Leggi la recensione di Madeleine
Con (a+b)3 narrarono la storia di un amore cresciuto tra le guerre, era una performance per musica, ombre e amanti. Tutto si svolgeva all’interno di un cubo, sulle pareti venivano proiettate le vite dei due protagonisti. Poi fu la volta di Come acqua per raccontare e analizzare il rapporto tra l’uomo e l’elemento primario, Glen Blackhall e Simon Blackhall agivano su un palco sopra il quale pendevano decine di sacchetti d’acqua, i due fratelli legati da un cordone creavano mondi e visioni sperimentando la natura molteplice del liquido. Nell’ultimo Lev, presentato al Romaeuropa Festival dell’anno scorso tornarono le luci ed ombre di (a+b)3, protagonista era la memoria infranta di Lev Zasetsky, paziente di Alexander Lurja, neuropsichiatra russo. Il diario del soldato è il testo dal quale partirono i Muta Imago per costruire uno spettacolo non testuale ma visivo.
Riparte da qui il gruppo formato da Riccardo Fazi (drammaturgo), Claudia Sorace (regista), Massimo Troncanetti, (scenografo) e Glen Blackhall (attore), riparte dal ricordo. E dopo aver passato l’estate a girare l’Italia e mezza Europa per mostrare i propri lavori, il giovane gruppo, romano come Santasangre, un’altra avanguardia della sperimentazione scenica, torna al Romaeuropa Festival dal 19 al 22 novembre con Madeleine
Dal comunicato stampa:
Lei, Madeleine –un nome dove si fondono il riverbero proustiano e il ricordo della protagonista di Vertigo di Alfred Hitchcock– si concentra nel suo sonno-rifugio rannicchiandosi tra le lenzuola: la sua è una fuga dal passato di chi non ha paura di voler essere felice, anche a costo di perdere una parte di sé. Che pratica lunga, noiosa e balbuziente è la memoria: una volta annullata riappare ancor più affascinante e minacciosa come sogno. L’esperienza labirintica di Madeleine inizia quando di fronte a lei, nel sonno, luogo in cui si sente ormai al sicuro, si apre un nuovo sipario: l’universo onirico, con le sue leggi che superano la logica manifesta della luce del giorno, si presenta come una contrazione delle esperienze passate e della realtà, una visione rapsodica delle loro strutture profonde, un mondo popolato di ombre. Che possono o possono non essere quello a cui vogliamo sfuggire abbandonando il ricordo. La riflessione sul tempo, sull’esperienza umana del tempo, che caratterizza il sottile lavoro di Muta Imago, si apre questa volta all’esperienza fascinosa della memoria involontaria che irrompe nel presente, vissuto come minaccioso proprio perché figlio di quel passato che vogliamo rimuovere.
in scena
dal 19 al 22 novembre 2009
Teatro Palladium – Romaeuropa Festival 2009
Roma
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Madeleine
Ideazione Muta Imago
Regia Claudia Sorace
Drammaturgia/Suono Riccardo Fazi
Realizzazione scena Massimo Troncanetti con l’aiuto di Luca Giovagnoli
Con Glen Blackhall Chiara Caimmi Irene Petris
Vestiti Fiamma Benvignati
Foto di scena Laura Arlotti
Produzione Muta Imago
Coproduzione Romaeuropa Festival, Regione Lazio, Assessorato alla cultura, Spettacolo e Sport in collaborazione con Bassano Opera Festival, Artlink Association Romania.
Con il sostegno di Centro Valeria Moriconi /Jesi e Amat per Premio Valeria Moriconi/Futuro della Scena, L’Arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, Centrale Fies, Teatro Fondamenta Nuove, Kollatino Underground, Città di Ebla.