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AMLETO (regia di Alessandro Fabrizi)

Questa recensione fa parte di Cordelia di dicembre 24

Frequentare Shakespeare sempre. Anche al freddo di una serata di dicembre, quando non si conosce il regista e poco si sa dell’operazione scenica. Come nel caso di questo allestimento di Amleto portato al Teatro Basilica con la regia di Alessandro Fabrizi e un cast di volenterosi ed efficaci attori e attrici. Uno spettacolo andato in scena all’aperto, prima in forma di studio al festival unplugged del Teatro Ecologico di Stromboli e poi in piazza Sempione la scorsa estate, dunque nuovamente all’aperto. Ecco allora che la versione indoor al Basilica è stata un novità, accolta da un pubblico numerosissimo. Anche perché nelle quasi tre ore di recita si assiste a un lavoro completo sul testo: l’opera esemplare, quella più enigmatica e filosofica di Shakespeare, ma anche una tra le più dinamiche, diventa così davvero il fulcro di un rito laico. Attorno a un Amleto ben recitato noi spettatori non possiamo che divenire comunità temporanea: quando ci sentiamo interrogati dal mistero che attraversa la corte danese, quando seguiamo con poche distrazioni le sue evoluzioni vuol dire che la macchina scenica sta facendo il proprio dovere. Non aspettatevi una regia che illumini il testo in una maniera innovativa o che colpisca per idee indimenticabili, ma è nelle relazioni tra i personaggi, nelle dinamiche spaziali – il bel duello che continua fuori scena dando l’impressione che lo spettacolo conquisti tutto lo spazio teatrale -, nell’idea dell’accompagnamento musicale dal vivo, con una semplice chitarra e voce, la sapienza di questo allestimento. A Fabrizi gioverebbe rivedere alcuni dettagli e idee, come l’uso delle sedie accatastate nella scena dei Becchini e la voce del fantasma del padre, mal distorta alle spalle della platea.  E poi c’è l’interpretazione di Alessio Esposito, che vibra di intelligenza, umanità e ironia, il suo Amleto cresce proprio quando comincia a fingersi pazzo, appena si mette la maschera da attore inizia a imprimere una personalissima impronta, tagliente nell’umorismo intelligentissimo, cattivissimo per necessità; eccolo Amleto, antieroe moderno, nostro contemporaneo. (Andrea Pocosgnich)

Visto al Teatro Basilica Uno spettacolo di Alessandro Fabrizi con: Maria Vittoria Argenti, Francesco Buttironi, Giovanni Ciaffoni, Alessio Del Mastro, Alessio Esposito, Alessandro Fabrizi, Laura Mazzi, Salvatore Palombi, Clemente Pernarella Traduzione inedita di Nadia Fusini Musiche originali di Gianluca Misiti e Giovanni Ciaffoni Costumi di Marina Sciarelli Aiuto regia: Silvia Ignoto Assistente costumista: Sofia Cascino

Cordelia, dicembre 2024

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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