L’anno scorso Mario Martone, direttore dello stabile torinese, aveva in progetto di affidargli la guida del Teatro Vittoria, idea che non si realizzò per problemi economici, quest’anno la collaborazione tra lo stabile e Fabrzio Arcuri, regista de l’Accademia degli Artefatti, torna in primo piano.
Certo l’organizzazione di un Festival d’autunno, una rassegna di teatro contemporaneo che apre la stagione torinese, è ben altra cosa rispetto a un intero cartellone. Ma è un discorso che abbiamo fatto fin troppe volte: come è successo a Roma con le varie rassegne (Revolution Mad al Quirino, Le vie dei Festival all’India) il nuovo teatro viene recintato in una ventina di giorni al di fuori della stagione istituzionale, rischiando così di non attrarre un pubblico altro (soprattutto impreparato) e maggiormente bisognoso delle sue indagini. Per ora ci accontentiamo! Anzi il sistema dei festival e delle rassegne di teatro di ricerca è in continua evoluzione ed espansione (alcune volte in maniera forse un po’ disordinata) e preme sempre di più ai margini degli spazi istituzionali.
La manifestazione diretta da Fabrizio Arcuri, che apre la stagione del Teatro Stabile di Torino, ci darà la possibilità di avere un’ istantanea dei numerosi “teatri” che animano la performatività italiana e internazionale. L’occhio puntato fuori dai confini è molto attento ed ecco importanti presenze come quella di Jan Fabre con il suo ultimo Orgy of Tolerance, oppure il Big Art Group, il regista argentino Rafael Spregelburd, solo per citare alcuni tra gli ospiti internazionali più conosciuti. A questi si affiancheranno maestri affermati della scena italiana come: Armando Punzo, Teatro Valdoca, Emma Dante, Ascanio Celestini e naturalmente Accademia degli Artefatti. A dialogare con questi punti di riferimento ecco il nuovo teatro, compagnie come Babilonia Teatri, Pathosformel, Tagliaini-Deflorian, Mutaimago, Teatro Sotterraneo e Amesia Vivace-Circo Bordeaux testimonieranno un continuo evolversi , perché come ha affermato Arcuri “La cultura contemporanea non conosce confini, afferma la propria identità nella contrattazione tra i generi e i linguaggi e ri-determina continuamente la propria forma, ignorando le barriere e i recinti preimposti.”
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in scena
18 ottobre – 9 novembre 2009
Torino
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Vai al Programma 2009/2010 delle Fonderie Limone (Stabile di Torino)
Vai al Programma 2009/2010 Cavallerizza Reale (Teatro Stabile di Torino)