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ELENA (regia di Elena Arvigo)

Questa recensione fa parte di Cordelia di febbraio 24

Foto Alessandro Villa

«Là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia / la storia umana». Su una scena arredata con trascurata eleganza, tra veleggiare di tendaggi e luci soffuse in trasparenza, tutto sembra ricoperto di polvere sottile, cenere o talco profumato e un po’ appassito che rimane sospeso nell’aria come le parole di Ghiannis Ritsos. Questo densissimo poema in forma di monologo parte da Elena di Troia per navigare senza meta nelle acque del pensiero a posteriori, nella stasi lucida della vecchiaia, nella contemplazione del vissuto con la distanza che magnifica i dettagli e smaschera l’epica. Così Elena è una donna e tutte le donne, ha duemila anni e gli occhi di una bambina, è vittima e carnefice. Arvigo si fa abitare dal verso del poeta che sgorga in lei percorrendo strade tortuose, cambiando di stato, sciogliendosi in rivoli di senso attraverso il vibrare delle sue agili corde vocali per farsi infine nebbia e avvolgere i sensi. Il suo corpo, i suoi occhi liquidi, la sua mimica chirurgica sono il fulcro della messa in scena. Ad accompagnarla è il fantasma di un’ancella, Monica Santoro: presenza intravista, complice e sospetta insieme, come lo siamo noi spettatori, inconsapevoli interlocutori di un disincantato flusso di coscienza. Persi nel vortice del ricordo, aggrappati al sapore agrodolce della sconfitta, ci sentiamo dare del tu, guardare negli occhi, chiamare alla presenza proprio quando siamo invitati ad andarcene. Dobbiamo lasciare la sala e tornare nel mondo, questo mondo, violenza che continua a ripetersi uguale a se stessa: sta a noi sbattere le palpebre e disfarci di quella polvere assuefatta e indolente che si insinua tra le ciglia e ci offusca la vista. Anche senza speranza. (Sabrina Fasanella)

Visto al Teatro Argot Studio. di Ghiannis Ritsos. Traduzione di Nicola Crocetti. Regia Elena Arvigo. Con Elena Arvigo e con la partecipazione di Monica Santoro (flauto traverso e canto). Assistente alla regia Monica Santoro. Scene e costumi Elena Arvigo. Consulenza musicale Ariel Bertoldo. Collaborazione scene Maria Alessandra Giuri. Consulenza al testo Francesco Biagetti. Una produzione Teatro OUF Off con Compagnia Elena Arvigo (Associazione SantaRita & Jack teatro)

Cordelia, febbraio 2024

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