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VIRO (Abbondanza/Bertoni)

Questa recensione fa parte di Cordelia di febbraio 25

Foto tobia Abbondanza

«Ciao X, anche tu da queste parti?/ Chi, io?/ hai voglia di farmi compagnia?/ Chi io?…» X e Y se ne tornano da dove sono venuti, camminano verso il nero fondale mentre la voce off, di quelle tipiche da automa, scandisce queste frasi, i due performer aprono la bocca di tanto in tanto, come in un sogno rallentato. È una chiusura ironica, ma è anche l’epilogo in cui le due entità devono riunirsi; d’altronde nelle note di accompagnamento di Viro (ultimo spettacolo della compagnia Abbondanza/Bertoni visto al Palladium per Orbita e Equilibrio Festival) si parla di «apnea creativa» che «diventa la chiave per un nuovo stato di coscienza gemellare». Ai due gemelli viene concessa la parola solo dopo poco meno di un’ora di partiture gestuali, fisiche senza sosta che corrono veloci sulla musica techno di Olaf Bender, aka Byetone. Gesti apparentemente semplici, che «appartengono a un istinto collettivo», scrive la coreografa Antonella Bertone parlando di un codice nel quale è la «mascolinità minuscola» ad essere esposta (dopo il precedente Femina). Cristian Cucco e Filippo Porro – che non si risparmiano e non mollano un beat -,  capelli grigi con una riga al lato e t-shirt nera performano un campionario di stereotipi del maschio medio, fatto anche di mossette e mimica facciale, sempre ancorati all’incedere percussivo e rumoristico della musica: si aggiustano la maglietta, le mani sull’inguine, una spolverata ai pantaloni, i palmi battuti sul petto con il volto pronto a ringhiare, le mani in tasca, il sesso come un ginnastica. Si fatica nella parte centrale dello spettacolo, dove la coreografia non stupisce e per arrivare alla durata di un’ora ci vorrebbero idee più nette con le quali illuminare una tematica un po’ esausta. Pensiamo ad esempio ai nuovi maschi, a quelli che si definiscono femministi, a quelli che hanno riscoperto tenerezza e lacrime, Viro non riesce a fare quel salto in più di pensiero che permetterebbe di colpirci con qualcosa che non sappiamo, e invece nei cinquanta minuti di sudore e tecnica possiamo al massimo confortarci di essere tra quelli bravi, tra quelli che sanno riconoscere gesti e movenze del maschiaccio tipico.

Visto al Teatro Palladium. Di: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni Coreografia: Antonella Bertoni Regia: Michele Abbondanza Con: Cristian Cucco E Filippo Porro Disegno luci: Andrea Gentili Direzione tecnica; Claudio Modugno Musiche: Byetone – Death Of A Typographer Sound Design; Giacomo Plotegher Consulenza musicale: Marco Dalpane Organizzazione, strategia e sviluppo: Dalia Macii Amministrazione e coordinamento: Francesca Leonelli Comunicazione e Ufficio Stampa: Francesca Venezia Produzione: Compagnia Abbondanza/Bertoni Con il Sostegno Di Mic – Ministero Della Cultura, Provincia Autonoma Di Trento, Comune Di Rove-reto, Fondazione Cassa Di Risparmio Di Trento E Rovereto Con il contributo Di Cassa Rurale Vallagarina Bcc Si ringrazia Danio Manfredini, Nadezhda Simenova, Orlando Cainelli

Cordelia, febbraio 2025

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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