Chiunque lavori con la scuola sa perfettamente quanto il teatro sia al contempo una grande esigenza di confronto tra l’esteriorità e l’interiorità degli individui in formazione ma anche un grande equivoco nella formulazione della stessa esigenza, troppe volte confusa con uno sciatto intrattenimento da uscita didattica che raramente sa esercitare il nutrimento necessario. È a fronte di questa urgenza che il gruppo di lavoro critico Altre Velocità, formatosi nel 2005 e operante in tutta Italia ma con un focus continuativo in Emilia Romagna, ha inteso concepire l’intero corpo di attività formative svolte negli ultimi dieci anni nelle scuole, per poi farle oggi confluire in un libro dal titolo Crescere spettatori, appena uscito dall’editore Luca Sossella, a cura di Agnese Doria e Francesco Brusa. A partire dall’esperienza diretta vissuta in varie scuole d’Italia, incontrando ragazzi dai 6 ai 19 anni, il libro si compone di articoli molteplici che sappiano attraversarla ma senza dimenticare una compiutezza di concetto utile alla formalizzazione di una teoria educativa. Infatti il testo, a partire da esperienze più o meno fugaci di presenza nelle scuole, oltre a offrire spunti per trattare “da fuori” il teatro nelle classi dà anche l’opportunità di fornire elementi utili agli stessi insegnanti, perché possano guidare i ragazzi in una presenza più costante e generativa. L’elemento che maggiormente emerge, da questa indagine, è la volontà di mostrare il lavoro come tramite tra la scena e la scuola, cercando non di impartire insegnamenti categorici, ma di stimolare alla partecipazione, all’evanescenza, a quello che Lorenzo Donati nella prefazione chiama giustamente “spaesamento”.