Scrivere con la realtà, di Lorenzo Donati

Comincia con una domanda non da poco Lorenzo Donati nel suo Scrivere con la realtà. Oggetti teatrali non identificati 2000-19: «Come mai alcuni spettacoli ci suonano ‘vecchi’, mentre i linguaggi di altri ci paiono in dialogo con lo spirito del tempo?» Naturalmente la risposta va cercata nel libro, tra quegli spettacoli in cui l’autore ha rintracciato i segni del nostro tempo, sempre nella premesse Donati spiega che la ricerca ha incrociato gli strumenti dell’indagine storiografica con quelli della critica e del giornalismo.«Cosa fa l’arte se tutti attorno pretendono di rappresentare?», interrogativo oggi imprescindibile: al centro della questione dunque c’è la convenzione stessa del teatro, quella che Diderot attribuiva ad Eschilo, qui chiamata «patto rappresentativo». Il critico di Altre Velocità riparte dal Novecento per definire alcuni punti di partenza, richiamando, tra gli altri, Gerardo Guccini, Franco Quadri, Lorenzo Mango, Claudio Meldolesi, Ferdinando Taviani; dal Convegno di Ivrea del ‘67 ai gruppi nati negli anni Novanta, per arrivare a quei fatidici anni Zero, e alla Generazione T di Renato Palazzi. Queste pagine sono quelle che preparano il contesto storico, il terreno, per le successive, proprio quelle della ”scrittura con la realtà”. I capitoli sono divisi per tappe cronologiche e dedicate all’analisi delle opere di Babilonia Teatri, Ariette, Compagnia della Fortezza, Fanny&Alexander, Virgilio Sieni, Gli Omini, Motus, Fibre Parallele, Teatro delle Albe, Sotterraneo, Kepler-452, Dom, per terminare con alcuni casi internazionali, come quelli di Roger Bernat, Rimini Protokoll e Milo Rau. Un percorso nel quale ritrovare o scoprire la scena dei nostri giorni, quella che «reimpasta […] frammenti drammatici dentro oggetti teatrali non identificati dove una coppia di anziani può interpretare una coppia di giovani, un giovane attore può sovrapporre i caratteri del personaggio alla propria identità reale, senza per questo dismetterla» (Scrivere con la realtà, di Lorenzo Donati, Cue Press 2023)

Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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