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Exit di Fausto Paravidino: quello che so sull’amore

Exit Paravidino
Foto di Teatro Eliseo

Interno casa, una vita di coppia in divenire si confronta con una dicotomia insanabile: riunire la continuità di un’evoluzione comune nella mutevolezza della propria individualità. Pensassimo alla coppia con un minimo di razionalità, non potremmo non ammettere che si tratti di un’assoluta follia, irrealizzabile, stare insieme. Ma per fortuna gli uomini hanno il dono magnifico della dimenticanza e della distrazione. In questo opportuno spazio dell’irrazionale si vanno a innestare e nidificano i sentimenti. In questo stesso spazio prende corpo il nuovo spettacolo di Fausto Paravidino, suoi testo e regia, dall’emblematico titolo Exit, la via d’uscita. Ma ce ne saranno mai?

Un pastello soffuso e tenue, verde celeste rosa, apre uno squarcio nella vita dei coniugi A e B in un’ambientazione da sit-com sentimentale, quasi un’atmosfera soft da fumetto. In alto la scritta “Affari Interni”, da un lato, si confronta con l’altro neon su cui è scritto, appunto: “Exit”. A centro scena le due sollecitazioni linguistiche si concretizzano nella continua tensione fra andare e restare, con l’illusione a questo punto di stare contemporaneamente in un posto come unità condivisa, invece che come unità scissa. Ed ecco, appunto, la dicotomia insanabile. I due coniugi dialogano fra loro e con il pubblico, intendono e sottintendono la sequela di accensioni e ripicche, sospesi e non detti o peggio non capiti in cui si incastra il loro amore, vero o presunto. O almeno quello che fu il loro amore. E che oggi è una replica sgranata di un film ormai datato. Non si danno pace, cercandone una. Finché non si accorgono che forse quella pace passa dal recupero di un’individualità che la loro astringente vita insieme stava annientando. L’una ne prenderà coscienza, l’altro l’accetterà. Pian piano e a fatica si riapproprieranno delle proprie singole vite. Seppellendone una composta. Ecco allora, nella casella degli “Affari Esteri”, spuntare gli altri. In genere sono una categoria multiforme che si modella sulle necessità dell’individuo. Mai per il suo interesse, pur sembrando il contrario. Così dei due reduci l’una troverà l’amicizia di uno squinternato eterno boyscout, l’altro si rifarà una vita traendone dalla freschezza di una sua giovane studentessa.

Exit Paravidino
Foto di Teatro Eliseo

Paravidino porta nelle sue scene di moderna borghesia una commedia brillante (dichiaratamente à la Woody Allen), di andatura e impianto anglosassone, con una buona freschezza sia d’intenti che di realizzazione. Il suo testo ha un dono di semplicità e stimola una partecipazione perché – salvo rare eccezioni – dialoga con la riconoscibilità che ci è più prossima. Ma non è solo il tema, questa immediatezza si coniuga alla verve degli attori (su tutti Sara Bertelà e Nicola Pannelli, ma di ottima lena anche Angelica Leo e Davide Lorino) che tengono fede a una frontalità quasi ammiccante, bravi a non varcarne il confine: in front of, dicono gli inglesi, ma con una drammaturgia strettamente italiana.

Maggiore pregio del testo è una linearità riconoscibile nella composizione e nella dinamica di relazione fra i protagonisti, la stessa linearità che denuncia difetti in un debito cinematografico non sempre efficace e in certe nettezze un po’ schematiche, ma tuttavia non abbastanza manierate da dirsi manichee. Di contro la regia svela – e nel caso del Paravidino regista è un passo decisivo – un buon uso dei pochi elementi scelti a farsi segni drammaturgici, che restano poi appesi a lasciare di fronte, in silenzio, l’evoluzione dolceamara di tutta la loro storia. Già, perché tra gli affari interni e quelli esteri la scritta “Exit” non svanisce, resta in alto a indicare una direzione che non sembra percorribile, gli stessi colori pastello così reiterati a lungo andare svelano un rigetto di venature acide e resta evanescente l’ultima scritta, “In Europa”, così come il finale, tronco, non chiude ma disinnesca lo spettacolo, anestetizza gli avvisi della coscienza, disperde gli individui perché tornino a cercarsi.

Simone Nebbia

In scena al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi fino al 24 febbraio 2013

Guarda il video estratto con intervista all’autore

EXIT
testo e regia Fausto Paravidino
con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Angelica Leo, Davide Lorino
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
luci Lorenzo Carlucci
musiche Giorgio Mirto
produzione Teatro Stabile di Bolzano

TOURNÉE

RUBIERA (RE): Corte Ospitale 2 febbraio
ROMA: Piccolo Teatro Eliseo Patroni Griffi dal 5 al 24 febbraio
MILANO: Teatro Elfo Puccini dal 27 febbraio al 10 marzo
BRESCIA: Teatro Sociale Ctb 11 e 12 marzo
VENEZIA: Teatro Carlo Goldoni dal 13 al 15 marzo
SAN DANIELE (UD): Teatro Comunale sabato 16 marzo
BARLETTA: Teatro Comunale dal 22 al 24 marzo
MODENA: Teatro delle Passioni dal 4 al 6 aprile
GENOVA: Teatro Duse dal 9 al 14 aprile

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