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DOIT Festival nella trama di #Tessuto

DOIT Festival Drammaturgie Oltre Il Teatro apre la rassegna con #Tessuto di Cascina Barà al Teatro Due di Roma. Recensione.

 

Foto Elena Bennati
Foto Elena Bennati

È intorno al lavoro per uno spettacolo che capita di riconoscersi come collettivo, nucleo “familiare” congiuntamente impegnato in un progetto che dà vita alla creazione artistica; così è nata nel 2011 Cascina Barà compagnia attiva nella città di Capannoli in provincia di Pisa. Un «variegato composto da quattro persone che si sono mosse nel mondo ognuna con il suo stile» facendo poi convergere queste particolari provenienze in #Tessuto, ispirato alla storia semi autobiografica della nonna di Daniela Zambon Scarpari, unica attrice in scena, ideatrice del progetto e scrittrice del testo insieme a Alessandra De Luca e Alessio Trillini. Da Pisa a Roma, dopo aver partecipato al bando nazionale, il collettivo è stato selezionato come una delle compagnie partecipanti alla Prima edizione di DOIT Festival Drammaturgie Oltre Il Teatro, prima edizione della rassegna di drammaturgia contemporanea interamente organizzata al Teatro Due da Angela Telesca e Cecilia Bernabei. Per circa un mese, dallo scorso 28 aprile fino al 24 maggio, andranno in scena otto compagnie, tre eventi off e un ospite speciale, in collaborazione con il concorso di drammaturgia L’artigogolo curato parallelamente dall’Ass.Cult. ChiPiùNeArt.

Non è la prima volta di questo spettacolo nella Capitale, lo ricorderemo ad esempio nella semifinale al Roma Fringe Festival del 2013, occasione in cui il pubblico romano apprezzò per la prima volta la trama drammaturgica e visuale di questo interessante lavoro, visto poi anche al Teatro Argot Studio per la rassegna La Scena Sensibile. Non una storia di abbandono ma di ricostruzione, è quella che lega la sarta Teresinha, immigrata che lavorava clandestinamente in Italia, a sua figlia Mia, la quale rimasta orfana da bambina decide da adulta di mettere insieme i fili del rapporto filiale attraverso il diario, cucito su dei teli, che la madre le ha lasciato. Un racconto di formazione supportato da un’avveniristica scenografia realizzata attraverso tag-tool, software di pittura animata che permette di proiettare simultaneamente i disegni sullo schermo. Creando un’ affascinante regia visuale, il corpo dell’unica attrice in scena interagisce coi segni pittorici animati, i quali fungono da agenti drammaturgici unendosi all’emozionante e vivida recitazione: una donna adulta ma che, nelle pieghe di un carattere incline a far trasparire la tenera e sincera ingenuità di bambina, ci fa percepire, senza stridori patetici, l’assenza materna e il bisogno di un affetto insostituibile e mai ricevuto.

tessuto.altervista.org/
tessuto.altervista.org/

Il viaggio interiore di Mia è accompagnato poi dalle musiche composte da Lorenzo Declich e suonate dal vivo da Alessio Tarricone, un’ulteriore e fondamentale presenza a comporre la struttura di un lavoro preciso, meticoloso e artigianale, per tenere uniti i fili di una storia interna ed esterna, che dell’assenza ci restituisce la presenza. Tocchiamo e sentiamo lo spessore dei ricami realizzati con paziente fatica da Alessio Trillini su grandi lenzuola bianche – che per essere anticate sono state immerse nel tè nero e nel caffè; e coloriamo la nostra percezione visuale con le luci rosse, nere e grigie che riempiono la scena e vestono il corpo dell’attrice. Tale unione sinestetica di suono, voce, corpo, luce e colore sorregge l’impalcatura di un racconto in cui la realtà dura e violenta delle ragioni che sottendono l’abbandono, attinge all’immaginario consolatorio della fiaba: universo finzionale dove Mia suole trovare un intimo rifugio dalla quotidianità foriera di paure.

Caldi effluvi rossastri inondano il corpo di Mia. La ferita è ricostruita, lo strappo ricucito, il filo si è intrecciato per annodarsi nel reticolo della stoffa. #Tessuto ha aperto Doit festival, segnando il suo terzo passaggio a Roma e inaugurando questa rassegna nata da una scommessa coraggiosa che invita «al fare e al realizzare, ritornando all’artigianalità del teatro (…) promuovere la creatività delle nuove generazioni e delle tante realtà teatrali “periferiche”, di individuare proposte sceniche innovative che si nutrano del dialogo tra i saperi artistici e la quotidianità».

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto al Teatro Due-aprile 2015

#TESSUTO
Da un’idea di: Daniela Zambon Scarpari
Scritto da: Alessandra De Luca, Daniela Zambon Scarpari e Alessio Trillini
Adattamento per il Teatro: Daniela Zambon Scarpari
Interprete: Daniela Zambon Scarpari
Regia visuale e tag-tool idea: Fupete
Produzione e disegno dal vivo: Alessio Trillini
Musiche (composizione e live): Lorf *pezzi di basso eseguiti da Alessio Tarricone ; alle congas Alessio Trillini
Interventi vocali: Alessandra De Luca
con la collaborazione di: Erika Gabbani – Nasonero

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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