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Ref Kids. Poco prima della rivoluzione

Nella sala dell’ex Mattatoio di Roma, Romaeuropa Festival 2024 ha ospitato per alcuni weekend spettacoli per spettator* delle nuove generazioni. Un buon motivo per riflettere ancora su questa particolare relazione teatrale, a partire dall’ingresso in Babelut Parcours della compagnia belga Musica Impulscentrum. Recensione

Sapete come inizia una rivoluzione? Bambini fuori da una sala teatrale, ai quali viene mostrato di stare nel percorso segnato dai paletti a delimitare una sorta di fila all’ingresso, che buttano giù la barriera, scavalcano le esili transenne e decidono per un’altra, appunto rivoluzionaria, occupazione dello spazio; alcuni passano sotto il cordone, altri sconvolgono l’ordine costituito e rompono l’argine: non scavalcano semplicemente le barriere, ma le buttano giù. “Aspetta! Siamo in fila! Devi rispettare la fila!”, le voci dei genitori cercano di fermarli ma sono incapaci di contenere quel tumulto dall’interno, impacciati non sanno arginare fino in fondo la spinta di ribellione; e poi la porta si apre, ma non è la sala teatrale quella, è una stanza piena di giochi per l’attesa, insomma: avevano ragione i bambini a spingere.

È così che prende il via una mattinata di Ref Kids, rassegna per le nuove generazioni di Romaeuropa Festival, al Mattatoio di Roma, che svolge un ruolo fondamentale nel portare i più giovani a contatto non tanto con il racconto, ma con la materia teatrale, costruendo attorno agli spettacoli un vero piccolo universo di giochi, esperienze, possibilità ogni volta uniche per avvicinare i piccoli spettatori a scoprire, fin da ora, qualcosa di sé. Nella stanza ognuno si dedica a qualche strumento musicale strampalato, entra a contatto con la produzione di suono, aiutato da qualche parola degli adulti attorno, mentre una madre in un angolo allatta chi è arrivato troppo presto, forse, per la rivoluzione, ma insomma pare sia qui per ambientarsi, capire con curiosità e timore cosa l’aspetta tra non molto. Si parte dagli strumenti musicali, dunque, di vario suono e varia forma; si intuisce che Babelut Parcours della compagnia belga Musica Impulscentrum (0-5 anni) sarà presto un viaggio musicale ad esplorare suoni nuovi, prodotti attraverso nuovi e sorprendenti mezzi, ma soprattutto che tra suono, luce, acqua e movimento c’è una connessione fortissima.

Si accede seguendo i percussionisti che raccolgono tutti nella stanza, come dei pifferai magici ci conducono a sedere sui raggi di un sole centrale e magnetico, che diventerà il luogo principale dell’incontro tra luce e musica; poi il suono si fa più ricco, entra in gioco anche la voce con la pura energia della lirica, effonde da una ciotola trasparente piena d’acqua che crea continui e prismatici giochi di luce esplicitando il riverbero di qualche alambicco gocciolante appeso in alto, finché il canto della performer trascina nei suoi acuti i lampi e un vortice li coinvolge in teli luminescenti.

Gli adulti – spettatori per lo più derivati dalla necessità di affiancare i più piccoli, questo va ricordato – si dividono in diverse categorie di comportamento: alcuni spiegano ai bambini, seduti di fianco, cosa stia succedendo, forniscono la simultanea traduzione dell’esperienza ma rischiando così di limitarla, altri in silenzio li rassicurano, forse per paura che provino emozioni, altri ancora invece lasciano che i bambini vivano quelle emozioni senza tenerle sotto controllo, perché si sentano liberi di stare nell’esperienza e magari, chissà, invertire la relazione, rovesciare il dispositivo di apprendimento e far sì che siano i bambini, una volta tanto, a spiegare agli adulti cosa stia accadendo .

Poi, finito tutto, è il tempo di provare, mettersi in opera per naturale inclinazione alla curiosità, non per suonare gli strumenti con consapevolezza dei mezzi e delle intenzioni, ma per “fare come loro”, afferrare un po’ della meraviglia osservata, farla propria; il sole attrae un circolo di curiosi che i musicisti sono ben capaci di accogliere, mostrando appena la meccanica utile a farlo diventare una percussione, che suona in tutto e per tutto come durante lo spettacolo, solo che per mani molto più piccole. La rivoluzione termina, almeno in apparenza, passa per i dispositivi dell’arte senza quasi rendersene conto, raccoglie semi che germoglieranno chissà come o quando, ma una cosa è chiara fin da subito, ai giovani ribelli: non esiste rivoluzione che si faccia in silenzio.

Simone Nebbia

Roma, Mattatoio – Novembre 2024

BABELUT PARCOURS
Compositore: Wim Henderickx
composition design: Diederik Glorieux
regia: Helene Bracke
scenografie: Tijl Wellens and Helene Bracke
performer / voce: Helene Bracke
performer / percussioni: Birgit Eecloo
performer / percussioni: Joeri Wens
tecnica: Tijl Wellens
Babelut Parcours is a concept of Musica Impulscentrum
@ASTRA is a co-production of Musica and C-TAKT

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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