Al Teatro Belli compie dieci anni Trend – nuove frontiere della scena britannica, la rassegna curata da Rodolfo Di Giammarco che indaga le nuove tendenze di una scena contemporanea che fino a qualche anno fa poco aveva a che fare con la nostra. Chi ha familiarità con i paesi britannici o comunque anglosassoni sa che una delle principali caratteristiche del teatro di ricerca (comune in parte alla Germania e ai paesi scandinavi) rappresenta anche una delle maggiori differenze con il nostro paese: la sperimentazione si muove in gran parte sulle linee della drammaturgia testuale. Il progetto di Di Giammarco è quello di scegliere ogni anno alcune compagnie che rappresentano in modi diversi l’attualità teatrale italiana, assegnando a ciascuna un testo o un autore britannico su cui giocare una carta del tutto bianca. Nessuna limitazione sulla messinscena o sulla lettura, è ammesso ogni tipo di intervento, purché la paternità resti (almeno in gran parte) della parola. Un esempio su tutti è l’omaggio offerto nel 2008 da Babilonia Teatri a Mark O’Rowe con “Terminus”, spettacolo poi evoluto in “Pop Star”.
Ad aprire le danze quest’anno è la prima italiana di The Author, il nuovo agghiacciante testo di Tim Crouch (29, 30 e 31 marzo) che l’estate scorsa aveva sconvolto e commosso l’Edinburgh Fringe Festival al Traverse Theatre, un gioco crudele con i fatti di cronaca, giocato come sempre sul confine labile tra finzione e reality, affidato nella versione italiana al Teatro dei Borgia (regia di Giampiero Borgia). Alla sorprendente inventiva scenica di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo di Fibre Parallele è affidato l’apocalittico Have I None (2, 3, 4 e 5 aprile), testo del 2000 di Edward Bond parte di una serie di otto pièce fantascientifiche che descrivono il mondo nel 2077. Il 6, 7 e 8 aprile la palla passa in mano a NIM – Neuroni in Movimento (regia di Matteo Alfonso e Tommaso Benvenuti), con una messinscena di Orphans di Dennis Kelly, giovane drammaturgo classe 1970 diventato in pochi anni (il debutto fu nel 1997 al leggendario Etcetera Theatre, tempio del teatro off a Camden Town) un una delle giovani voci più interessanti della scena londinese. Dopo un esplosivo debutto al Fringe Festival di Edimburgo nel 2009, si è trasferito al Soho Theatre, questa è la prima italiana. Il 9 aprile tocca a Cristina Spina (PAV), con una mise-en-espace di One Minute di Simon Stephens, altro giovane drammaturgo originario del Cheshire che ha la particolarità, nei suoi brevi drammi, di inserire una componente ironica e in qualche modo consolatoria che lo allontana in parte dall’ in yer face theatre più puro. Nel 2007 debutta invece al Birmingham Rep Taking Care of Baby, in cui Dennis Kelly mette insieme vari titoli di giornale per creare un dramma familiare su una madre accusata di aver ucciso i due figli. Al Belli comparirà in forma di mise en espace firmata dall’Accademia degli Artefatti per la regia di Fabrizio Arcuri (11, 12 e 13 aprile). Medesima veste è quella scelta da Andrea Baracco (Compagnia I Termini) per portare in scena Far Away di Caryl Churchill (15, 16 e 17 aprile), unica firma femminile della rassegna, che racconta una giovane donna in lotta contro l’indifferenza in un mondo assediato dalla guerra (alla soglia degli anni Zero).
L’ultimo testo (dal 19 al 23 aprile) è quello più recente, Moonfleece di Philip Ridley, che ha debuttato nel 2010 a Londra e appare per la prima volta in Italia per la regia di Carlo Emilio Lerici, che al Belli è di casa ed è reduce da una dubbia messinscena di Vincent River, dello stesso autore, che ha collezionato inspiegabilmente molti successi, replicando per diverse stagioni.
Michelle Martini
Dubbia…inspiegabilmente…due parole che spiegano tanto…basta con questi falsi registi…aria nuova…basta….