SARÀ L’AVVENTURA. UNA VITA PER IL TEATRO, di Carlo Fontana, Il Saggiatore (2023)

Nel volume pubblicato dal Saggiatore, Carlo Fontana ripercorre la propria esperienza da appassionato spettatore bambino a sovrintendente, dal 1990 al 2005, del Teatro alla Scala. Con agilità, un linguaggio semplice e familiare, ci accompagna per gli ambienti del Piccolo Teatro, di una Milano attraversata e scossa dai fermenti degli anni ‘70 e ‘80, per le sale della biennale veneziana, del Comunale di Bologna e della Scala, per le sedi di partito. Ci racconta di una relazione – già allora e forse più che oggi – inevitabile tra la politica e quei luoghi della cultura che diventano simbolo di una città, ospitano gli scontri tra classi sociali, tra partiti, tra lavoratori e dirigenti. Dinamiche che l’autore affronta con pacifico realismo, e nell’intrico delle quali riesce a ritagliare uno spazio privilegiato per progettualità complesse e grandi sforzi economici, organizzativi, comunicativi, illuminati dai grandi nomi del panorama lirico-sinfonico del secondo Novecento, da Luigi Nono a Riccardo Muti. Grande protagonista del racconto di Fontana è, come un faro, Paolo Grassi: concreto, puntiglioso, paterno, un organizzatore lungimirante, testardo nell’incontro-scontro, perso, con l’artista Strehler per il Piccolo. Una narrazione in prima persona, talvolta visibilmente parziale, che alle difficoltà reali della gestione preferisce anteporre i successi, le sfide, le intuizioni; ma che riesce a gettare una luce sul ruolo manageriale e, insieme, di grande passione e consapevolezza dell’arte e dei meccanismi della produzione artistica che dovrebbe, forse, caratterizzare la figura del sovrintendente. E non soltanto in un settore, quello lirico-sinfonico, che spesso ci appare distante dalle dinamiche più quotidiane, ridotte, della produzione teatrale, ma che può darci interessanti spunti per la riflessione sulle modalità di gestione del bene culturale nella sua necessaria e ostinata indipendenza intellettuale nel mondo del profitto a tutti i costi.

Angela Forti
Angela Forti, di La Spezia, 1998. Nel 2021 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza Università di Roma, con un percorso di studi incentrato sulle arti performative contemporanee. Frequenta il master in Innovation and Organization of Culture and the Arts all’università di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma Animateria, corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. Studia pianoforte e teoria musicale, prima al Conservatorio G. Puccini di La Spezia, poi al Santa Cecilia di Roma. Inizia a occuparsi di critica musicale per il Conservatorio Puccini, con il Maestro Giovanni Tasso; all'università inizia il percorso nella critica teatrale con i laboratori tenuti da Sergio Lo Gatto e Simone Nebbia e scrivendo, poi, per le riviste Paneacquaculture, Le Nottole di Minerva, Animatazine, La Falena. Scrive per Teatro e Critica da luglio 2019. Fa parte della compagnia Hombre Collettivo, che si occupa di teatro visuale e teatro d’oggetti/di figura (Casa Nostra 2021, Alle Armi 2023).

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