This is theatre like it was to be expected and foreseen di Jan Fabre è uno spettacolo estremo; non solo per la durata quanto soprattutto per l’utilizzo dell’attore sulla scena: azioni protratte ben oltre allo sfinimento, uso del nudo come spoliazione dell’identità, parola che nella sua enunciazione perde di significato perché decontestualizzata. Figlio degli happening e della performance art, l’artista belga tanto nel 1982 (anno in cui il lavoro ha debuttato) quanto nel riallestimento ospitato al Teatro Eliseo, nell’ambito di Romaeuropa Festival 2013, riesce a mantenere desta l’attenzione grazie a una sequenza di quadri indipendenti l’uno dall’altro la cui ricerca di senso è demandata allo spettatore, libero di entrare e di uscire dalla platea e di creare il proprio filo conduttore. Il vero atto estremo risiede in questa richiesta di adesione, tanto da spingerci a chiedere cosa possa esser rimasto nei pensieri di chi ha rispettato il patto dedicando un pomeriggio del suo tempo. (V.R.)
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