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STRADA MAESTRA (Niccolò Matcovich e Laura Nardinocchi)

Questa recensione fa parte di Cordelia di gennaio 25

Foto Simone Galli

Strada maestra è innanzitutto un viaggio che segue latitudini geografiche ed esperienziali restituite da Niccolò Matcovich e Laura Nardinocchi a partire da più di un anno di ricerche sul campo, focalizzate su un’indagine a partire dal rapporto tra uomo e natura, dal titolo iniziale Terramadre. Prima dello spettacolo, la compagnia invita gli spettatori di Carrozzerie n.o.t a sperimentare, attraverso una breve camminata attorno al teatro, il metodo dell’”osservazione oggettiva” da loro scelto come approccio scientifico, nel tentativo di eliminare quanto più possibile la componente di giudizio personale e dare spazio all’oggetto della ricerca. In seguito all’esternazione del percorso, da confermare o rettificare da parte di tutti, si crea una dimensione di dialogo aperto che funge da terreno comune per tutta la performance. Lo scambio avviene col tono del resoconto documentario, sebbene poi, pur partendo da quella pretesa di obiettività, i due autori ne ammettano il “fallimento soggettivo”, trovandosi faccia a faccia con il doversi scontrare con quanto accade. Il taglio è esistenziale, volontariamente scelgono di non affrontare di petto il coté politico ambientalista, ma rimangono in una dimensione contemplativa, di inchiesta dolce, dove l’aspetto ideologico può emergere a posteriori. Così raccontano di situazioni idilliache sulla carta ma raccapriccianti nella realtà o ancora di scelte di vita a volte ai limiti della sopravvivenza e però piene di gioia. Toccando gli estremi e le fasce intermedie di queste posizioni, i due ripercorrono le diverse tappe attraverso la lettura di alcuni stralci dei loro diari, facendo ascoltare voci e montando in scena una sorta di totem-umanoide realizzato con oggetti a loro donati dagli intervistati. Quasi a conclusione, Nardinocchi e Matcovich espongono una serie di affermazioni antitetiche raccolte in viaggio, che pendono a favore dell’uomo o della natura, chiedendo nuovamente al pubblico di scegliere di schierarsi, ma l’aspetto più interessante sta proprio nello scardinamento di questo dualismo, ovvero nell’impossibilità di ridurre a una scelta semplificante, pro o contro, invitando alla complessità. (Viviana Raciti)
Visto a Carrozzerie n.o.t,  | di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich | organizzazione Silvia Zicaro |scena Bruno Soriato e Giuseppe Frisino | sound design Dario Costa | luci Chiara Saiella | foto e video Simone Galli |produzione Florian Metateatro | con il supporto di Sementerie Artistiche; Ass. Ippocampo; Ferrara OFF; Laagam-ORA | IntercettAzioni Centro di Residenza della Lombardia; Teatri di Vita/ Elsinor – Teatro Cantiere Florida / TRAC – Centro di Residenza Pugliese nell’ambito del Progetto Cura 2023

Cordelia, gennaio 2025

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Viviana Raciti
Viviana Raciti
Viviana Raciti è studiosa e critica di arti performative. Dopo la laurea magistrale in Sapienza, consegue il Ph.D presso l'Università di Roma Tor Vergata sull'archivio di Franco Scaldati, ora da lei ordinato presso la Fondazione G. Cinismo di Venezia. Fa parte del comitato scientifico nuovoteatromadeinitaly.com ed è tra i curatori del Laterale Film Festival. Ha pubblicato saggi per Alma DL, Mimesi, Solfanelli, Titivillus, è cocuratrice per Masilio assieme a V. Valentini delle opere per il teatro di Scaldati. Dal 2012 è membro della rivista Teatro e Critica, scrivendo di danza e teatro, curando inoltre laboratori di visione in collaborazione con Festival e università. Dal 2021 è docente di Discipline Audiovisive presso la scuola secondaria di II grado.

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