Torna alla drammaturgia contemporanea Roberto Andò e lo fa proprio con un’ambientazione simile a quella de Il Dio della Carneficina, lavoro decisamente poco convincente nel testo e nella messinscena. Ci porta infatti a scrutare anche questa volta in un interno borghese, tra le asfissianti macerie di una relazione di coppia arrivata al collasso. The Country di Martin Crimp è un testo durissimo capace di affondare a piene mani nei peccati di una famiglia della middle class occidentale senza lasciare uno spiraglio di salvataggio. Non c’è l’ironia francese e colta di Yasmina Reza, ma c’è quell’atmosfera violenta e senza uscita di certa drammaturgia britannica. In questo testo del 2000 Crimp mette sul proprio tavolo anatomico una coppia benestante di mezza età: sappiamo che sono venuti a vivere in campagna fuggendo dalla città. Il sipario si apre con il ritorno a casa di Richard, medico del paese: discute con la moglie, Corinne, per aver portato con sé una giovane donna, dice di averla trovata stesa sul ciglio della strada, ma la moglie non gli crede. Laura Morante tratteggia con talento, equilibrio e passione il profilo di una donna intelligente e forte pronta a dare sempre un’altra occasione al marito, o quasi.
Andò si lascia guidare dal testo e modella una regia scarna ed essenziale, come la scenografia: un grande salone, con un tavolo al centro, un tavolino sulla destra, una scala celata dietro le quinte fa intendere l’esistenza di un piano di sopra, è lì che dormono i ragazzi, non li vedremo mai. Sul fondale un’enorme vetrata opaca filtra la notte, tempo nel quale tutto si decide, nel quale le vite di Richard e Corinne cambieranno per sempre rimanendo uguali a sé stesse, proprio come la casa di bambole adagiata e immobile in proscenio su una lingua di prato sintetico.
Recensendo The Country al debutto londinese al Royal Court Theatre, il The Sunday Telegraph scriveva: «Una glaciale ambiguità permea la nuova commedia di Martin Crimp […] Per questo autore, le parole lasciano delle tracce: assistere alla rappresentazione di questa commedia è un processo di decifrazione del suo elusivo significato» (fonte antoniabrancati.it). Perché la commedia del cinquantaseienne autore originario del Kent trova il picco del proprio slancio metaforico in un vuoto più angosciante della violenza che quel silenzio fa presagire. Nell’epilogo riappare la famiglia unita, come se non fosse accaduto nulla. È il compleanno di Corinne, ma durante il suo ultimo monologo – nel quale Laura Morante dà il meglio di sé – iniziano a condensarsi nell’aria grigi umori che rimandano a qualcosa di chiuso nell’animo dei due protagonisti, una colpa con cui dovranno fare i conti ogni giorno. Inoltre lo squillo ininterrotto del telefono mentre si spengono le luci sulla scena lega il surreale al thriller, lasciando gravitare l’attenzione del pubblico in una sospensione da manuale.
È a proprio agio la regia di Andò con il testo piuttosto verboso di Crimp, le due donne della compagnia (Laura Morante e Stefania Ugomari Di Blas) si portano sulle spalle due personaggi complessi con grazia e con necessario distacco, mentre il Richard di Gigio Alberti ci racconta di un personaggio dimesso, forse troppo. Bisognerebbe poi fare una piccola riflessione riguardante l’utilizzo dei microfoni: al di là dell’evidente surplus di amplificazione nella voce della protagonista (scelta della diva cinematografica, del regista o semplice errore?) questi sono tutt’altro che nascosti, acusticamente si intende. Troppo spesso su certi palcoscenici si assiste a un involontario “effetto cinema” per il quale la pessima sonorizzazione rende la sorgente del suono inafferrabile, l’attore potrebbe talvolta lavorare in playback e non ce ne accorgeremmo. Questo non per azzardare un nostalgico discorso sugli attori di una volta capaci di far sentire il proprio sussurro dal fondale all’ultimo anello di palchi, la questione è complessa e dipende non solo dalla formazione attoriale, ma anche dagli spazi. Che si utilizzino i microfoni e qualsiasi ingegno sonoro per farne segno artistico evidente, che si utilizzino anche per amplificare voci piccole ma talentuose, senza però dimenticare che è dall’attore e dal suo respiro che tutto nasce.
Andrea Pocosgnich
in scena dal 29 novembre al 16 dicembre 2012
Teatro Eliseo [cartellone]
Roma
THE COUNTRY
di Martin Crimp
traduzione Alessandra Serra
regia Roberto Andò
con Gigio Alberti, Laura Morante, Stefania Ugomari Di Blas
Teatro Stabile dell’Umbria / Brunello Cucinelli
in collaborazione con Nuovo Teatro
Prossime date in calendario per la tournée di THE COUNTRY
22 – 27 gennaio 2013 Teatro Bellini, Napoli [cartellone]
8-9 gennaio 2013 Teatro Bonci, Cesena [cartellone]
GUBBIO – Teatro Comunale – gio 10 gennaio 2013
TODI – Teatro Comunale – mer 16 gennaio 2013
SPOLETO – Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti – gio 17 gennaio 2013
CITTA’ DI CASTELLO – Teatro degli Illuminati – ven 18 gennaio 2013