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Il tenace soldatino di piombo. Omnia vincit amor

foto di Mads - Patrizia Chiatti
foto di Mads – Patrizia Chiatti

Chi non ha ricordi di quei pomeriggi trascorsi con un amichetto chiusi dentro una stanza a giocare? Chi non ha mai sognato che di notte, magari una notte piovosa, i giocattoli prendessero vita e vivessero le avventure più incredibili? Su un soggetto del genere ruotava anche la trilogia Toy Story della Disney Pixar, in cui pupazzi, bambole e robot si trovavano ad affrontare vere e proprie epopee come il temibile trasloco, in cui fatalmente qualche giocattolo va sempre perduto.
Nel fervido panorama del teatro ragazzi, il Teatro delle Apparizioni è tra le compagnie che con maggior impegno si dedicano al rischio, cercando di abbattere ogni categorizzazione forzata operando sulle storie un coraggioso innesto di linguaggi propri del contemporaneo, a costo a volte di presentare atmosfere cupe e crepuscolari. O forse solo splendidamente consapevoli.

Il tenace soldatino di piombo è presentato come un «film teatrale», cosa che già lascia intuire il carattere ibrido della performance. Lo spazio è riempito di oggetti in ogni angolo a ricostruire un’affollata stanza dei giochi: soldatini, pupazzi, bambole e peluche, macchinine, treni elettrici, costruzioni di legno, gru e mostri telecomandati. Come nell’omonima favola di Hans Christian Andersen, su uno degli scaffali vive un plotone di compostissimi soldatini di piombo, dritti sull’attenti e con lo sguardo alto e fiero. Uno in particolare si distingue dagli altri per la mancanza di una gamba e per qualcosa di inedito che gli fa battere il cuoricino di stagno: l’amore per la bella ballerina che vive nel castello di carte all’altro capo della stanza. Non è un caso se anche lei, che a malapena si intravede mentre gira nel suo carillon, osserva il mondo alzata su una sola gamba. I compagni di plotone convinceranno il soldatino a disertare per andare alla conquista del suo amore. E qui comincerà la sua avventura. Giù per uno scivolo traghettato da un elefante di legno, in mezzo al caos dei Marines in battaglia, al cospetto di un imponente e perfido Pinocchio, perso nei deserti di un tappeto con un ragno meccanico alle calcagna, a bordo di un aereo che lo porterà finalmente in cima al grande castello.

foto di Mads - Patrizia Chiatti
foto di Mads – Patrizia Chiatti

Il tutto accade come lo avremmo fatto accadere noi con il nostro amichetto nella nostra stanza, dando a ciascun personaggio una voce, a ciascun frammento del viaggio un tempo, a ciascuna conquista un senso d’insegnamento. Valerio Malorni e Fabrizio Pallara muovono i piccoli oggetti abitando agilmente lo spazio, parlando nei radiomicrofoni e manovrando una piccola videocamera: le proiezioni live mandate su un maxischermo ingigantiscono i particolari mostrando primi piani, sequenze, carrellate e soggettive. Ed ecco che, grazie a una selezione di celebri colonne sonore cinematografiche e grazie a una irresistibile e divertita interpretazione, come per magia sul volto fisso dei pupazzi vediamo comparire le espressioni, intuiamo le riflessioni, osserviamo il compiersi di un viaggio di formazione interiore. Allora l’episodio nel campo di battaglia americano somiglia da un lato alle sequenze di Full Metal Jacket, dall’altro è un severo insegnamento sull’ottusità militarista, la puntata nell’operosissimo cantiere in cui vige la regola «lavoro = profitto» sta tra i panorami grigi à la Ken Loach e un sussurro anti-liberal.

Il finale commovente della fiaba non viene stravolto e il virgiliano «omnia vincit amor» («l’amore vince su tutto») sembra promuovere un atto liberatorio per la fantasia, intesa qui come fiducia in se stessi e come coraggio di inseguire i propri sogni. «Dai 4 anni in su», si legge nella locandina. Uno spettacolo in grado di far sentire grandi i bambini e di far tornare bambini i grandi.

Sergio Lo Gatto

ascolto consigliato: Amor vincit omnia di Giovanni Sollima

visto a Segni d’Infanzia 2013, Mantova. In replica al teatro Mongiovino di Roma fino al 1° dicembre 2013.

vai alle stagioni del teatro ragazzi romano

IL TENACE SOLDATINO DI PIOMBO
compagnia: Teatro Accettella/Teatro delle Apparizioni
da un’idea di: Fabrizio Pallara
di e con: Valerio Malorni e  Fabrizio Pallara
organizzazione: Sara Ferrari
tecnica: teatro e cinema
Età consigliata: 4 anni in su

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

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