Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 24
In quel pozzo Alfredino era solo apparentemente solo: a circondarlo, il peggio di un’Italia sprovveduta e invadente, pronta a emergere al primo fatto di cronaca disponibile. In questo Fabio Banfo si addentra, ricostruendo la triste e nota vicenda di Alfredo Rampi, bambino morto in un pozzo artesiano, negli anni Ottanta, a svariati metri di profondità. Nel buio totale, dal quale adesso anche il dramma emerge a fatica: dalla flebile luce che attraverso un microfono, appeso in alto, scende lungo il basso, verso l’interprete rannicchiato in una posa innaturale. Un adulto piccolo piccolo è Banfo, nato nello stesso anno di Alfredo: racconta la storia sua e di lui, fisso al centro del palco, rivolgendosi al pubblico. In quel centro è lui, è l’interprete, è la narrazione di quei momenti convulsi nella sua stessa vita; ai lati della scena, per la regia essenziale di Serena Piazza, l’attore raggiunge e interpreta digressioni minime di italiani e italiane coinvolti dalla disgrazia spettacolarizzata. Davanti agli schermi della televisione, così come attorno al pozzo dove visitatori e visitatrici si ammassavano, ostacolando le già discutibili manovre di salvataggio, è un popolino cannibale che già confonde cronaca nera e cronaca rosa, attentamente caratterizzato. «Se me ne vergogno? No»: sono le parole del giornalista che per primo raggiunge il luogo dei fatti. Ma nessuno sembra vergognarsi della curiosità morbosa e dell’incompetenza che si addensava, non solo metaforicamente, intorno alla stretta voragine di Vermicino. Un fatto di cronaca che diviene fatto di storia nazionale, e infine di costume: una questione sociologica in cui si annida la casualità di un dio “contabile”, come lo definisce addirittura Mazinga, nella parentesi di un inaspettato teatrino di ombre cinesi. Ma almeno sul palco, davanti e insieme a spettatori e spettatrici si consuma un dono, una struggente seconda possibilità: per Alfredo, la memoria di un dolce ricordo. (Tiziana Bonsignore)
Visto al Mercurio Festival, Spazio Franco. Crediti: di Fabio Banfo, con Fabio Banfo. Regia di Serena Piazza. Uno spettacolo di Effetto Morgana. Produzione: Centro Teatrale MaMiMò. Spettacolo vincitore del Premio Fersen alla Regia 2021, XVI ed., Miglior spettacolo e miglior drammaturgia Doit Festival di Roma 2017, realizzato con il Patrocinio del Centro Alfredo Rampi Onlus. Foto di Alessandro Villa