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Le Apparizioni di Alice. È teatro, ragazzi!

Alice del Teatro delle Apparizioni e Teatro del Piccione visto al Teatro India di Roma. Recensione dello spettacolo basato su Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol

 

foto Teatro delle Apparizioni
foto Patrizia Chiatti

Passare una domenica mattina al Teatro India, già questo ha dello straordinario: rientrare in quel teatro per la prima volta dopo la riapertura a più di un anno dalla serrata per lavori e ritrovarsi a dare il buongiorno alle maschere del Teatro di Roma alle 10 del mattino insieme a un nutrito gruppo di studenti universitari. E poi ci accoglie Fabrizio Pallara, regista del Teatro delle Apparizioni, che, prima di fare sala, ci avverte dell’inconveniente: era previsto un pubblico di bambini, ma ha dato forfait e dunque la replica verrà svolta in condizioni particolari. Basta poco, giusto il tempo di far squillare il telefono che Valerio Malorni nasconde tra le gambe mentre è seduto con noi in sala, per capire che i bambini siamo noi, pubblico di addetti ai lavori che dopo pochissimi minuti lascia cadere qualsiasi barriera e pregiudizio per seguire il Bianconiglio e Alice nel mondo di Lewis Carroll. Di questo si tratta fin da subito, correre dietro a questa ragazza dai lunghi ricci; lo spettacolo vuole infatti che la protagonista sia presa dal pubblico, sia una di noi; escamotage tanto semplice, eppure metafora preziosa che va oltre l’artificio metateatrale, è una chiamata a ogni spettatore che abbia cuore per ascoltarla. Alice siamo noi, non importa fin dove arrivi la sospensione dell’incredulità: le corriamo dietro come accade quando ci ritroviamo a sognare mondi sconosciuti che ci fanno paura e curiosità, nei quali non possiamo non entrare.

foto Teatro delle Apparizioni
foto Patrizia Chiatti

Ed ecco che i bambini che Pallara avrebbe voluto sui piccoli spalti di una delle sale all’ombra del gazometro siamo noi, come d’altronde lo siamo di fronte a ogni spettacolo capace di rinverdire una passione del tutto naturale fatta di divertimento, stupore ed emozione. Tutto così semplice? Non proprio, quando la semplicità è il terminale di una ricerca partita da un insieme di segni, concetti, tematiche e rimandi complessi quanto l’invenzione letteraria di Carrol, datata 1865, trovare una sintesi che tenga conto delle diverse età dei possibili spettatori e dell’immaginario collettivo creato più dai disegnatori Disney che dalla penna del reverendo Charles Lutwidge Dodgson (Lewis Carroll era uno pseudonimo) sarebbe impresa ardua. Ma uno dei meriti di questo lavoro – cooprodotto dal Teatro di Roma e dall’unione di due ensemble da anni al lavoro nei territori del teatro ragazzi, Teatro delle Apparizioni e Teatro del Piccione – è quello di riportare tutto su un piano puramente teatrale, con un’efficacia rara per interpretazione, musicalità, drammaturgia e partitura spaziale. Gli attori, oltre a Malorni, Danila Barone, Dario Garofalo, Raffaella Tagliabue, recitano non solo con esperienza, ma con quella leggerezza che diventa all’occorrenza piglio istrionico e, trasformismo senza freni (vestono i panni di numerosi dei personaggi del racconto). Dal pubblico c’è chi, pur non essendo più un bambino, indica i personaggi nominandoli e ridendo per come sono stati reinventati, sempre intenti ad attraversare la scena con azioni o gesti caratteristici per poi scomparire immediatamente e riapparire come fossero dentro un carillon. È teatro ragazzi eppure la drammaturgia di Simona Gambaro non annoia e la scrittura sugli attori rimanda spesso anche a un immaginario adatto ai più grandi, ma che rimane velato, di sfondo, leggibile solo per chi può e vuole. È un flusso continuo, nell’utilizzo delle musiche – dai classici anni Quaranta al contemporaneo originale – e nell’uso di una scenografia dinamica fatta di teli bianchi che tagliano il palcoscenico orizzontalmente, stoffe capaci di farsi attraversare con delicatezza dalle luci chiaroscurali di Fabrizio Pallara e Marco Maione, o di celare allo sguardo proprio quel mondo in cui Alice è saltata dentro portandosi dietro tutti noi.

Andrea Pocosgnich
Twitter @Andreapox

Dal 21 novembre al 13 dicembre
Teatro India
Roma

ALICE
regia Fabrizio Pallara
drammaturgia Simona Gambaro
con Danila Barone, Dario Garofalo, Valerio Malorni, Raffaella Tagliabue
scene Fabrizio Pallara, Sara Ferazzoli
luci Fabrizio Pallara, Marco Maione
costumi Francesca Marsella

sarta Umberta Burroni
assistente alle scene e costumi Chiara Vivian
capo macchinista Claudio Beccaria
macchinista Marcello Aiello
direzione organizzativa Sara Ferrari
organizzazione Paolo Piano
produzione teatrodelleapparizioni e Teatro del Piccione in coproduzione col Teatro di Roma

con il sostegno di
Teatro Govi (Genova)
Teatro Akropolis (Genova)
Teatro Comunale di Ruvo di Puglia/Ass. Cult. Tra il dire e il fare –
Innovazione nella rete delle Residenze Teatrali (FESR 2007-2013)

in collaborazione con Teatro delle Briciole (Parma)

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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