HomeVISIONIRecensioniEhi! La surreale poesia del teatro di figura

Ehi! La surreale poesia del teatro di figura

La locandina di Ehi!

Sempre di più lo sforzo di queste pagine è di spingere il ragionamento a un livello di profondità dove la categorie possano perdere la propria gravità e fluttuare via, lasciando lo spettatore libero di godersi il messaggio dell’arte. Come nel caso di un pomeriggio di ante-vigilia di Natale a Fandango Incontro, dove va in scena, in due sole repliche, Ehi!, uno spettacolo di Ivan Franek con marionette, burattini e attori. Fandango Incontro è un luogo ibrido e contaminato, una libreria nel cuore di Roma che gestisce anche un bar, uno spazio espositivo e una sala per cineforum e teatro. Gli spettatori di Ehi! sono in parte genitori e bambini, ma non solo, è bello vedere anche avventori e clienti della libreria che si godono l’ingresso gratuito insieme a una cioccolata calda. Su una sedia vicino alla regia siede Giorgio Barberio Corsetti, fondatore e direttore della compagnia Fattore K, che produce lo spettacolo. Franek, nato e cresciuto nella Repubblica Ceca e noto al grande pubblico italiano per apparizioni cinematografiche come quella in Brucio nel vento di Silvio Soldini, Quo Vadis, Baby? di Gabriele Salvatores o Provincia Meccanica di Stefano Mordini, ha una formazione piuttosto classica nel teatro di figura: diplomato alla Scuola Superiore di Teatro e Marionette di Praga, ha lavorato dieci anni con la compagnia di marionette e ombre di Jean-Pierre Lescot in Francia ed era il protagonista del recente Il Castello di Kafka diretto appunto da Corsetti.

Tecnica mista, questo Ehi!, una gaia giostra di burattini a guanto, pupazzi da tavolo in stile bunraku e attori che interagiscono con oggetti. Una baracca fatta di fondali neri occupa lo spazio scenico, il suo sipario in miniatura si muove e opera come il diaframma di una macchina fotografica, facendo scorrere due pannelli orizzontali e due verticali e riuscendo così a inquadrare un primo piano, stringere su un dettaglio o allargare su un “campo lungo”. Non è il solo particolare tecnico che rimanda al mezzo cinematografico: gran parte dei “numeri” che si alternano al di là del piccolo boccascena giocano con quella che è la maggiore potenzialità del teatro di animazione: la prospettiva. Se lavorando con le ombre basta avvicinare o allontanare l’oggetto dalla fonte di luce per rimpicciolirlo o renderlo gigantesco agli occhi del pubblico, manovrando a mano i pupazzi e il loro sfondo si riesce a dare l’impressione del movimento e di una stravagante profondità anche nel piccolo spazio di una baracca.

Ciò che manca a questo spettacolo, pur dichiaratamente caotico e quasi dadaista, è una disciplina più rigida nelle durate, viziate forse dalla troppa fiducia in certe trovate. Se si intuisce qua e là la radice laboratoriale del prodotto – nato da una sessione di formazione specifica prodotta da Fattore K e tenuta da Franek nello scorso ottobre – in parte è in quell’aura di artigianalità che si conserva la forza di questo piccolo lavoro. L’esplosione surrealista di personaggi appartenenti alla tradizione (i due “protagonisti” sembrano essere l’anello di congiunzione tra Punch&Judy e le guarattelle napoletane) e situazioni fantasiosamente mutuate dalle nostre ansie quotidiane recupera con successo le due anime profonde del teatro di figura: l’invenzione e la poesia. Come spesso accade, soprattutto quando l’impianto scenico non permette la totale scomparsa del corpo umano a favore dell’oggetto, ancor più interessante dell’ottima animazione (gli attori sono davvero ottimi) è la vista nuda degli animatori al lavoro, la loro concentrazione sui movimenti, alle prese con la creazione. E alla fine, sarà stata l’aria un po’ malinconica dell’ante-vigilia, l’apparizione del clown à la Buster Keaton che esegue elementari numeri di giocoleria con quel sorriso malinconico, ci ha strappato qualche tenera lacrima.

Sergio Lo Gatto

visto il 23 dicembre a Fandango Incontro, Roma.
In replica il 6 gennaio 2013

EHI!
di Ivan Franek
realizzato da Ivan Franek, Julien Lambert, Aurora Buzzetti, Valeria Bianchi, Massimo Troncanetti, Sabrina Beretta, Andrea Trovato, Giulia De Canio, Simona Oppedisano, Alessandra Solimene
staff di produzione Ippolita Nigris Cosattini, Paolo Monaci Fregueglia, Marco Pistolesi, Olimpia Nigris Cosattini, Francesca Saracino, Nicola Donno
realizzato con il contributo di Regione Lazio Assessorato Cultura, Arte e Sport, Provincia di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, in collaborazione con Arte Bellezza Cultura e Fandango Incontro

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Nell’architettura di vetro di Williams/Latella

Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Antonio Latella per la produzione greca di di Technichoros e Teatro d’arte Technis. Visto al teatro...