Dopo 50 spettacoli creati con la sua compagnia e 40 anni trascorsi, Pippo Di Marca torna sul testo di Georges Ribémont-Dessaignes che nel 1916, alla sua uscita, scosse la scena francese e fu paragonato all’Ubu Re di Jarry come precursore del teatro Dada.
Questa, contando l’allestimento di Bragaglia negli anni ’20 e lo spettacolo al Teatro della Fede con Manuela Kustermann e Memè Perlini (oltre allo stesso di Marca) per la regia Giancarlo Nanni, è la terza messa in scena italiana de L’imperatore della Cina . Lo spettacolo, in scena all’India dal 5 al 13 dicembre, si configura dunque come appuntamento teatrale, e culturale in genere, di grande interesse (il Teatro di Roma intorno ha giustamente costruito intorno all’evento una mappa di laboratori, letture e rassegne video) non solo per la possibilità di conoscere un artista unico della scena italiana d’avanguardia, un sopravvissuto di quelle “cantine”, uno insomma che ha incrociato i vari Bene e De Berardinis, ma anche per la rarità che viene portata in scena, uno di quei testi insomma che nei nostri cartelloni difficilmente vengono programmati.
Sul testo Di Marca scrive:
[…] E non è un caso che questo testo, “L’Imperatore della Cina”, sia stato scritto a ridosso della prima guerra mondiale, la più cruenta mai vissuta dall’umanità fino ad allora. E’ una sorta di sberleffo cosmicomico: nasce da una indignazione profonda, da una ferita personale e generazionale, da una ribellione a 360 gradi verso la Società e di riflessione metafisica, misteriosofica, assurda ‘tragedia’ virata in farsa. Una farsa che si dichiara oscenamente ma al tempo stesso si nasconde, si diverte a ‘mascherarsi’, oltre che nei numeri, in un impressionante, e altrettanto ossessivo, indefinito, labirintico fiume, o fuoco, di sottotesti, di rimandi, di enigmi da decrittare, di citazioni ora bibliche ora metafisiche, filosofiche o storiche ecc… Una farsa che non ha inizio e non ha fine, perché contiene tutti gli inizi e tutte le fini, in un ‘circolo vizioso’ (per dirla con Duchamp) infinito, dove non ci può essere mai ‘soluzione’ di fronte alla Suprema Idiozia del Mondo. […] Pippo Di Marca
in scena
dal 5 al 13 dicembre 2009 – ore 21.00 – domenica ore 18.00
Teatro India [Vai al programma 2009/2010 del Teatro India]
Roma
L’Imperatore della Cina
di Georges Ribémont-Dessaignes
traduzione, adattamento e regia Pippo Di Marca
con Pippo Di Marca, Myriam Abutori, Ciro Carlo Fico, Luigi Lodoli, Adriano Mainolfi, Fabio Pasquini, Vincenzo Schirru, Elisa Turco Liveri, Anna Paola Vellaccio
La Compagnia del Meta-Teatro
Programma di incontri, letture e workshop con Pippo Di Marca
Letture a cura di Pippo Di Marca
8 dicembre 09 – ore 19 “Lʼetrange mot d…” di Jean Genet
Lettura di Fabio Pasquini
9 dicembre – ore 19 ” Per finirla col giudizio di Dio” di Antonin Artaud
Lettura di Ciro Carlo Fico
10 dicembre – ore 19 ” Eleonora Duse: il corpo ʻutopicoʼ ” di Luca Archibugi
Lettura di Anna Paola Vellaccio
17-20 novembre – Laboratorio Teatrale “Incroci , paralleli, rimandi, letture, confronti”
dalle ore 10 alle ore 13, sala C
dedicati alle esperienze artistiche di Carmelo Bene, Leo de Berardinis e Pippo Di Marca
a cura e conduzione di Pippo Di Marca [iscrizioni chiuse il31 ottobre 2009 ]
8-11 novembre – Video Teatro dalle ore 18 alle ore 20,30
Proiezioni video di 7 spettacoli di Pippo Di Marca
Videoteatro “I Magnifici sette (ovvero il Mucchio selvaggio)”
Proiezioni video nella sala di Indiateca di sette spettacoli storici e più recenti di Pippo Di Marca, con ironici riferimenti a due grandi western. Gli spettacoli sono “Jura-Paris: Big Bang Agency” ( 1980); “Violer d’Amores” (1981); “Admiral’s Men” (1983); “I Negri” (1990); “Beckett Cantata (Giorni Felici)” (1992); “Ex Hamleto” (2001); ” Pirandello Impromptu” (2004).