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J.A.N.D: Un pomeriggio di straordinaria normalità

foto ufficio stampa
foto ufficio stampa

Un sorriso spontaneo affiora sul piccolo volto, candido, dalle gote rosse e con la bocca spalancata, un’espressione avida di curiosità accompagna l’incedere incredulo della figura minuta, pronta a sedersi al posto assegnato per assaporare l’emozione fugace e sospesa dell’attimo in cui si spengono le luci e si spalanca l’ inatteso.

Il teatro è gremito di bambini alla pomeridiana dello spettacolo J.A.N.D. / Just Another Normal Day, in scena il 23, 24  e 26 gennaio al Teatro Tor Bella Monaca, prodotto dal Collettivo 320Chili e coprodotto dalla storica compagnia di danza italiana Sosta Palmizi.
Per accedere alla sala si entra passando in un corridoio stretto ai lati da due gradinate; sul fondo e già in scena, seduti su un cubo, il ballerino Francesco Sgrò e il musicista Pino Basile sono vestiti con abiti informali e lasciano per ora di fianco, alla loro destra, una strumentazione musicale fatta di computer, campionatori e pedali per gli effetti sonori. Il palcoscenico è dunque “a riposo”, spoglio, senza artifici, quasi si tratti di una prova piuttosto che di uno spettacolo, le luci sono accese al fine di creare un’atmosfera ovvia, ordinaria. Quando poi la voce di un bambino, spazientito dall’attesa, si leva alta per chiedere alla mamma quanto manchi all’inizio dello spettacolo, le sue parole appena lanciate in aria vanno a ricadere nella sala, di lì a poco delineando quella che lo stesso Francesco Sgrò chiama «drammaturgia emotiva». In questa drammaturgia delle emozioni il gioco fantasioso di un assolo per due corpi, subentra alla normalità iniziale; la danza dialoga con la musica e al movimento corrisponde un’eco sonora, vibrante che si ripercuote in questa sorta di arena, il palco, e giocola con immagini oniriche e fantasiose. Un foglio di carta prende vita, si muove sinuosamente in una giravolta ininterrotta e, piegandosi su sé stesso, dà l’illusione di suonare e cantare, grazie al lavoro compositivo di Pino Basile che campiona i rumori e li fa risuonare in musica. A una filastrocca popolare segue l’entrata in scena di un enorme cerchio nel quale salterà il danzatore abbandonandosi con esso a un valzer inusuale, dove il corpo è abbracciato dalla circonferenza diventando un unicum organico che si muove, oscilla e ruota in una tensione estatica. Il confine tra il reale e il possibile è labile, in bilico tra la normalità e l’immaginifico, in un “mondo”sorretto da leggi di corrispondenza che trattengono insieme i performer in scena come fossero, guidati da un burattinaio a manovrarli, due marionette di kleistiana memoria.

La razionalità è un ospite sgradito, e si accompagna a quella presuntuosa maturità di chi non è più bambino e non riesce, suo malgrado, a cedere alla magia della creazione giocolata, danzata e suonata di questo lavoro. Ma i bambini sono un pubblico assai esigente e severo, pretendono che la loro aspettativa venga appagata, che si continui a sobillarli in un diletto senza fine e mai ne siano annoiati, pena la perdita della loro fiducia e il tradimento della fede che hanno riposto nella promessa di meraviglia.

J.A.N.D. non delude questi piccoli critici esigenti e, alla fine dello spettacolo, tra le poltrone, si sente sussurrare lieve l’interrogativo nel quale è racchiusa la magia dello stupore e dell’incanto, per cui a volte basterebbe abbandonare lo sguardo critico della maturità e guardare con occhi nuovi, gli stessi di chi, con fanciullesca sorpresa continua a chiedersi: «Ma come ha fatto?»

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto a Teatro Tor Bella Monaca Roma
J.A.N.D. / Just Another Normal Day
giovedì 23, venerdì 24 gennaio ore 10.30
domenica 26 gennaio ore 17.30

con Francesco Sgrò, Pino Basile
musiche Pino Basile
collaborazione alla scrittura scenica Giorgio Rossi, Flavio D’andrea
produzione Collettivo 320Chili
co-produzione Sosta Palmizi
con il sostegno del Comune di Arezzo

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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