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La Profana Azione di un’esperienza trasmessa

La Profana Azione a cura di Gianluca Bottoni al Teatro Argot Studio  nell’ambito di Scena Sensibile. Recensione.

 

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

La pratica della restituzione è ormai desueta in quanto prevale l’attimo del consumo, l’istante momentaneo e caduco assimilato in un presente già diventato passato. L’esperibile quindi si «impietrisce», il senso muore nella perdita e il potenziale lascito non ha più la possibilità di comunicarsi. La Profana Azione curato da Gianluca Bottoni si inscrive proprio in questo passaggio, quello della trasmissione di un’esperienza; iniziato lo scorso anno con una residenza di quattro giorni al Teatro Rossi Aperto di Pisa, il lavoro possiede i caratteri di un processo in cui il fruitore diventa il destinatario privilegiato al quale consegnare una testimonianza. Bottoni agisce come un profanatore di spazi occupati e in quelli vi registra le tracce sonore lasciate dai passanti, fissando su un nastro ciò che resta dell’abitare un luogo e un tempo preciso. All’inizio vi erano solo i suoni e la voce di Cinzia Villari e con questa forma il lavoro è stato presentato al Festival Santarcangelo dei teatri la scorsa estate; gradualmente a questa ricerca sonora si è affiancato poi uno studio sulla fisicità  condotto insieme a Daniela Pagani cosicché «i corpi sentano il luogo e noi sentiamo i corpi e il luogo che risuonano insieme» e il materiale audio registrato e mixato da Francesco Fazzi. Attraversando in autunno i luoghi del Birrificio Metzger Centro di Cultura Contemporanea di Torino e poi quelli del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la Profana Azione è entrata nella piccola sala del Teatro Argot Studio durante la rassegna La Scena Sensibile. Una spazio sensoriale circonda il fruitore immerso nel buio della sala, lo stare è acusmatico: rumori, fruscii, voci, colpi, battiti, riemergono dal tempo altro nel quale vennero compiuti, per poi riecheggiare attraverso la fisicità di Pagani, il cui corpo è come una cassa di risonanza. La Profana Azione non si conclude ma si deposita nelle coscienze di chi ha partecipato a questo rito condiviso e prendendo spunto dalle tesi di Giorgio Agamben, sulle quali si basa questa ricerca, è dunque «un mezzo puro, cioè una prassi che (…) può ora esibirsi come tale, come mezzo senza fine».

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto al Teatro Argot Studio – marzo 2015

LA PROFANA AZIONE
a cura di Gianluca Bottoni
con Daniela Pagani
voce di Cinzia Villari
registrato e mixato da Francesco Fazzi, presentato in anteprima al Festival di Santarcangelo 2014

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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