Debutta in prima nazionale a Torino lo spettacolo War and Peace del collettivo anglo-tedesco Gob Squad. Recensione
La tavola è pronta. Imbandita di dolci, frutta, vino e calici, rappresenta il luogo per eccellenza in cui discorrere amabilmente, si presta in questo contesto ad accogliere le conversazioni di perfetti sconosciuti. War and Peace, l’ultimo lavoro del collettivo anglo-tedesco Gob Squad, coprodotto dal Teatro Stabile di Torino insieme ad altri quattro teatri, un’università e due festival in Europa, ha inizio già nel foyer, dove si aggirano i performer per scegliere chi tra il pubblico sarà uno dei loro interlocutori al banchetto.
Gob Squad, di base a Berlino e Nottingham, è un gruppo di artisti attento alla commistione dei generi performativi, che nutre il dichiarato intento di rinvenire coaguli di bellezza nei dettagli, apparentemente banali, del quotidiano e di scovare gemme di acume e di saggezza negli sconosciuti di passaggio, cioè nella fattispecie gli spettatori. I tre fortuiti ospiti prendono parte a un convivio sui generis: il quesito che, immenso e angosciante, cerca ragioni per l’esistenza della guerra, di dirama poi sulle condizioni di esistenza della pace, sulla possibilità di vivere in un mondo senza guerra o la percezione quotidiana della guerra, anche distante, nel mondo. Riproducendo un’estetica da alta società russa di inizio diciannovesimo secolo, il tema dei discorsi è mutuato dal cuore del capolavoro di Tolstoj, usato – senza timori reverenziali – come espediente per discutere di morale, quindi delle modalità di azione in uno scenario disastrato, sullo spazio della libertà all’interno di un contesto di necessità immanente, sui concetti di salvezza e privilegio.
Il tono della conversazione è affabile e, nonostante la profondità dei contenuti, gli attori conducono il gioco con un incedere leggero, mostrandosi abilmente in grado di mettere a proprio agio i propri ospiti, interrogandoli con garbo e ironia. Centrale sulla scena c’è un gazebo rettangolare di tulle, ai lati – oltre al tavolo – due teli sui quali vengono proiettati live, attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso, i volti dei commensali, che compaiono duplicati da più prospettive. Del testo di Tolstoj viene trafugato lo scenario, la postura riflessiva intorno a grandi temi, ma non c’è una ricostruzione narrativa, Guerra e pace è un trampolino nobilissimo per scaraventarsi su questioni fondamentali del vivere paranoico nella nostra contemporaneità. La campagna di Russia di Napoleone serve a raccontare e schernire la brama di potere. Vediamo l’imperatore francese preparare quel che saranno le ragioni della propria disfatta quando nel gazebo/tenda da campo si trova a discutere con il generale russo Kutuzov.
I personaggi del romanzo russo vengono mostrati nel loro portato farsesco. Si presentano al pubblico, mimando una passerella dell’alta moda: si succedono Bolkonskji, Nataša Rostova, Dolokhov, il Principe Drubreckoj e poi personalità del passato e della contemporaneità, da Marylin Monroe a Donald Trump, passando per Nelson Mandela, Lenin e Walt Disney. La struttura sembra essere articolata su dei cardini drammaturgici, infarciti poi di elementi di improvvisazione, dettati dalla presenza di persone sempre nuove sulla scena. La cornice pop costruisce uno scenario kitsch in cui si sovrappongono verità letterarie e falsi storici e i personaggi si muovono bizzarri, vestiti di pepli e calzamaglie écru. Divertente e debordante, Gob Squad sembra avere il dichiarato intento di prendersi gioco di una società che trova la massima commozione nei video virali con le imprese più o meno banali dei gattini di tutto il mondo.
War and Peace è un eccentrico happening, un divertissement che riesce a usare in modo beffardo una mole letteraria autorevole, inserendo – nel contesto estremamente ludico e scintillante – alcuni quesiti pregnanti.
Giulia Muroni
Fonderie Limone, Torino – febbraio 2017
WAR AND PEACE
dal romanzo di Lev Tolstoj
drammaturgia Johanna Höhmann, Christina Runge
Ideazione e regia Gob Squad
cast per Torino Sean Patten, Sharon Smith, Bastian Trost, Simon Will
scene Romy Kiessling
costumi Ingken Benesch
luci Andreas Rehfeld, Chris Umney
suono Jeff McGrory, to rsten schwa rzbach
video design Miles Chalcraft, Anna Zett
regista assistente Mat Hand
produzione Gob Squad / Münchner Kammerspiele
in coproduzione con Volksbühne am Rosa Luxemburg – Platz Berlin, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Schauspiel Leipzig, Konfrontacje Teatralne Festival Lublin, Lancaster Arts at Lancaster University, Malthouse Theatre and Melbourne Festival, Gessnerallee Zürich, Nottingham Playhouse.