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France Distraction, Marco Casu e il fuoco cauterizzatore

Breve nota ispirata dall’installazione Les thermes di France Distraction e dalla conversazione filosofica con Marco Casu dal titolo Fuoco cammina con te. Prontuario di filosofia stoica presso la decima edizione di Short Theatre.

Una delle particelle de Les Thermes
Una delle particelle de Les Thermes

Queste terme non sono terme: sono la pozza degli atomi e del vuoto di Marco Aurelio. Sguazzando al suo interno, il bagnante occasionale potrà leggere, su ciascuna particella, una citazione più o meno fedele dei Pensieri a se stesso dell’imperatore e filosofo stoico. Essi invitano l’uomo ad accettare la propria caducità, a smetterla di formulare vuote opinioni intorno alla vita che lo fanno agire a casaccio e in maniera infelice, ad imparare a distinguere il vero bene costituito dall’integrità morale da ciò che è male o solo indifferente.
Che cosa farsene di questa installazione e del tuffo nel cadavere dell’imperatore? Un’indicazione precisa e pulita ci viene da Marco Casu, che offre un altro stimolo di carattere straniante. Gli atomi di Marco Aurelio non sono semplici atomi: sono farmaci, pensati per curare tutti coloro che non sono saggi, ossia la quasi totalità del genere umano, dalle molte infermità morali e cognitive che precludono loro di dare il proprio gioioso assenso al corso del mondo, che in sé procede ordinatamente e forse provvidenzialmente. Infatti, come le terme vere emanano vapori che rassodano il corpo e lo liberano da dannose impurità, così queste terme “finte”, ma costruite secondo quella “finzione sincera” che procede dall’arte e non va dunque confusa con la semplice menzogna, intendono dare tono all’anima e lenire le sue infermità, quali l’orgoglio, la tristezza e altre passioni piccine.
La proposta di Casu appare tanto più pertinente, quanto più si pensa che lo stesso Marco Aurelio esponeva spesso la sua concezione filosofica in termini medici e terapeutici. L’uomo stolto è dopo tutto per lui un «ascesso del mondo», una pustola che, gonfiandosi di cattiveria e sputando il pus del male, rovina e deturpa la bellezza del cosmo. E il saggio è colui che è chiamato a curarlo, per non compromettere il sistema di cui persino il malvagio è parte integrante. La terapia più efficace che ha a disposizione è soprattutto indurre a riconoscere che il cosmo è retto da un dio, vale a dire un fuoco intelligibile che anima e pervade tutte le cose, e tentare in un certo senso di risvegliare la particella latente nell’individuo malato. La cura è insomma quello di far scoppiare un piccolo incendio nell’anima, capace di bruciare la sacca purulenta del vizio e di cicatrizzare la ferita infetta.
A partire da una simile suggestione, si potrebbe anche tentare di spingersi più in là e provare a legittimare il lavoro dell’artista, o la sua fatica di evocare il teatro. Il fuoco intelligibile è del resto – come già sosteneva Zenone, fondatore dello Stoicismo – un dio artefice, cioè un artista. Il saggio stoico che cerca di ravvivare la fiamma divina che la malvagità soffoca temporaneamente è dunque un artista a sua volta. Non è un caso che molti aderenti dello Stoicismo, per esempio Seneca, si dedicarono al teatro, provarono a curare i mali dell’umanità con la bellezza, oltre che con la logica e il ragionamento. Ne potrebbe seguire che un artista di talento, che cerca il teatro, aspira inconsciamente alla stessa intenzione stoica. Egli è in altri termini un potenziale medico dell’anima, che con la sua opera tenta di ravvivare le ceneri di un fuoco spento.

Mi rivolgo dunque a te, artista di Short Theatre 10 che stasera ti impegnerai nella dolce fatica della creazione. Pensa al tuo lavoro come un modo per dar fuoco alle anime, che vengono addormentate e malate, qui nelle sale del Macro. E spera che l’incendio che saprai appiccare dilaghi da Testaccio al resto di Roma, e da Roma all’Europa, fino a spingersi là dove dilaga la guerra e l’ascesso pulsa con una forza tale da far tremare la terra. Se riuscirai in questa impresa, si dovrà affermare che, tu oggi così ingiustamente marginalizzato e disprezzato, sei capace di imitare o persino eguagliare la forza animante e terapeutica del calore di dio.

Enrico Piergiacomi
Twitter @Democriteo

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