Questa recensione fa parte di Cordelia di marzo 24
“Un concerto, una battaglia, un rituale”. Così si legge nelle note di sala quando ci si reca a vedere lo spettacolo Mirlitons nato dalla sinergia di due forti personalità artistiche come il musicista beatboxer Aymeric Hainaux e del ballerino – maestro del crossdressing – François Chaignaud. Un incontro dettato da una condivisione di ricerca poetica, nel tentativo di “trovare un corpo nel suono e nel movimento”. E di questo si tratta. Al centro della sala una pedana quadrata è il fulcro spaziale e visivo: Chaignaud vi gira attorno e ne modula le marginalità, in una sorta di moto di trascinamento, per instaurare una relazione con il musicista. Relazione che è al tempo stesso motore di attivazione degli spazi e principio di quel riverbero sonoro che vuole abitare i corpi per scivolarvi sopra, penetrarvi in un sussulto e uscire via, nell’ansimo di un respiro, nel calpestio dei tacchi sbattuti a ritmo per terra. Qui, la partitura coreografica di Chaignaud è intensa, viscerale, e affonda nelle sonorità organiche di Hainaux, giocate sui respiri di una vocalità convulsa ma controllata. E l’energia vitale che ne scaturisce si fa inizialmente calamita, per il suo potere magnetico, per la sinergia dei corpi che si intrecciano e collidono all’interno di un rituale condiviso; poi si fa gioco e, nel gioco, trova il suo apice massimo, lasciando gli artisti agire quella zona liminale tra provocazione e trance, tra spiritualità e consunzione. Il disegno luci di Marinette Buchy ne asseconda via via le fasi, per creare un eco brumoso alla potenza acustica di Hainaux, performata anche dai tintinnii delle vesti, e lasciata sospesa nell’aria come unica, residuale particella pulviscolare. (Andrea Gardenghi)
Visto alla Triennale di Milano. Crediti: idea e interpretazione: Aymeric Hainaux, François Chaignaud collaborazione artistica: Sarah Chaumette design dei costumi: Sari Brunel light conception: Marinette Buchy responsabile tecnico: Marinette Buchy, Anthony Merlaud operatori suono: Jean-Louis Waflart, Patrick Faubert produzione: Mandorle productions (Garance Roggero, Jeanne Lefèvre, Emma Forster) distribuzione internazionale: APROPIC (Line Rousseau, Marion Gauvent)