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A Teatri di Vetro senza finanziamenti regionali il Van Gogh contraffato di Leviedelfool

Teatri di Vetro è fuori dai finanziamenti regionali, ma continua a portare in scena artisti da seguire, come Leviedelfool con Made in China. Recensione

 

foto Ufficio Stampa
foto Ufficio Stampa

Teatri di Vetro è sempre stato il festival dedicato alla scoperta, nasceva come vetrina del teatro emergente, prima romano e poi nazionale. Negli ultimi due anni il festival diretto da Roberta Nicolai ha dovuto cambiare pelle, una mutazione dovuta alla perdita del Teatro Palladium da parte della Fondazione Romaeuropa. Questo avveniva due anni fa: dalla Garbatella, storico e simbolico quartiere romano che per anni aveva prestato i propri lotti, cortili, strade e sottopassaggi all’attraversamento artistico in scambio osmotico con la più classica fruizione teatrale data dallo spazio della Terza Università, ha trovato ormai casa a Monteverde. Lì dove il teatro contemporaneo si esprime con migliore architettura scenica della città, il festival organizzato da Triangolo Scaleno è diventato qualcos’altro, al Vascello è stato affiancato Carrozzerie Not, luogo ormai centrale nella geografia artistica romana. Quello che prima era un festival disegnato su una mappa di quartiere è ora una rassegna per certi versi ancora più matura. Forse meno riconoscibile a occhi distratti, ma luogo di pensiero e ricerca ancora centrale, se n’era accorto il Ministero inserendolo tra i festival finanziati sul territorio nazionale, di altra opinione invece la commissione della Regione Lazio che lo ha bocciato.

Foto Chiara Ferrin
Foto Chiara Ferrin

Sarebbe allora da chiedersi se alla Regione conoscano davvero quello che avviene a Teatri di Vetro – tralasciamo l’etica e il rispetto calpestati nel momento in cui si sceglie di far uscire una graduatoria a festival cominciati o già terminati senza la previsione di nessun paracadute per chi aveva usufruito di quel finanziamento negli anni precedenti (qui il comunicato di Cresco sulla questione). Chissà se alla Regione sanno che compagnie come Fibre Parallelle, Gruppo Nanou, Menoventi e altre a Roma avrebbero difficoltà a mostrare i propri lavori al di fuori di TdV. E parliamo dell’eccellenza, ovvero di artisti prodotti e ospitati ormai da circuiti, festival, teatri anche fuori dall’Italia. Ecco, forse quella commissione non ha compreso questo scarto, questa maturazione: Teatri di Vetro è cresciuto insieme a quegli artisti e per loro a Roma – a causa di una mancanza endemica di politiche culturali che favoriscano il nuovo teatro – è ancora una delle poche possibilità di circuitazione.

frame dal trailer https://www.youtube.com/watch?v=-Te3Cgmy4sM&feature=youtu.be
frame dal trailer https://www.youtube.com/watch?v=-Te3Cgmy4sM&feature=youtu.be

Si prenda l’esempio de Leviedelfool, compagnia spesso ospitata a Teatri di Vetro: di loro si sono accorti a Pontedera e ora l’ultimo lavoro, Made in China, postcards from Van Gogh, è una produzione del Teatro della Toscana (Il Teatro Nazionale nato dall’unione di Pergola e Pontedera). Eppure non è uno spettacolo su cui scommettere facilmente. Simone Perinelli, drammaturgo, regista e interprete è autore qui di una sorta di sogno lucido, un paesaggio teatrale onirico in cui Van Gogh incontra Artaud e la realtà storica si deforma come burro al sole. La Cina, è la maschera posticcia con cui corrompere la narrazione, la logica e le aspettative degli spettatori, ma è anche l’altra faccia di una società dei consumi talmente rapace da mettere in piedi una vera e propria industria della copia d’arte: a Hong Kong il celebre quadro dei girasoli è tra le opere più richieste, come afferma la compagnia nelle note di regia, è “la ricerca di un metodo infallibile per riprodurre miracoli su richiesta”. Poi però c’è Van Gogh chiuso nel suo dissidio e qui la riflessione sull’artista incompreso invece che prendere la solita strada romantica si scontra con un lirismo contemporaneo: accade da subito, nel monologo iniziale di Perinelli dedicato alla necessità di ritrovare noi stessi in ogni segno e azione che ci appartiene. «Ogni tuo gesto è un tuo ritratto» afferma l’attore con quella recitazione costantemente fuori dalle righe che spesso lo caratterizza. La drammaturgia scenica, arricchita e puntellata dalle musiche di Massimiliano Setti e dalle luci, dal carattere artificiale, di Marco Bagnai, si snoda senza l’ausilio di proiezioni che troppo facilmente richiamerebbero l’arte del pittore olandese, ma ne percorre il labirinto sentimentale con giustapposizioni surreali ben rappresentate dalla distanza tra l’interpretazione di Perinelli e quella dell’altra protagonista, la giovanissima ed efficace Claudia Marsicano (classe 1992), recentemente vista in SocialMente di Frigo produzioni, vera e propria scoperta. Uno spettacolo squinternato, capace di prendere lo spettatore in contropiede, ricco di impulsi e suggestioni, testimone di libertà e fantasia registica rare.

Andrea Pocosgnich

MADE IN CHINA
Postcards from Van Gogh
LEVIEDELFOOL
Drammaturgia e Regia Simone Perinelli
Con Claudia Marsicano, Simone Perinelli
Aiuto Regia e consulenza artistica Isabella Rotolo
Musiche originali Massimiliano Setti
Disegno luci Marco Bagnai
Foto Nico Lopez Bruchi
Produzione Fondazione Teatro della Toscana

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