il Festival delle Colline Torinesi ha ospitato in anteprima nazionale la versione gallese della tragedia, firmata Gary Owen, che analogamente riproduce il sacrificio della giovane Ifigenia innocente, agito con piena consapevolezza, in nome di una ragion di stato sovrana. Il contesto è quello di una Cardiff contemporanea: è una storia di dipendenze e fragilità, sobborghi e disagio sociale, in cui si muove nervosamente Ellie. L’Ifigenia in Cardiff di Valter Malosti con Roberta Caronia si apre sulla figura segaligna della donna, centrale in una scena corvina e avvolta da un cerchio di luce mentre racconta in prima persona, dapprima con compiacimento, poi con spavento, la propria disordinata vita ai margini, impantanata in relazioni disfunzionali e assuefazioni etiliche.
Coabita con Leanne e intrattiene una bislacca relazione sentimentale con lo sbilenco Sacha. Entrambi sono due sballati, componenti dello stesso universo notturno e underground che Ellie frequenta. Il punto di svolta avviene nell’incontro sessuale con un reduce dalla guerra in Afghanistan il quale – gravemente mutilato – usa questa occasione per dar(si) prova di completa virilità. Questo incontro tuttavia ha delle conseguenze ben più rilevanti: Ellie resta incinta, scopre – dopo giorni di paranoia – che lui ha moglie e figli, decide insieme a Sacha di tenere il bambino e, infine, lo perde a causa di un problema di malasanità. Il suo sacrificarsi risiede nella scelta di non porre denuncia nei confronti dei colpevoli della morte del suo bambino, per non infierire ulteriormente su uno stato sociale al collasso.
Questo lavoro mostra come, miscelando e calibrando pochi elementi essenziali, il teatro si compia, celebrando l’intensità dell’hic et nunc: Caronia è efficace, agisce un personaggio ruvido con presenza conturbante, la regia discreta le concede l’onere di occupare lo spazio con potenza e il testo drammaturgico rivela con completezza di sintesi una efficacia politica, ma anche scenica.
Giulia Muroni
Casa del Teatro Ragazzi, Festival delle Colline Torinesi – Torino, Giugno 2017
IFIGENIA IN CARDIFF
di Gary Owen
regia Valter Malosti
traduzione Valentina De Simone
con Roberta Caronia
produzione Teatro di Dioniso