La Tunisi teatrale di Cue Press, sfidando il terrore

È passato meno di un mese dalla strage di Sousse in Tunisia, circa quattro dall’attentato al Museo del Bardo, in tutto sono morti più di sessanta persone. Per noi è semplicemente inimmaginabile cercare solo di capire quale possa essere lo stato d’animo del popolo tunisino che rischia di perdere anche la più più importante fonte di approvvigionamento economico, il turismo. E a leggere il bollettino di avvertenze della Farnesina sul sito Viaggiaresicuri.it si capisce che nella propria valigia il turista dovrebbe riporre anche una cospicua quantità di coraggio, oltre che di buon senso.

D’altra parte, concettualmente, non ha tutti i torti il creativo tunisino che ha diffuso sul web la campagna shock affidata al motto “smettereste di andare nella Grande Mela?” corredata dall’immagine degli attentati alle Twin Towers del 2001. Inoltre il governo ha assicurato di aver approntato le necessarie misure di sicurezza. Di certo questo non ha impedito, si legge su un articolo dell’Huffington Post del 10 luglio, una vera e propria emorragia di turisti (confermata anche dal reportage pubblicato qualche giorno fa su Tempi), con la perdita di un milione di pernottamenti e la dissipazione di preziosi posti di lavoro. Se questi dati non vedessero un’inversione di tendenza l’Isis avrebbe collezionato una delle sue più importanti vittorie.

Ora vi starete chiedendo cosa c’entra tutto questo con il teatro. La risposta ce la fornisce la piccola casa editrice fondata da Mattia Visani e dedicata al teatro, Cue Press, che nell’ultimo periodo ha dato alle stampe – digitali ma anche cartacee – una serie di guide per visitare alcune delle città più interessanti del mondo. La collana è curata da Andrea Porcheddu e per ora vede tre volumi dedicati a Milano, Parigi e Tunisi. La sfida è quella di attraversare la metropoli a partire dai palcoscenici; come suggerisce Porcheddu «i teatri sono anche spazi e architetture capaci di svelare tracce di civiltà passate, luoghi meravigliosi per passare una serata e lasciarci raccontare, attraverso la loro storia e i loro spettacoli, la vita stessa della città».

Le 43 pagine dedicate a Tunisi sono firmate da Anna Serlenga – studiosa e regista che proprio qui ha scelto di lavorare fondando il collettivo teatrale Corps Citoyen – e si avvalgono anche dei testi di Monica Ruocco e Erica Batellani. Il titolo inquadra già la pluralità teatrale che sarà protagonista del viaggio: “Tunisi. Piccola guida performativa”. E infatti l’autrice ci porta da subito nel mezzo degli avvenimenti contemporanei presentandoci la nuova Tunisia: «La toponomastica non mente: come, negli anni dell’indipendenza dal colonialismo, Avenue Gambetto diventa Avenue Mohamed V, l’Avenue Marcelin Bertholo si trasforma in Rue Chadli Talala, la Rue Courbet in Avenue de Palestine, così la centralissima Place 7 Novembre, inaugurata all’avvento del regime di Ben Alì, viene ribattezzata Place 14 Janvier, in omaggio alla Rivoluzione del 2011. Una Rivoluzione discussa, dagli esiti ancora incerti, ma che ha modificato radicalmente il ruolo e le forme della produzione artistica cittadina».
Ma non può esserci presente senza la memoria dei tempi bui: «un’intera generazione di poliziotti in borghese si è formata al buio delle sale teatrali della città, di cui conosceva autori, vizi e virtù.». Qui sta la forza di questo volumetto, nel tentativo costante di raccontare luoghi e culture in continuo movimento, espressioni artistiche che devono confrontarsi con la nuova libertà e con la produzione occidentale ricreando i propri segni linguistici senza dimenticare il passato.
Come nelle migliori guide turistiche non manca uno spazio dedicato alla preparazione del viaggio, al calendario dei festival (da quelli istituzionali al Festival de Théâtre Experimental de Medenine) e una lista dei luoghi da non perdere, dalla quale emerge una geografia artistica vivace ed estesa. Alcuni di questi luoghi li ritroviamo negli “itinerari”, vera e propria scoperta di spazi, artisti e generazioni teatrali.
A suggellare la completezza della pubblicazione troviamo gli utili compendi sulla gastronomia locale, sulla storia della relazione tra teatro e città e un interessante scritto di Monica Ruocco che inquadra il legame tra l’Islam e le pratiche teatrali.
Al di là del viaggio, la guida è una lettura piacevole e non priva di riflessioni centrali (oggi ancor di più alla luce delle recenti stragi) per comprendere la complessità del presente tunisino, non a caso Anna Serlenga nelle prime pagine scrive :«la Tunisia della transizione democratica si trova ad oggi in un bivio storico, che vede all’orizzonte almeno due differenti progetti di società: uno laico e progressista, contrapposto a uno islamista e conservatore. Questi due progetti si trovano a lottare sul battleground, come direbbe Chantal Mouffe, dello spazio pubblico e delle libertà individuali e collettive. Sui corpi dei cittadini, in completa crisi identitaria.»

Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here