Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 24
Deianira è un personaggio in attesa, come spesso capita alle donne del mito greco. Attende il suo sposo, Eracle, il potente, l’avventuriero, quello delle fatiche, il semidio. Le Trachinie tra le tragedie di Sofocle è una delle meno rappresentate, Walter Pagliaro la illumina con passione, intelligenza e mestiere in un allestimento andato in scena al Teatro di Documenti. Talvolta gli astri si allineano: il regista è un depositario della tradizione strehleriana, ma con Giorgio Strehler lavorò anche lo scenografo Luciano Damiani prima di scavare nel Monte dei Cocci di Testaccio un teatro che è una sorta di utopia – il Teatro di Documenti, appunto, una ricerca architettonica in cui allargare in confini della ricerca teatrale. Pagliaro sfrutta due dei piani disponibili: scendiamo le scale per arrivare allo spazio scenico -1 dove troviamo un telo in plastica nero che delimita la scena e si allunga fino alle scale sul fondo, sopra le nostre teste una rete di fili rossi da cui pendono alcune lampadine, occupiamo i tre lati disponibili della platea. Qui si muoverà la Deianira di Micaela Esdra, anch’essa custodisce una tradizione che sta scomparendo, che le permette un’ampia tavolozza di colori vocali. Qui ogni parola è pesata, scelta nel suo significante recitativo, nelle sue levigature. Efficace anche Fabio Maffei nel ruolo del figlio, in grado di consegnare al pubblico una performance di rara intensità. Il coro, sempre grande interrogativo per la regia, è risolto nella bella prova, spesso all’unisono, di Cristina Maccà e Valeria Cimagli. E poi Fabrizio Amicucci ed Elisabetta Arosio, araldo e nutrice in un recitare anche in questo caso generoso e preciso. Lo spazio di Damiani qui riscopre il proprio statuto di luogo del mistero, scendiamo nella profondità del mito per ritrovarci in una piccola sala, come di fronte ad un altare catacombale, discepoli fortunati di un rito in via di estinzione. Deianira si era tolta la vita per grottesco dolore, ora di fronte a noi, con un colpo di teatro, c’è Eracle, ma sulla sgangherata sedia a rotelle il corpo e la voce trasformati di Micaela Esdra, in un suggestivo gioco del doppio tutto novecentesco. (Andrea Pocosgnich)
Visto al Teatro di Documenti. Regia Walter Pagliaro. Con Micaela Esdra, Cristina Maccà, Fabrizio Amicucci, Elisabetta Arosio, Fabio Maffei, Valeria Cimaglia. Spettacolo itinerante. foto Mattia Simoncelli