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Evita. La santa vestita da pin-up

Evita, musical scritto da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber e portato al cinema da Alan Parker con Madonna, sul palco del Teatro Sistina di Roma con Malika Ayane. Recensione

evita
Foto Flavio & Frank

Non piangerai, Argentina? Davvero, non lo farai come ti chiede la condottiera del tuo popolo, la più improbabile, quella che viene dalle tue periferie più lontane ma che ha raggiunto il cuore del potere? Evita l’ha fatto a modo suo, senza lasciare nulla di sentimentale alle spalle della sua ascesa, ma ritrovando un sentimento più grande, collettivo, una volta raggiunta la vetta. Non ha mai guardato giù, Evita, salendo scalini come balzi elettrizzati; non ha guardato altro che giù, quando il potere occorreva alle istanze di uguaglianza. Evita Duarte, Evita Perón. Tra le storie che la politica del Novecento ha offerto all’epica regale, la sua di Cenerentola un po’ furba e opportunista, moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón, non poteva non restare nelle epoche successive, resa immortale dai rotocalchi prima, dal teatro e dal cinema poi.
Era la fine degli anni Settanta quando Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, già autori anche del fortunato Jesus Christ Superstar, composero rispettivamente i testi e le musiche del musical, che debuttò al Prince Edward Theatre di Londra e fornì ispirazione per il film diretto nel 1996 da Alan Parker con la popstar Madonna nel ruolo della protagonista. Oggi è Massimo Romeo Piparo a portare il musical sul palco del Teatro Sistina di Roma e la cantante Malika Ayane a dare voce e corpo sotto gli abiti lussuosi di Evita.

evita
Foto Flavio & Frank

Non si pensi già a un ingeneroso quanto improbabile confronto, si pensi a un palco suddiviso su piani orizzontali tramite pareti di veli leggeri, inondate di luce, con un’orchestra nella buca diretta dal maestro Emanuele Friello e un’altra sullo sfondo, per i live nei café chantant di Buenos Aires. Tre i protagonisti, dell’opera e della storia argentina che dispose il peronismo come particolare esperienza populista: il presidente (imperioso e preciso nella dizione Enrico Bernardi), la pasionaria first lady e il popolo, concentrato in un personaggio che lo rappresenti e che se ne incarichi narrazione (Filippo Strocchi, abilissimo nel modulare una voce ora grintosa ora docile per tracciare l’intricato filo di una coscienza popolare). Attorno, il coro e corpo di ballo, che dà vita all’arco dinamico dell’opera intera, sfilando le coreografie di Roberto Croce dal palco alla platea con energica prestanza.

L’opera musicale è pregevole, alcune delle melodie sono già nell’immaginario di molti, pur tuttavia a non convincere è una messa in scena un po’ posticcia, tipica di certo nostro musical le cui trovate non colgono che su un piano di superficie. C’è da dire che se appunto si Evitassero certe soluzioni non approfondite in cui si atteggia, ma non si fa, il teatro; se si Evitasse di tradurre con Google Translate un testo ricco, ma reso inelegante dall’eccessivo uso di accenti in ultima sillaba e prestiti linguistici abbastanza casuali per trasporre l’inglese melodizzato (vero è che l’opera sarà in lingua originale in un tour europeo con una mezzo soprano olandese nel ruolo della protagonista); se si Evitasse di far cantare la povera Malika Ayane, già non sostenuta da una vena performativa, su note impossibili che inficiano la raffinata qualità della sua voce torcendola in una prova faticosa, i cui versi sibilanti verso l’alto ricercano disperatamente sospiri d’usignolo à la Vanoni; se dunque si Evitasse tutto questo potremmo trovarci finalmente di fronte a un’opera capace di sfruttare, del dispositivo teatrale, molto più di quanto spesso si inserisca in questa idea di messa in scena canonica del musical italiano.

evita
Foto Flavio & Frank

Dalla storia, dal teatro, dal cinema, di Evita sappiamo già tutto, della sua ascesa di cantante nei bar della campagna argentina fino alla conquista dei più grandi palcoscenici della capitale, la radio, l’ambizione che l’ha poi trasformata da pin-up a santa dei descamisados. Eppure si avverte che si tratta una materia non abituale, la politica che dal tempo di Perón e del musical a esso dedicato ha cambiato molte volte forma, giungendo oggi a una trasformazione imprevedibile e angusta, fatta di cavillose vanità. Quella passione politica, sia pur romanzata e condita di grandi slanci drammatici, non ha saputo raggiungere il tempo contemporaneo, o certo non quanto l’istrionizzazione strumentale del personaggio. Evita arrivista e superba scava un solco famelico tra la propria origine umile e la gloria, finendo per elevarsi oltre il contrasto tra la dubbia condotta e il fine raggiunto, oltre dove la storia riconosce dei miti l’assidua dedizione a concetti aleatori, misure ideali, congetture pur naïf di un mondo come pochi sono ancora in grado di sognarlo.

Simone Nebbia

Teatro Sistina, Roma – fino al 15 gennaio 2017
Prossime date Trieste, Teatro Rossetti: dal 18 al 22 gennaio 2017

EVITA
di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber
adattamento in italiano di Massimo Romeo Piparo
con
MALIKA AYANE
FILIPPO STROCCHI
ENRICO BERNARDI
TIZIANO EDINI
LINDA GORINI

e con (in ordine alfabetico)
DONATO ALTOMARE
GEA ANDREOTTI
PAOLO AVANZINI
ANDREA BRATTA
GERMANA CIFANI
ALESSIA CUTIGNI
NICO COLUCCI
DAVIDE DAL SENO
DONATELLA DE FELICE
CARLO ALBERTO GIOJA
LORENZO GITTO
BENEDETTA IMPERATORE
GIUSEPPE INGA
CLAUDIA MANGINI
RACHELE PACIFICI
LUCA PARADISO
JACOPO PELLICCIA
FABRIZIA SCACCIA
MAURIZIO SEMERARO
FRANCESCO VENEZIA
SEBASTIANO VINCI

ORCHESTRA DAL VIVO Diretta dal M° EMANUELE FRIELLO
FABRIZIO SICILIANO (TASTIERA 1) – CRISTIAN FORTUCCI (TASTIERA 2) – MARCO IOANNILLI (TASTIERA 3)
STEFANO MARAZZI (BATTERIA) – PINO SARACINI (BASSO) – IVAN RICCHIUTO (CHITARRA)
ANTONIO PADOVANO (TROMBA) – PALMIRO DEL BROCCO (TROMBONE) – GIUSEPPE RUSSO (SAX/CLARINETTO) MONICA CANFORA (VIOLINO 1) – ANTONELLA FRANCESCHINI (VIOLINO 2) ROBERTA PALMIGIANI (VIOLA) FRANCESCO MARQUEZ (CELLO)
Scene TERESA CARUSO
Costumi CECILIA BETONA
Luci UMILE VAINIERI
Suono ALFONSO BARBIERO
Coreografie ROBERTO CROCE
Direzione Musicale EMANUELE FRIELLO
Regia MASSIMO ROMEO PIPARO
una produzione
Peep Arrow Entertainment
Su licenza esclusiva di The ReallyUseful Group Ltd

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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