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Katër i Radës e il Matrimonio. Koreja dal Castello al naufragio

Katër i Radës e il Matrimonio, due spettacoli di Cantieri Teatrali Koreja, andati in scena al Castello Tre Masserie di Aradeo nel corso di Teatro dei Luoghi Fest. La recensione

 

IL MATRIMONIO-Koreja
Foto Angela Chezzi

In queste pagine abbiamo dato conto dell’edizione 2015 de Il Teatro dei Luoghi Fest. Dopo aver abitato gli spazi di Palazzo Grassi, i Cantieri Teatrali Koreja hanno deciso di riportare l’iniziativa all’interno del Castello Tre Masserie, un tempo sede fissa e residenza di riferimento per il progetto oggi parzialmente in disuso, non a caso e, intuiamo, non senza difficoltà di concessione, scelto per proporre e riproporre alcune delle produzioni del collettivo. Poche candele a delimitare l’ingresso, il buio magnetico e velato dei campi intorno, appena fuori dal centro abitato, e il “luogo teatrale” che si schiude nella suggestione di una di quelle corti nobili e rurali al contempo con un’ottima acustica naturale.

Qui va in scena Il Matrimonio, adattamento dell’omonimo lavoro di Nikolai Gogol’ che aveva visto il suo debutto nel 2014. La regia di Salvatore Tramacere –  fondatore e direttore artistico della compagnia –, seppur con interpolazioni della quotidianità odierna, non stravolge la vicenda e di fatto nemmeno il testo: Agaf’ja Tichonova si barcamena tra quattro pretendenti col beneficio della dote garantitale da una ricca famiglia di mercanti e del supporto della mediatrice matrimoniale Fëkla. Dopo le indecisioni iniziali, le preferenze della ragazza si orientano sul giovane Pdkolësin, responsabile narrativo di un finale non lieto. Incisione maggiore viene operata sul contesto, che traspone l’allestimento in un reality show che fa il verso a Il gioco delle coppie. Un confessionale proiettato sul cerchio alto al fondo, l’accenno di un camerino e un salotto a rotelle affiancato dal pianoforte di Ivan Banderblog rimodulano costantemente l’azione performativa, resa dinamica e dunque agevole alla fruizione anche per un pubblico di non addetti ai lavori. La “ri-ambientazione” conserva così un certo equilibrio, scongiurando l’inciampo nella critica ormai abbastanza ab-usata alla società mediale, al dilagare dei consumi relazionali, spesso retorica. Una perplessità resta sull’intenzione attoriale nel complesso, il cui dislivello sembra accentuare il controllo di alcuni interpreti e l’incertezza probabilmente acerba di altri, quasi una sorta approssimazione reversibile.

KATER I RADES-Koreja
Foto Alessandro Colazzo

Diverso, invece, Katër i Radës. Il naufragio, opera da camera commissionata dalla Biennale di Venezia, presentata per la prima volta alle Corderie dell’Arsenale nel corso della Biennale Musica 2014. La regia di Tramacere si unisce in questo caso al lavoro del compositore Admir Shkurtaj e a quello dell’autore del libretto Alessandro Leogrande, anche autore di Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli, 2011) che racconta di come nel 1997, periodo caldo della guerra civile in Albania con relativa diaspora verso le nostre coste, nelle acque di Otranto una imbarcazione della Marina Militare Italiana speronò la motovedetta albanese il cui nome dà titolo allo spettacolo sotto le direttive volte a impedire sbarchi sui lidi adriatici, provocando la morte di due terzi delle centoventi persone a bordo. Il canonico assetto frontale pubblico-platea si ridefinisce in una direzione orizzontale, si snoda al centro fra due versanti di osservatori costretti a scegliere dove guardare. Il moto performativo avanza e retrocede tra la sponda di emissione dove è collocata la piccola orchestra e quella di respingimento occupata da una struttura praticabile in ferro, la stessa che fungerà da sostegno alla costruzione dell’immagine definitiva, effige sacrificale, retaggio della disperazione di chi fugge, riemersione memoriale da una pozza d’acqua profonda come l’abisso. L’impatto visivo è riverbero, altrettanto incisivo, di quello acustico: le distorsioni elettroniche innestate sulla struttura armonica si amalgamano alla tessitura sonora delle voci (tre attori e quattro cantanti), restituendo con efficacia l’impressione frammentaria e dilaniata di una moltitudine fusa tuttavia nell’afflato di un’entità organica, unica, comune.

Marianna Masselli

Twitter @Mari_Masselli

Visti all’interno di “Teatro dei Luoghi fest”, Aradeo, luglio 2015

IL MATRIMONIO
idea e progetto Salvatore Tramacere, Lucio Diana
adattamento e regia Salvatore Tramacere
con Ivan Banderblog, Francesco Cortese, Giovanni De Monte, Carlo Durante, Erika Grillo, Anna Chiara Ingrosso, Emanuela Pisicchio, Fabio Zullino
aiuto regia Giovanni De Monte
scenografia e luci Lucio Diana
realizzazione scene Laboratorio Cantieri Teatrali Koreja
aiuto allestimento Angela Chezzi
tecnici Mario Daniele, Angelo Piccinni
organizzazione Franco Ungaro
cura della produzione Laura Scorrano, Georgia Tramacere
promozione Antonio Giannuzzi
comunicazione Paola Pepe
amministrazione Fabiola Centonze, Anna Petrachi
segreteria Gabriella Vinsper

KATËR I RADËS. IL NAUFRAGIO
commissione la Biennale di Venezia
musica Admir Shkurtaj
libretto Alessandro Leogrande
regia Salvatore Tramacere
direzione Pasquale Corrado
assistente alla regia Emanuela Pisicchio
scene e luci Michelangelo Campanale
costumi Stefania Miscuglio
realizzazione scene e tecnica Mario Daniele, Simona Gubello
con Maria Luisa Casali, Stefano Luigi Mangia, Alessia Tondo, Emanuela Pisicchio, Anna Chiara Ingrosso, Fabio Zullino, Admir Shkurtaj
fisarmonica e oscillatori analogici Marco Ignoti
clarinetto basso e clarinetto in sib Giorgio Distante
tromba in sib e live electronics Jacopo Conoci
violoncello Vanessa Sotgiu
pianoforte Pino Basile
cupa cupe e percussioni Nazo Celaj, Nokolin Likaj, Meleq Cela, Sali Brahimaj, Vensim Kapaj
coro polifonico canti tradizionali albanesi Violinat e Lapardhase
coproduzione la Biennale di Venezia, Koreja

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Marianna Masselli
Marianna Masselli
Marianna Masselli, cresciuta in Puglia, terminato dopo anni lo studio del pianoforte e conseguita la maturità classica, si trasferisce a Roma per coltivare l’interesse e gli studi teatrali. Qui ha modo di frequentare diversi seminari e partecipare a progetti collaterali all’avanzamento del percorso accademico. Consegue la laurea magistrale con una tesi sullo spettacolo Ci ragiono e canto (di Dario Fo e Nuovo Canzoniere Italiano) e sul teatro politico degli anni '60 e ’70. Dal luglio del 2012 scrive e collabora in qualità di redattrice con la testata di informazione e approfondimento «Teatro e Critica». Negli ultimi anni ha avuto modo di prendere parte e confrontarsi con ulteriori esperienze o realtà redazionali (v. «Quaderni del Teatro di Roma», «La tempesta», foglio quotidiano della Biennale Teatro 2013).

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