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Carrozzeria Orfeo. Drammaturgia senza Vaselina

Carrozzeria Orfeo con Thanks for Vaselina da Primavera dei Teatri. Recensione

carrozzeria orfeo thanks for vaselina
Foto L. Tota

«[…]Quello che mi piace della drammaturgia inglese sono le lame, una sorta di sega circolare. Lo spettatore non fa in tempo a mettere la testa in una situazione che dopo dieci minuti torni alla situazione di prima e pian piano colleghi il tuo cervello e il cuore che pulsano insieme alle emozioni perché non c’è tempo. Quando leggo quei testi sembra che arrivi alla fine qualcosa di molto preciso e non potrebbe essere altrimenti.[…]». Con queste parole in un’intervista apparsa su Pac, a firma Andrea Ciommiento, Gabriele Di Luca motivava la sua fascinazione per la scrittura teatrale d’oltremanica. Da quella conversazione è passato quasi un anno e il nuovo spettacolo che in quel periodo avrebbe debuttato a Castel Dei Mondi ha avuto il tempo di girare per numerosi teatri e festival raccogliendo consensi e recensioni più che positive.

A Castrovillari Carrozzeria Orfeo con Thanks for Vaselina ha chiuso la quindicesima edizione del Festival con una platea perlopiù conquistata e qualche smorfia invece da taluni operatori e critici.

carrozzeria orfeo thanks for vaselina
Foto L. Tota

Guardiamola dunque da vicino la sesta creazione della compagnia lombarda per entrare nel discorso dopo aver ripulito il campo da ideologie, estetiche e preconcetti. La scrittura di Gabriele Di Luca in questo caso guarda non solo al teatro nordeuropeo, ma anche alle architetture drammatiche di certe serie tv americane o inglesi appunto; alcuni puristi vedrebbero in questa assonanza un problema e in parte lo è per come alcuni meccanismi vengono riprodotti sul palco, in questo caso soprattutto a causa di un accumulo di materiale tematico con il quale Carrozzeria potrebbe mettere in scena un’intera season 1 di Thanks. Sul palco del Teatro Sybaris troviamo una coppia di trentenni, Fil (Gabriele di Luca) e Charlie (Massimiliano Setti, autore anche delle musiche) alle prese con una piantagione di marijuana casalinga, una madre ludopatica (eccezionale Beatrice Schiros) che entra ed esce da una casa di cura senza riuscire a estirpare il vizio, una ragazza abbandonata dal padre (Francesca Turrini) perché ha cercato di aiutare il fratello down alle prese con la propria sessualità repressa e costretta a fare i conti con un corpo troppo grasso rispetto ai canoni di bellezza abituali, fino ad arrivare al padre di Fil (Alessandro Tedeschi, altra performance di altissimo livello) fuggito in Messico dove è divenuto una trans e ora tornato in Italia dopo aver subito il lavaggio del cervello da una setta che in nome di Dio lo sta spogliando di tutti i beni.

carrozzeria orfeo thanks for vaselina
Foto L. Tota

A questo aggiungete anche il plot principale, ossia una missione per metà politica e per metà economica secondo la quale i due giovani dovrebbero, in un ipotetico viaggio del narcotraffico al contrario, portare ovuli di droga in Messico come risposta alla dura repressione subita nelle piantagioni locali. Una ricchezza tematica che forse, compressa nell’ora e mezza di spettacolo, rischia di diventare un concentrato bulimico di paradossi, nefandezze e devianze che necessiterebbero però di un tempo diverso.
Recitazione e regia calibratissime fanno il resto senza lasciare un momento di respiro al pubblico frastornandolo e divertendolo con una comicità cinica e senza tabù, per poi aprire lentamente il campo a piccole esplosioni di dolore che cambieranno per sempre gli equilibri della famiglia allargata.
Insomma al netto delle ingenuità di cui sopra Thanks for Vaselina è un affresco umano duro e godibile, scritto con abilità e interpretato con forza e passione. Il solito (o classico) dibattito è aperto, vedi un recente articolo di Renato Palazzi Nuovo teatro: la fatica di diventare adulti «Il teatro attuale, si sa, preferisce evitare di raccontare storie dal senso compiuto, e in gran parte sono d’accordo: la scena è un luogo di sintesi simboliche, per chi cerca delle forti trame narrative certamente è meglio il cinema».

Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox

Visto a Primavera dei Teatri, Giugno 2014, Castrovillari, Teatro Sybaris

THANKS FOR VASELINA
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca (Fil), Massimiliano Setti (Charlie), Beatrice Schiros (Lucia), Alessandro Tedeschi (Annalisa), Francesca Turrini (Wanda)
musiche originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi

costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara
disegni e locandina Giacomo Trivellini
organizzazione Luisa Supino
ufficio stampa leStaffette
coprodotto da Carrozzeria Orfeo e Fondazione Pontedera Teatro
 in collaborazione con La Corte Ospitale, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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