Questa recensione fa parte di Cordelia di febbraio 24
Patrimonio culturale alto e popolare insieme, il repertorio operistico è ricco di storie e arie vive nell’immaginario collettivo; restituirlo in chiave pop è più naturale e meno ardito di quanto si possa pensare, benché rimanga impresa sfidante trapiantare su palcoscenici off o comunque non operistici melodrammi di tale mole e complessità. In questa direzione lavorano I Tre Barba, ovvero Lorenzo de Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo, interpreti e registi attivi in diversi progetti paralleli e riuniti qui sotto il segno della lirica: Così fan Tutte, Il Barbiere di Siviglia, Rigoletto. Quello che è diventato un vero e proprio format teatrale ha avuto come ultimo approdo il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte. Utilizzando pochissimi elementi – il libretto come copione-guida, la tecnica attoriale e alcuni semplici ed efficaci espedienti registici – i Tre Barba confezionano un viaggio completo nell’odissea di Don Giovanni, dall’incursione in casa di donna Anna fino al celebre invito a cena con il defunto commendatore, passando per le arie più note cantate a cappella con credibile resa vocale. La struttura agile dell’adattamento nasconde un lavoro sul testo (e la partitura) che si immagina notevole, con un approccio goliardico eppure sempre fedele: nella linearità della vicenda c’è spazio per innesti dichiaratamente pop che non hanno lo scopo di attualizzarne i contenuti, quanto piuttosto di togliere all’opera in sé quella rigidità che la tradizione tramanda e farne cosa viva, fatto teatrale con il quale è possibile giocare, cavalcando i recitativi, la ripetitività del verso nelle arie, l’affastellarsi dei personaggi nei concertati. La sequenza finale recupera la musica originaria per il resto assente e accompagna all’epilogo gli attori che hanno recitato fino ad allora anche l’esser cantanti: questa scelta è forse un omaggio, forse una resa, o forse è Mozart il convitato di pietra che irrompe a punire la goliardia dei tre Barba i quali, come Don Giovanni, comunque non si pentiranno. (Sabrina Fasanella)
Visto a Fortezza Est di e con I tre Barba Lorenzo De Liberato, Lorenzo Garufo, Alessio Esposito. Luci Matteo Ziglio. Produzione Fortezza Est