Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio/agosto 24
È pressoché impossibile trovare il testo teatrale più famoso di Machiavelli in un cartellone: La Mandragola ha bisogno di inventiva comica e di un linguaggio in grado di adattare l’italiano antico. Scritta tra il ‘14 e il ‘15 del Cinquecento, andò in scena per la prima volta pochi anni dopo e fu pubblicata nel ‘24, secondo Voltaire valeva più di tutta l’opera di Aristofane, e Goldoni ammise di averla letta decine di volte da giovane; iperboli a parte l’intreccio scritto dall’autore del Principe può vantare un’ambientazione unica per gli esempi dell’epoca: siamo infatti nella Firenze contemporanea e non in una Magna Grecia lontana nel tempo, qui il giovane Callimaco si innamora di una donna sposata che non riesce ad avere figli col suo vecchio e probabilmente infertile marito, Nicia. Michele Mori, regista e autore dell’adattamento, inventa un prologo a Parigi e un fantastico viaggio a Firenze che avviene grazie a un improbabile aeroplano inventato da Leonardo Da Vinci e poi omaggia Dante che appare con i versi della sua opera più famosa quando Callimaco (nella ricca interpretazione di Francesco Lunardi) dovrà vestire i panni di un dottore e avrà bisogno dunque di una lingua colta. Con Stivalaccio il testo fa un salto di qualche decennio divenendo un canovaccio da commedia dell’arte, con tanto di maschere ad opera di Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare – fenomenali il Nicia/Pantalone veneziano di Elia Zanella e il Ligurio campano di Pierdomenico Simone e una scenografia semplice (ad opera di Alvise Romanzini) ma capace di stupire in alcuni momenti. Nei costumi, un po’ storici e un po’ da guitti circensi, di Licia Lucchese ci sono i corpi di quattro attori giovani, con i quali la compagnia vicentina ha voluto cominciare un progetto di rinnovamento e di passaggio del testimone comico, guidati dalla presenza talentuosa ed esperta di Simone. Il risultato è la riconsegna alle nostre scene di un pezzo di storia della drammaturgia teatrale che riprende vita con una notevole capacità comica e la solita meticolosa e artigianale ricerca di Stivalaccio.(Andrea Pocosgnich)
Visto nel cortile di Palazzo da Schio, Be Popular Festival. Con Pierdomenico Simone /Ligurio e con gli attori e le attrici della compagnia giovani Francesco Lunardi / Callimaco Elisabetta Raimondi Lucchetti in alternanza con Francesca Boldrin / Lucrezia Daniela Piccolo /Fiammetta Elia Zanella / Nicia regia e canovaccio Michele Mori scenografia e attrezzeria Alvise Romanzini maschere Stefano Perocco di Meduna, Tullia Dalle Carbonare costumi Licia Lucchese disegno luci Matteo Pozzobon coreografie acrobatiche Giulia Staccioli arrangiamenti musicali Pierdomenico Simone assistente alla regia Benedetta Carrara