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DOMENICA
testo Massimiliano Giulio Benvenuto
regia Arcangelo Iannace
con Vanessa Scalera e Filippo Gili
Otto Domeniche a caso di una coppia qualunque di una città qualunque dell’unico mondo che conosciamo. Un lui e una lei. Un figlio incagliato tra loro. Otto intime sospensioni nel giorno del Signore. Rumori, ricordi e rivelazioni stagliate nell’indeterminatezza della Domenica.
La Domenica come paradigma della sospensione. del lassismo esistenziale. un intervallo tra il prima e il dopo, che come un alveo atemporale nel silenzio dell’inoperosità, amplifica con indeterminata ferocia la fragilità strutturale che regola i rapporti. Un viaggio privo di reflussi romantici all’interno di una coppia la cui identità dei singoli, l’uomo e la donna, si perde nell’acromatopsia di una fusione psicocarnale asfissiante. Un vero amore, privo di barocchismi. Mediocre e sublime nell’arco di pochi istanti. Un grafico impazzito le cui estremità schizofreniche certificano tutta la complessità dell’incontro dei generi al di fuori della necessità riproduttiva. Individualità mutilate al servizio di una riconoscibilità sociale che normalizzi l’ineludibile caos. Una forzatura contro natura. Le cui conseguenze si reificano in deflagranti distorsioni patologiche. Una barbarie delle necessità dei sessi, al servizio dell’inconsistenza strutturale della modernità.
La coppia, come distorsione ultima in favore della verità.