Gennaio all’insegna della narrazione a Roma, mentre all’Argot va in scena lo stralunato Cosentino, al Teatro Orologio si rinnova un appuntamento classico, quello con Ulderico Pesce.
Narrazione, naturalmente, di tutt’altro tipo in questo caso. Quella di Pesce è fortemente radicata alla realtà che l’attore osserva nei suoi studi. Parliamo dunque di un teatro mai fine a se stesso, anzi che punta diretto verso una causa. Senza nascondersi l’artista lucano lega i propri spettacoli alle battaglie civili dalle quali (e con le quali) nascono. Nei suoi spettacoli non troviamo i coraggiosi volontari di qualche associazione (o comunque non solo) con banchetto e raccolta firme al seguito, ma c’è lui in tutto il suo sudore che, finito il racconto, chiede al pubblico di creare quel momento di passaggio determinante: dalle parole ai fatti. E allora l’artista con abili doti da imbonitore convince gli spettatori ad andare sul sito e firmare le petizioni.
Questo è avvenuto anche l’anno scorso quando all’Orologio portò in scena Il triangolo degli schiavi, ovvero l’indecente storia di extracomunitari dimenticati da Dio e dalla società civile usati per la raccolta dei pomodori in Puglia. Allo spettacolo Pesce ha legato una petizione nella quale chiede l’abrogazione della Bossi-Fini, l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina, la chiusura dei Cpt, l’aumento di ispettori e forze dell’ordine sui cantieri e l’introduzione dell’indice di congruità (che permette di sapere la quantità di bene prodotto da un’azienda e di ricostruire il numero di lavoratori necessario per la produzione del bene medesimo e pertanto, di stabilire il numero di eventuali lavoratori al nero utilizzati).
L’obiettivo a gennaio prossimo sarà quello di riportare alla ribalta il problema dei rifiuti. Con Asso di Monezza, questo mattatore del teatro civile racconterà traffici e business che si muovono intorno alla spazzatura. L’intento dello spettacolo è quello di far luce su due punti in particolare: l’incapacità storica del sud di gestire il ciclo dei rifiuti togliendolo dalle mani della criminalità, e l’assenza di legalità tra gli industriali del ricco nord pronti a fare affari con quella stessa criminalità pur di liberarsi dei propri scarti pericolosi a basso costo. Tutto ciò Ulderico Pesce, come sempre, lo racconta con le parole e la vita dei suoi personaggi. Qui conosciamo Marietta, nata a Pianura, difronte alla discarica, la sua voglia di riscatto, il tentativo di portare la raccolta differenziata anche nel suo paese, e poi la famiglia di Marietta: figlio e marito che illegalmente smaltiscono i rifiuti delle fabbriche. Per sapere come prosegue la storia di Marietta l’appuntamento con Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia è dal 12 al 24 gennaio 2010 alla sala grande del Teatro Orologio. Per firmare le petizioni, ecco il link: http://www.uldericopesce.com/index.asp.
Andrea Pocosgnich
redazione@teatroecritica.net
in scena
dal 12 al 24 gennaio 2010
Teatro Orologio – sala grande [vai al programma 2009/2010 del Teatro Orologio]
Roma