In anteprima nazionale a Primavera dei Teatri, Marta Dalla Via e Gold Leaves hanno presentato “Personale Politico Pentothal” la loro opera-rap dedicata ad Andrea Pazienza. Recensione
Ci sono momenti del vissuto che in alcuni ricordi lasciano cicatrici profonde, e qualche imbarazzo. Le vicende sono quelle dei sopravvissuti di una generazione in parte sacrificata dalla storia, consumata dalla droga; compressa e schiacciata tra talento, politica e vicende personali.
Personale Politico Pentothal. Opera rap per Andrea Pazienza è una storia di attraversamenti, che dal ’77 arriva fino ai giorni nostri. Già il sottotitolo tradisce la presenza in scena di alcuni rapper talentuosi e di un deejay alla consolle (tutti artisti di Gold Leaves, una realtà indipendente con base a Vicenza che promuove la musica hip-hop). I loro brani sono la faccia doppia e speculare dei ricordi che un’incontenibile Marta Dalla Via, in abito blu sgargiante e rossetto ipnotico, sputa dal palco. Una donna sola, al centro, si arrampica in un racconto onirico turbolento e affabulatorio. Alle sue spalle un altro personaggio, radiocronista che sgambetta la narrazione, con interventi allucinati e graffianti.
È una propulsione di parole quella esibita dalla nostra «eroina fatta di eroina» che ripercorre in prima persona le vicende di una generazione talentuosa, dei suoi amori, dei tradimenti. Della droga. È un sogno che «se ne frega della scansione temporale. Difetta di logica. Non si capisce più cosa è successo prima e cosa poi». Una narrazione che procede volutamente a singhiozzo e fa bandiera dei nomi noti di chi ci «ha lasciato senza neanche dirlo»: il fumettista Stefano Tamburini, ad esempio, trovato morto per overdose nel suo appartamento chissà dopo quanti giorni, quando ormai il cattivo odore aveva attraversato le porte e si era imposto con fastidio a chi voleva far finta di non vedere dove stessero andando i nostri giovani. Oppure Francesco Lorusso, studente e militante di Lotta Continua, ucciso con un colpo d’arma da fuoco, in una manifestazione nel ’77 a Bologna.
«La svolta sinistra della sinistra è cominciata forse così. Ti si chiede di usare un’arma. Un’arma che spara per davvero vere pallottole. Non l’arte, non le parole. Ti si chiede fede nella pitrenttosità. Di far discorsi con le spranghe. Di sanpietrare le vetrine».
Così parla Betta – l’ex fidanzata di Andrea Pazienza – la protagonista fatta di Pentothal (il Tiopental Sodico usato spesso in cinema e tv come siero della verità) e che non usa filtri in questo racconto: procede attraverso un linguaggio decostruito, antifunzionale, dove le parole si intrecciano e si sovrappongono in un sincretismo linguistico che è specchio della frammentarietà dei percorsi dei suoi protagonisti. È sacrificata la coerenza – proprio come accade ne Le straordinarie avventure di Pentothal di Andrea Pazienza – per un bisogno trasversale di attraversamento, che peraltro sembra il più adatto a percorrere le vicende di questa generazione.
Poi c’è la musica che si affianca al teatro, o per meglio dire: c’è un concerto cui spetta la narrazione senza censure o doppi sensi. Sul palco Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (Dj MS), Michele Seclì (Lethal V), Alessio Sulis (Rebus), Giovanni Zaccaria (Zeth-Caste) e Roberto Di Fresco (Giobba) cantano l’involuzione di una generazione annebbiata dai social-network, naufraga del web, che poi si arrende allo splendore del sole-pentothal.
Alle parole e all’inventiva della canzone rap corrisponde oggi un linguaggio della prosa non più efficace. È per questo che Marta Dalla Via preferisce scomporlo in acrostici, usando acrobaticità della nostra lingua, in un gioco divertente ma estremamente raffinato che sembra essere l’unica soluzione in uno spaccato sbiadito della scena contemporanea. E Andrea Pazienza? Non appare mai, eppure è il manifesto, il tramite e propulsore per una riflessione profonda su una vita tutta da ricomporre. Proprio come il nostro linguaggio.
Doriana Legge
Visto a Primavera dei Teatri – Giugno 2017
Personale Politico Pentothal. Opera rap per Andrea Pazienza
di Marta Dalla Via
regia Fratelli Dalla Via e Gold Leaves
un progetto di Fratelli Dalla Via e Gold Leaves
con Marta Dalla Via e Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (Dj Ms), Michele Seclì (Lethal V), Alessio Sulis (Rebus), Giovanni Zaccaria (Zethone)
direzione tecnica Roberto Di Fresco
scene e costumi Fratelli Dalla Via
produzione La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale / Fratelli Dalla Via
coproduzione Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di Bassano Opera Festival
presentato in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo