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Up To You Festival. Per mettersi scomodi a teatro

Presentiamo con un articolo in media partnership la quinta edizione di UP TO YOU festival (dal 21 al 26 maggio), appuntamento annuale organizzato da una direzione artistica partecipata under 30 che si svolge nella città di Bergamo e nei comuni limitrofi di Brusaporto e Scanzorosciate, offrendo al pubblico cittadino una programmazione incentrata sul contemporaneo e sullo scambio di sguardi tra le nuove generazioni.

Foto Davidson – Balletto Civile

Vieni a teatro, mettiti scomoda, scomodo, scomod*. Uno statement forte che sfida, soprattutto in tempi in cui la condizione di creare o porre scomodità è qualcosa che si cerca di coprire, offuscare, nascondere. Eppure, UP TO YOU festival la utilizza come un invito, una più genuina forma di partecipazione che si rivolge e coinvolge referenti eterogenei ma soprattutto le nuove generazioni. A partire dalla crisi – ambientale, sociale, umana – in cui ci troviamo, come possiamo interrogare con sguardo critico il presente che abitiamo? Attraverso quali azioni possiamo realmente provocarlo? Calarci nelle sue fratture, “scomodarlo”? Ecco che la quinta edizione del festival bergamasco, che si tiene dal 21 al 26 maggio, continua nel suo intento consolidato già negli anni di porre domande e suscitare riflessioni, cercando in particolar modo di sondare la capacità dei nuovi sguardi di incidere sul reale, per modificarne la struttura e ridirezionare le traiettorie future. Per farlo, decide di puntare su un cartellone davvero ricco, in cui si tenta non soltanto di ripensare il rapporto con l’altro e con ciò che ci circonda ma soprattutto di disegnare i confini di possibilità di queste relazioni messe in atto.

Foto Sei la fine del mondo – Anna Chiara Vispi

È proprio di questo rapporto dialettico, inteso come incontro/scontro all’interno degli affetti del nucleo famigliare, che parla Filippo Capobianco (vincitore mondiale di slam poetry 2023) con la sua pièce di slam poetry Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto. Attraverso un racconto poetico e favolistico, l’artista narra del rapporto madre-figlio tramite la storia di un moscerino che non riesce a trovare le parole per rapportarsi alla madre. Alla sua incomunicabilità latente, che lo condizionerà per tutto il suo percorso di vita, si contrappongono, invece, i tentativi di dialogo tra diverse generazioni dello spettacolo di Sanpapiè, collettivo artistico nato nel 2008 che si dedica all’intreccio delle arti performative, in scena presso l’Auditorium di Piazza Libertà. Servendosi dell’elaborazione coreografia di Lara Guidetti, Taca Tè racconta di corpi – quelli di Antonio Caporilli e Francesca Lastella – che non si corrispondono nell’età biologica, ma che continuano a cercarsi, forse anche provando un po’ di timore, timidezza ma anche gioia nella scoperta di chi non ci appartiene ed è altro da noi, eppure compagno, simile, amico. Così come la partitura coreografica, anche il titolo ripropone, con l’utilizzo di una località dialettale (in emiliano Taca Tè corrisponde a “comincia tu”) quella sfida ad abitare luoghi, geografie e corpi differenti, a trovare nuovi ponti tra tempi lontani, in una rivisitazione performativa che rompe con la tradizione per trovare un nuovo linguaggio condiviso.

Dallo scontro generazionale più intimo di Sanpapiè si passa poi ad uno più politico: qui, Balletto Civile affronta le dinamiche e le conseguenze dell’incontro tra Davidson, un ragazzo/studente di origine africana, e un professore progressista e dai valori anticoloniali. Una relazione che rappresenta anche qui un incontro/scontro, però più universale, perché tessuto tra popoli, culture, etnie.  «Uno scontro “necessario” – aggiunge Maurizio Camilli, danzatore che in scena compare nelle vesti dell’insegnante – alle generazioni più giovani per potersi emancipare. Necessario distruggere i propri padri per poter crescere e scoprire la propria identità».

Foto ©CosimoTrimboli – Concerto Fetido su quattro zampe – Alice e Davide Sinigaglia

Eppure, per uccidere i propri padri è necessario ricostruire quello che col tempo hanno distrutto, modificare il corredo genetico di quell’eredità tramandata e stratificata nei modelli educativi: Sei la fine del mondo (letteralmente) questi modelli li scardina, andando ad approfondire temi urgenti come la relazione tra la posizione della donna all’interno della società e l’ecosistema, integrando alle dinamiche del corpo l’estensione video. Annachiara Vispi si fa così interprete di un’esigenza attualissima e di una forma di attivismo costruttivo: prevenire l’azzeramento umano e culturale reimmaginando modalità di interazione paritaria con ciò tutto che ci circonda. Davide e Alice Sinigaglia si calano ancor più dentro la questione cercando piuttosto di ridimensionare umoristicamente l’essere umano alla sua più banale bestialità. Con Concerto fetido a quattro zampe, tra musicalità rap e quesiti filosofici, ritornano al livello zero del discorso, affrontando con semplicità i quesiti esistenziali, le differenze primarie, l’origine dell’evoluzione umana.

Foto Giacomo De Angelis e Davide Forte – La scelta – Roger Bernat

Variegato e centrato nelle tematiche che snocciola, il programma è come ogni anno selezionato da una direzione artistica partecipata under 30, che si compone da 30 ragazze e ragazzi dai 18 ai 30 anni, sempre con la guida fin dalle prime fasi di lavoro dalla compagnia bergamasca Qui e Ora Residenza Teatrale. Con lei, Roger Bernat ha sviluppato per esempio un progetto curioso e colmo di stimoli, in cui ribalta le dinamiche dell’organizzazione teatrale, portando il pubblico a mettere in atto una selezione di spettacoli. La scelta applica dunque un rovesciamento, implicando una direzione condivisa “aumentata” e “invertita” che però porta in primo piano il vero intento del festival: la partecipazione attiva collettiva. A partire da questo obiettivo, UP TO YOU si ramifica nei suoi appuntamenti con scelte progettuali formative e laboratoriali (si pensi anche al laboratorio di racconto e attraversamento del festival ad opera de LeRem) e organizza nei sei giorni di rassegna flash mob intergenerazionali con la partecipazione del Laboratorio Ma le donne, ma anche numerosi incontri, dialoghi, concerti e party che hanno l’intento di creare quel senso di comunità che forse davvero può essere la cifra portante di questa epoca di crisi e incertezze. Portando il focus su temi di giovane sensibilità, su una possibilità nuova di comunicazione tra parti “pari”, di relazioni anche fragili, ma tipicamente umane, nell’epoca dei rapporti social e dell’assuefazione tecnologica, il festival porta alla superficie le emergenze del presente come tasselli da scomporre e riavvicinare attraverso le possibilità generatrici dell’arte, mediate dagli sguardi delle e sulle nuove generazioni (che quel presente possono davvero agirlo).

«Con la forza dell’essere comunità in azione, voce intergenerazionale e interculturale, Up To You Festival di spettacolo dal vivo 2024 e la Direzione Artistica Partecipata Under30 si pongono l’obiettivo di coinvolgerti attivamente, provocando(ti), scomodando(ti) e interrogando con lucidità il mondo di oggi. Esponendosi con coraggio sotto i riflettori, gli spettacoli proposti rispondono a una forte urgenza di agire, a una ferma volontà di ripensare gerarchie, confini e relazioni, attraversando la crisi sociale e ambientale del nostro tempo. Nella convinzione che è solo nell’incontro e nel confronto che ci si possa aprire al cambiamento, il teatro si rivela dunque contesto vivo in cui hai spazio e voce anche tu».

Dunque, mettetevi scomodi tutti, quest’anno anche e soprattutto a teatro.

Redazione

Qui il programma del festival.

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