Niente da fare. Una mosca nel piatto cambia inevitabilmente i piani così chiari quando avevamo ordinato la nostra minestra preferita. Non c’è più lo stesso desiderio, qualcosa ci prende alle papille gustative e fa resistenza, ci allontana dalla sicurezza di sapere cosa avremmo degustato. Così, quando in una commedia moderna a canoni fissi, si raddoppia il tessuto narrativo, ecco che la nostra percezione subisce una inevitabile virata e nulla sarà più uguale: potremo esserne contenti, goderne o criticare, ma siamo nel gioco ormai, il gioco intessuto da Rafael Spregelburd e il suo lodevole Buenos Aires.
In una Argentina rurale si sta svolgendo una commedia: una casa sfitta il cui proprietario è assente e ignaro, tre persone, per diverse motivazioni, si trovano a frodare l’agenzia immobiliare impossessandosi, senza clamori, di quell’appartamento. Ora, questo raddoppiamento è dovuto all’arrivo, dalla Gran Bretagna, di un giovane sperduto che non conosce la lingua spagnola, si intuisce abbia qualcosa che non vuole rivelare, ma poco importa agli abitanti del luogo: potrà restare, a patto che si renda utile alla causa. Così pian piano il giovane entra nei loro disegni, inizia a lavorare anche per loro, fa l’idraulico per il paese e tutti ne trovano giovamento. Tutti però dimenticano un particolare: il suo arrivo velato di mistero, tale e rimasto, e tale rimarrà quando ormai il nostro si sarà integrato al punto di preparare pietanze britanniche ai dapprima scettici coinquilini.
Sullo sfondo – o anzi al centro secondo la commedia ma sullo sfondo pensando alla tragedia taciuta – una truffa classica ai danni di famigerati governi o organizzazioni o poi la Nato o chissà chi altri: quel che importa è il doppio testo, le parole in inglese del giovane, interpretato dallo stesso Spregelburd, non sono udite dagli altri, sono fuori scena e rimangono un tacito accordo fra lui e gli spettatori: si agisce alle spalle di chi sta tentando, paradossalmente, una truffa.
Da qualche anno questo autore argentino raccoglie consensi in tutto il mondo, è invitato a parlare del suo teatro e giuro che è una esperienza davvero gratificante. La Ubulibri pubblicherà i suoi testi in italiano, tradotti da Manuela Cherubini, regista che ne cura anche gli spettacoli nella nostra lingua. L’Argentina nel 2001 ha vissuto forse la peggiore crisi economica di un paese sviluppato. L’Italia ha registrato nel 2009 un calo del PIL del 5,1%. In un anno sono aumentate del 53% le domande di disoccupazione e la cassa integrazione è al 222%. Rinascerà presto, anche la nostra drammaturgia?
Simone Nebbia
Visto a Torino
Teatro Carignano[vai al programma 2009/2010 del Teatro Carignano]
Prospettiva 09 [leggi l’articolo sulla rassegna]
di Rafael Spregelburd
traduzione Manuela Cherubini
con Alberto Suárez, Mónica Raiola, Andrea Garrote, Rafael Spregelburd
regia Rafael Spregelburd
musiche Federico Zypce
tecnici Santiago Badillo, Alejo Varisto, Pablo Ruiz Seijo
producer Corina Cruciani
El Patrón Vázquez (Argentina)