Sempre pronti a scovare il nuovo, a drizzare le antenne verso strade poco battute, oggi vi proponiamo La notte degli Dei, spettacolo per la regia di Gorjana Ducic con l’interpretazione fra gli altri di Pietro Bontempo che debutterà in prima nazionale al Teatro allo Scalo (Roma, zona San Lorenzo) il 16 di febbraio e rimarrà in scena fino al 23.
La notte degli dei è un testo della metà degli anni ’80 dell’autore e drammaturgo croato Miro Gavran, personaggio conosciuto, tradotto e rappresentato in tutto il mondo meno che in Italia.
Grazie a una trama, abbastanza elementare, Gavran interroga in questo testo il ruolo dell’artista all’interno di un sistema totalitario. Protagonisti della Piéce sono Molière, Luigi XIV e il suo buffone di corte:
Siamo nel 1673. La sera del decimo anniversario della loro amicizia, Luigi XIV di Francia, il
suo Buffone e Molière, si riuniscono per ubriacarsi di nuovo. Nel mezzo del divertimento, il re rivela ai suoi amici che ha sentito dire che i due hanno messo in scena una farsa in cui si fanno beffe di lui e li obbliga a recitarla. La farsa prende in giro, fino al grottesco, gli errori di Luigi XIV e il suo modo di governare. L’amicizia tra i tre uomini è in frantumi, il re respinge Molière e, solo allora, si scoprirà chi è il protagonista del gioco.
La particolarità sta proprio nella spinta verso il nostro quotidiano data da Gavran: i protagonisti hanno nomi e ruoli storici, ma la commedia nella quale agiscono non è storica. Nel teatro di Gavran l’attore è al centro della creazione, la vita dell’artista teatrale combacia con la prassi stessa del fare teatro:
Tutto ciò che è stato scritto sul teatro senza conoscerlo dall’interno, è insignificante.
Scrivere sul teatro, o scrivere per il teatro, ha un senso solo se lo scrittore vive nel teatro e per il teatro. Dagli antichi greci, attraverso Molière, Shakespeare, Lope de Vega, Goldoni, Schiller, Ibsen, Strindberg, Pirandello, il teatro costruiscono e al teatro regalano le commedie utilizzabili solo gli uomini di prassi, gli uomini che con gli attori mangiavano la polvere. Lo stesso vale per i maggiori teorici del teatro – anche loro venivano sempre dalla prassi teatrale (Stanislavski, Brecht, Jouvet, Brook…)
Chi si dimentica del pubblico, prima o poi, sarà dimenticato dal pubblico. Chi cancella l’attore come la figura centrale del teatro, cancella il teatro stesso. Dal libro “La letteratura e il teatro” di Miro Gavran, editore Ljevak, Zagreb, novembre 2008
Segnaliamo inoltre l’incontro con Gavran, organizzato dal Dipartimento per gli Studi Europei e interculturali dell’Università La Sapienza, coordinato dalla professoressa Janja Jerkov, che si terrà il 18 febbraio alle 11 presso lo stesso Dipartimento in via Carlo Fea 2 (Villa Mirafiori).
in scena
dal 16 al 26 febbraio 2010 – ore: 21,00 – domenica ore: 18,00
Teatro allo Scalo
Roma
Biglietti (tessera annuale 2 euro esclusa):
Intero 13 euro – Ridotto 10 euro
Ridotto speciale gruppi 8 euro