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Flautissimo a Teatro 2014 Programma (Roma, 26-27 novembre; 11 dicembre)

FLAUTISSIMO A TEATRO – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA
CALENDARIO

 

MERCOLEDI 26 NOVEMBRE 2014 – ore 21 – TEATRO STUDIO GIANNI BORGNA
Eneide. La presa di Troia (Libro II)
con Massimo Popolizio
Prima assoluta a Roma

Musiche di Stefano Saletti

Eseguite da:
Barbara Eramo voce – Stefano Saletti oud, bouzouki, voce – Pejman Tadayon flauto, ney

Raggiunta la maturità artistica, Popolizio si confronta con i grandi classici, ripercorrendo la tradizione orale dell’epos, portando in scena per la prima volta a Roma il secondo libro dell’Eneide, considerato un capolavoro assoluto per la sua struttura e per la sua forza tragica.
L’inganno del cavallo di legno con cui i Greci espugnano, dopo dieci anni di assedio, la città di Troia, e la potenza della scrittura del grande testo classico, rivivono nella voce e nell’interpretazione di Popolizio, pluripremiato gigante della scena e figura tra le più importanti del panorama teatrale (attore ronconiano per eccellenza, indimenticabile protagonista di spettacoli fondamentali) e cinematografico (tra gli altri, memorabili i suoi personaggi ne Il giovane favoloso, La grande bellezza, Il Divo e Romanzo Criminale).
Le musiche originali, che attingono alla tradizione mediterranea, sono composte da Stefano Saletti, uno dei più rappresentativi multistrumentisti della scena world internazionale ed eseguite dal vivo dallo stesso Saletti con oud e bouzouki, dalla voce di Barbara Eramo e da Pejman Tadayon ai flauti e al ney.
La traduzione del testo è del poeta Mario Ramous, che già si era cimentato anche nella traduzione delle Georgiche, delle Elegie di Tibullo, delle Metamorfosi di Ovidio e di tutte le opere di Orazio.

GIOVEDI 27 NOVEMBRE 2014 – ore 21- TEATRO STUDIO GIANNI BORGNA

Allegro teatrale di Francesco Piccolo
Con Valerio Aprea

Musiche di:
Alessandro Chimienti, chitarra – Daniele Leucci, percussioni – Renato Vecchio, flauti

Spettacolo-reading musicato dal vivo su testi di uno dei più affermati scrittori e sceneggiatori italiani.
Istantanee di esistenza quotidiana, lampi di condivisione, segreta osservazione dell’infinitesimale, per una, non solo, comica, perlustrazione nell’intimo di ognuno di noi.

“Quando ero piccolo, e andavo a scuola insieme a mio fratello, mia madre mi diceva di tenerlo per mano, e questo mi sembrava giusto e anche responsabile. Quello che non capivo è perché mi diceva sempre: ‘mi raccomando, quando passate per quella strada dove non c’è il marciapiede, mettiti sempre tu dal lato della strada, dove passano le automobili’. Io lo facevo, e lo facevo con diligenza, ma ero molto dispiaciuto. Per me significava: ‘io spero che nessuna auto vi butti sotto, ma se proprio dovesse succedere, preferisco che muoia tu piuttosto che lui’.”
Con queste parole, folgoranti, un pomeriggio di qualche anno fa, in libreria, Valerio Aprea conosceva Francesco Piccolo. Era l’inizio del racconto ‘Dal lato della strada’, che apriva la raccolta ‘Storie di primogeniti e figli unici’, edita da Feltrinelli, e recentemente ripubblicata da Einaudi.
Con le stesse parole, e con lo stesso racconto, inizia questo reading tutto dedicato a testi proprio di Francesco Piccolo, col quale l’attore, da quel pomeriggio, ha avviato una collaborazione che si è andata consolidando nel tempo, da una prima serie di letture, fino a “Momenti di trascurabile felicità” (2008) la versione teatrale del grande successo editoriale, pubblicato sempre da Einaudi.
Questa nuova messa in scena vuole essere occasione, da un lato, per proporre testi che sin qui avevano avuto poco o nessuno spazio ‘scenico’, e dall’altro per accorpare comunque quel genere di pezzi che, più tipicamente alla maniera dell’autore, coniughino comicità e narrazione, gusto per il dettaglio, ma anche per il racconto.
Si va, allora, dal dilemma del bambino indeciso se disubbidire ai genitori, o rischiare la vita per proteggere il fratello più piccolo nell’andare a scuola (“Dal lato della strada”), al piacere sottile della ‘vacanza senza vacanza’ passando l’estate a Roma, molto probabilmente in dolce compagnia, per poi tornare ‘a Roma com’era prima e come sarà dopo’ (“Più baci del necessario”); dall’ostinazione di un padre nel considerare qualsiasi cosa non in sintonia col proprio pensiero come una cosa comunista (“Il comunismo”), al curioso viaggio che una bottiglia di vino si trova ad intraprendere attraverso le case e i quartieri di Roma, per via di quello strano meccanismo che porta alcune bottiglie ad essere riciclate di cena in cena, di festa in festa, anziché stappate e bevute (“La mia bottiglia di vino”).
Il tutto, accompagnato dalla musica, eseguita dal vivo, di Alessandro Chimienti alla chitarra, Daniele Leucci alle percussioni, e Renato Vecchio ai flauti: tutti membri storici della band di Alessandro Mannarino

GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 – ore 21- TEATRO STUDIO GIANNI BORGNA

Nuova produzione – prima assoluta

Diario di guerra. Vita immaginata di Enrica Calabresi e Giovanni De Gasperi
di Isotta Toso
con Galatea Ranzi

Video e regia di Stefano Cioffi
Video mapping di Simone Palma
Musiche di Gabriele Coen

Eseguite da:
Gabriele Coen, sax soprano, clarinetto
Enrico Fink, flauto
Natalino Marchetti, fisarmonica

Riconosciuto da parte della Struttura di missione per la commemorazione del centenario della prima guerra mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Con il patrocinio del Centro Culturale Ebraico “Il Pitigliani” e la Fondazione Museo della Shoah.

Diario di guerra è un percorso lungo i confini del nostro paese, prima e dopo la Grande Guerra, tra le ombre di un’identità perduta con la Storia e riconquistata faticosamente nel corso di un secolo di rivendicazioni e forti contrasti.
Galatea Ranzi interpreta la storia vera di Enrica Calabresi (1891-1944). Giovane ebrea ferrarese, laureatasi nel 1914 in Scienze Naturali all’Università di Firenze, Enrica inizia durante i suoi studi fiorentini una relazione sentimentale con il brillante geografo e naturalista udinese Giovanni De Gasperi, presto interrotta dall’intervento italiano nel primo conflitto mondiale.
De Gasperi parte al fronte e muore dopo un anno sotto il fuoco austriaco sulle cime carniche lasciandoci un diario (inedito) carico di umanità e preziose descrizioni scientifiche dei luoghi di Guerra. È proprio Enrica che legge queste pagine raccontandoci il suo amore tragicamente svanito, la sua esperienza di crocerossina sul fronte dolomitico, gli anni di passione accademica all’università di Firenze, fino alle leggi razziali del ’38 e al tragico suicidio, nel ’44, prima di essere deportata ad Auschwitz.
Al testo di Isotta Toso si affianca una narrazione evocativa fatta di immagini del fotografo e videomaker Stefano Cioffi nei luoghi attorno alle trincee che dividevano il territorio italiano da quello austriaco.
Il video originale è accompagnato dalle musiche di Gabriele Coen, (sax soprano e clarinetto) musicista romano che ha saputo avvicinare sonorità della tradizione musicale ebraica a quelle del blues e del jazz, accompagnato in questa occasione da un altro grande interprete della musica Klezmer, il musicista fiorentino Enrico Fink al flauto e da Natalino Marchetti alla fisarmonica

Al pubblico sarà offerta una pubblicazione curata dalla casa editrice Osiride con il testo integrale dello spettacolo.

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